Circa un fumatore adulto su 7 (il 14% degli adulti fumatori ) ha un qualche grado di disabilità. Non è un caso se la diffusione delle disabilità è doppia tra i fumatori rispetto a chi non ha mai fumato. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su Tobacco Control, basato su dati americani e condotto presso i Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta. Nel complesso, i dati suggeriscono che il 40% dei 25 milioni di adulti fumatori negli Usa sperimenta un qualche livello di difficoltà funzionale.
Nel 2019, il fumo è stato il terzo fattore di rischio di disabilità negli Stati Uniti. I ricercatori hanno analizzato i dati di 150.220 persone provenienti dalla National Health Interview Survey (NHIS) per il periodo 2019-2023. I partecipanti sono stati raggruppati in fumatori , ex fumatori o non fumatori . Gli esperti hanno misurato il grado di difficoltà funzionale in 6 aree principali: vista (anche quando si indossano gli occhiali); udito (anche con un apparecchio acustico); mobilità (camminare o salire gradini); comunicazione (capire o essere capiti); cognizione (memoria e concentrazione); cura di sé (lavarsi e vestirsi).
I partecipanti sono stati considerati disabili se hanno riferito di avere “molte difficoltà” o di “non riuscire a fare nulla” in una o più di queste 6 aree principali. È emerso che un fumatore su 7 (14%) ha una disabilità rispetto al 12,5% degli ex- fumatori e al 7% dei non fumatori . Le disabilità più comuni emerse sono la mobilità (8% dei fumatori , 8% degli ex -fumatori e 4% dei non fumatori ) e i problemi cognitivi (4,5%, 3% e 2%). Più della metà dei fumatori (54%) ha riferito “qualche difficoltà”, “molte difficoltà” o di “non poter fare nulla” per almeno un tipo di disabilità. La prevalenza di disabilità visive, uditive, motorie e cognitive tra i fumatori è doppia rispetto a coloro che non hanno mai fumato. Complessivamente, l’analisi rivela che dei 25 milioni di adulti stimati che fumano ancora negli Stati Uniti, circa il 40% sperimenta almeno un certo livello di difficoltà funzionale, concludono i ricercatori.
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