Salute 13 Novembre 2024 13:49

La solitudine mette in allarme i giovani e lo smartphone non aiuta

Quando gli adolescenti trascorrono del tempo in solitudine aumenta il loro livello di allerta e vigilanza a possibili minacce, anche quando possono collegare e interagire online. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge in uno studio pubblicato sulla Royal Society Open Science
La solitudine mette in allarme i giovani e lo smartphone non aiuta

Quando gli adolescenti trascorrono del tempo in solitudine aumenta il loro livello di allerta e vigilanza a possibili minacce, anche quando possono collegare e interagire online. Questo è quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge in uno studio pubblicato sulla Royal Society Open Science. In molti paesi è stata dichiarata un’epidemia di solitudine, per questo i ricercatori hanno voluto “indurre” la solitudine negli adolescenti per studiarne gli effetti attraverso una serie di test.

La solitudine porta a un’eccessiva “vigilanza”

Nello studio sono stati coinvolti 40 giovani tra i 16 ei 19 anni di età, sottoposti a test prima e dopo alcune ore di isolamento, sia con e sia senza i loro smartphone. Ebbene, dai risultati è emerso che periodi di isolamento, inclusi quelli in cui i partecipanti potevano usare il telefono, portavano una maggiore risposta di allerta quando i giovani percepivano la presenza di un pericolo. Gli autori dello studio suggeriscono che l’isolamento e la solitudine possono portare a uno stato mentale di eccessiva “vigilanza”. In pratica, possono metterci in allerta come se vi fosse una minaccia imminente. E a nulla sembra essere servita la presenza di connessioni virtuali, con potenziali effetti negativi sulla salute mentale degli adolescenti nel tempo. “Abbiamo rilevato segnali di maggiore vigilanza sulle minacce dopo alcune ore di isolamento, anche quando gli adolescenti erano connessi tramite smartphone e social media”, conferma Emily Towner, autrice principale dello studio del Dipartimento di psicologia di Cambridge.

L’isolamento sociale può aumentare il rischio di disturbi d’ansia

Secondo i ricercatori, l’isolamento sociale potrebbe contribuire all’aumento dei disturbi d’ansia tra i giovani, a causa delle risposte persistenti e amplificate alla paura. Precedenti studi sugli animali avevano mostrato che l’isolamento provoca comportamenti ansiosi e risposte alla minaccia, ma si pensa che questo sia il primo studio a dimostrare effetti simili in esperimenti con esseri umani. “Questa allerta alle minacce percepite potrebbe essere lo stesso meccanismo che porta all’eccessiva preoccupazione e all’incapacità di sentirsi al sicuro che caratterizzano l’ansia”, spiega Towner. “Ha senso dal punto di vista evolutivo che essere soli aumenti la nostra vigilanza sulle potenziali minacce; questi meccanismi di risposta alle minacce – continua – subiscono molti cambiamenti nell’adolescenza, una fase della vita caratterizzata da una crescente indipendenza e sensibilità sociale. Il nostro esperimento suggerisce che i periodi di isolamento negli adolescenti potrebbero aumentare la loro vulnerabilità allo sviluppo di ansia, anche quando sono connessi virtualmente”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Disabilità, il Decreto Tariffe lascia le persone senza carrozzina. FISH: “Così lo Stato abbandona i più fragili”

Dal 1° gennaio 2025 non è più garantita la sostituzione delle parti essenziali delle carrozzine elettriche e manuali. La denuncia di un cittadino in Veneto accende i riflettori su un...
Advocacy e Associazioni

Nasce la Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA): come orientarsi tra tempi, priorità e (domani) strutture sanitarie

E' online la prima versione della Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA) che permette a cittadini e associazioni di conoscere i tempi di attesa per visite ed esami, prestazioni urgenti in...
Lavoro e Professioni

Medici ex specializzandi, approvata la Legge di Delegazione Europea. Ora tavolo tecnico ricognitivo interministeriale su sentenza CGUE

In studio gli effetti della storica sentenza della CGUE che ha accolto il ricorso promosso da Consulcesi: “Confermata la battaglia per il diritto”