Salute 3 Maggio 2018 13:28

Umanizzazione cure, Dante Palli (senologo): «Ambienti ospedalieri vivibili riducono lo stress e migliorano approccio a malattia»

Il primario di chirurgia senologica dell'ospedale di Piacenza spiega: «La diagnosi va comunicata in un luogo idoneo e con i tempi giusti. Informare le pazienti in modo frettoloso, magari in corridoio, o tra un esame e l’altro, è inaccettabile»
Umanizzazione cure, Dante Palli (senologo): «Ambienti ospedalieri vivibili riducono lo stress e migliorano approccio a malattia»

Macchinari d’avanguardia, alta tecnologia, personale qualificato dal punto di vista professionale e psicologico. Ma non è tutto. Anche la vivibilità ed il comfort dei luoghi di cura sono elementi indispensabili per offrire al paziente una struttura ospedaliera valida ed efficiente, soprattutto di fronte ad una diagnosi di malattia grave.

Porre il malato al centro della cura, con i suoi sentimenti, le sue percezioni e il suo stato d’animo rispetto al proprio stato di salute è importante. Quando arriva una notizia così spiacevole, deve iniziare un percorso di assistenza multidisciplinare per garantire ai pazienti una presa in carico a 360°. Dante Palli, Responsabile Chirurgia Senologica all’Ospedale di Piacenza, è convinto che sia necessario dare il massimo non solo dal punto di vista chirurgico oncologico ma anche da quello dell’assistenza psicologica. E non solo. Un altro aspetto importante è rappresentato dagli ambienti in cui si trovano a trascorrere del tempo, loro malgrado, le donne a cui è stato diagnosticato un tumore al seno. Tempo che impiegherebbero volentieri altrove. E allora, che sia un luogo più accogliente, gradevole e vivibile possibile.

LEGGI ANCHE: COMUNICARE MEGLIO CON IL TEAM E I PAZIENTI: ECCO LA “RICETTA” PER I MEDICI

L’ospedale non è soltanto un luogo di cura ma anche di ascolto, sostegno e supporto psicologico. Che cosa significa “umanizzare la cura” e come lo si può fare, soprattutto nei confronti delle donne che hanno ricevuto, purtroppo, diagnosi gravi?

«Il processo di umanizzazione delle cure passa attraverso vari step: a Piacenza abbiamo sempre avuto una grande attenzione nell’interfacciarci e comunicare con le donne pazienti. Ora, abbiamo fatto un passo ulteriore: abbiamo ritenuto, pensato e creduto nel fatto che rendere più agevoli, più gradevoli e più vivibili gli spazi all’interno dei quali le signore vengono per vari motivi – ottenere una diagnosi, essere, il più delle volte, rassicurate o ricevere anche notizie sgradevoli – possa aiutare non solo una maggiore comprensione e fiducia ma anche una migliore condizione psicologica e accettazione delle cure. Viviamo una realtà in cui il tempo è un bene prezioso e quasi quantificabile; nessuno di noi vorrebbe sprecarlo, soprattutto nelle sale d’attesa di un ospedale, dove ognuno di noi non vorrebbe mai essere o trascorrere meno tempo possibile. Ed è per questo che quando ci “tocca” e siamo obbligati a farlo, un ambiente accogliente ci permette di uscire da uno stato psicologico di stress e ci consente anche di approcciarci alle cure, alle diagnosi e ai trattamenti in una maniera più serena e tranquilla. Tutto questo porta anche ad un’accettazione migliore del percorso che dobbiamo affrontare».

A proposito di questo, oltre allo spazio che circonda il paziente e il medico, quanto è importante una buona ed efficace comunicazione tra il professionista sanitario e la paziente?

«L’aspetto della comunicazione è molto importante, deve essere controllato in una maniera molto precisa; la comunicazione delle diagnosi, specialmente, deve essere effettuata in un ambiente idoneo e, soprattutto, con tempi idonei. Informare le pazienti in modo frettoloso, in mezzo ad un corridoio o tra un esame e l’altro è qualcosa di inaccettabile. Pensiamo che debba essere fatto all’interno di spazi dedicati, con tempi dedicati e soprattutto da professionisti preparati anche a questo, dal momento che devono affrontare quotidianamente l’ingrato compito di comunicare diagnosi anche negative alle persone. Per questo, è importante che le strutture siano dotate di servizi di assistenza, sostegno e supporto psicologico per aiutare le pazienti ma anche gli operatori sanitari che hanno questo difficile compito da assolvere».

 

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK <— CLICCA QUI

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Legge obesità, le Associazioni Pazienti: “Passo storico, ma ora servono azioni concrete”

Le Associazioni di Pazienti e Coldiretti accolgono con favore l’approvazione della Legge Pella, che riconosce l’obesità come malattia cronica, ma sottolineano l’urgenza di tr...
Sanità

GIMBE: Nonostante gli aumenti, il Fondo sanitario scende al 5,9% del PIL

Aggiunti alla sanità € 2,4 miliardi nel 2026 e € 2,65 miliardi nel 2027 e nel 2028. Nel 2028 il fondo sanitario arriverà a € 145 miliardi e secondo l'analisi indipendente ...
di Redazione
Advocacy e Associazioni

Manovra: Cittadinanzattiva e Carer, sui caregiver promesse tradite

Cittadinanzattiva e CARER denunciano la mancanza di una legge nazionale e dello stanziamento di un fondo irrisorio nella bozza di Legge di Bilancio dedicato ai caregiver
di Valentina Arcovio