Salute 1 Luglio 2022 12:30

Dallo stress alle difficoltà legali e finanziarie, i problemi che spingono i medici al suicidio

Uno studio condotto negli Usa mostra che i medici sono più a rischio suicidio ed elenca i problemi che possono portare a questo gesto estremo

Dallo stress alle difficoltà legali e finanziarie, i problemi che spingono i medici al suicidio

Conflitti sul lavoro, beghe legali, difficoltà finanziarie. E anche problemi di salute fisica e uso di sostanze che possono mettere a rischio la professione. Questi sono i problemi che stanno portando al burnout sempre più medici. E sono sempre questi i problemi che possono portare i camici bianchi a sperimentare pensieri suicidi. Almeno è così negli Stati Uniti, secondo quanto emerso da uno studio condotto dagli scienziati dell’Università della California a San Diego e dell’Universidad Autónoma de Guadalajara. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Suicide and Life-Threatening Behavior.

Suicidi o tentati suicidi dei medici sono legati spesso al burnout

Secondo i ricercatori, lo stress correlato alle difficoltà lavorative è significativamente più elevato per gli operatori sanitari. Un medico su 15, riportano gli autori dello studio, soffre di forme acute di stress da lavoro, tanto da sperimentare pensieri suicidi. Secondo le statistiche attuali, il personale ospedaliero ha maggiori probabilità di riportare burnout lavorativo prima di togliersi la vita rispetto al resto dei casi di suicidio. Nello studio i ricercatori hanno esaminato i report relativi al decesso di 200 medici, che si sono tolti la vita tra il 2003 e il 2018. Il gruppo di ricerca è stato in grado di identificare i principali problemi che contribuiscono allo stress lavorativo e al rischio di suicidio da parte dei camici bianchi.

«Spesso si ignorano le difficoltà dei medici», denunciano i ricercatori

Sei le tematiche più frequenti, che riguardavano principalmente l’incapacità di lavorare a causa del deterioramento della salute fisica, l’uso di sostanze che potevano mettere a repentaglio l’occupazione, conflitti relazionali legati al luogo di lavoro, problemi legali e difficoltà finanziare. «Spesso non si presta sufficiente attenzione alle condizioni di salute degli operatori sanitari – osserva Kristen Kim, tra le autrici dello studio – ma è importante sottolineare che i medici spesso affrontano serie difficoltà che non possono essere ignorate».

I ricercatori consigliano di migliorare l’accesso dei medici ai servizi di assistenza

Gli autori dello studio hanno delineato diverse soluzioni a breve e lungo termine che potrebbero ridurre il rischio di suicidio tra i medici. Ad esempio, sostengono i ricercatori, sarebbe opportuno migliorare l’accesso ai servizi di assistenza primaria per il personale sanitario, schedulare meglio gli orari di lavoro e affrontare le potenziali preoccupazioni sugli aspetti legali del proprio lavoro. Nel lungo termine, gli studiosi suggeriscono di implementare cambiamenti strutturali e culturali per affrontare lo stress sul posto di lavoro e la scarsa cura di sé del medico.

I sistemi sanitari dovrebbero offrire supporto legale

«Il medico viene visto – dice Kime – come colui che antepone il bene del paziente al proprio. Dobbiamo comprendere però che non possiamo guarire le persone se prima non siamo integri noi stessi». Gli autori aggiungono poi che i sistemi sanitari e le scuole di medicina dovrebbero fornire ulteriore educazione alla finanza personale e supporto legale, il che potrebbe favorire un senso di sicurezza e comunità tra i medici. «C’è molto lavoro da fare – conclude Kim – ma identificare e riconoscere il problema è sempre il primo passo verso una soluzione».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...