Garantire la continuità delle cure cardiovascolari anche durante emergenze sanitarie, ambientali o sociali: è l’obiettivo ambizioso di RESIL-Card, il progetto europeo co-finanziato da EU4Health, che ha appena avviato il primo test sul campo del suo nuovo strumento operativo per valutare la resilienza della cardiologia ospedaliera. Una sperimentazione concreta che ha coinvolto ospedali e professionisti sanitari in diversi Paesi europei, tra cui l’Italia. Qui la cardiologia interventistica si conferma il cardine del trattamento dell’infarto miocardico acuto, con una rete capillare che garantisce ogni anno, per fare un esempio, oltre 36 mila procedure di angioplastica primaria.
Frutto di un percorso durato oltre un anno, il tool RESIL-Card nasce da una metodologia rigorosa e inclusiva, che ha unito analisi scientifica, consultazione dei professionisti e confronto con i pazienti. La prima versione dello strumento – rilasciata a gennaio 2025 – è oggi al centro della fase pilota in corso da febbraio e che proseguirà fino a novembre. Il GISE (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) è tra i promotori del progetto e partner scientifico per l’Italia. Sin dalla fase iniziale, la società ha contribuito all’analisi delle criticità emerse durante la pandemia e alla definizione dei criteri organizzativi del nuovo strumento. Insieme a GISE e We CARE, fanno parte del consorzio anche Amsterdam UMC e CatSalut, il servizio sanitario catalano.
“Il nostro obiettivo è rendere il tool intuitivo, accessibile e realmente utile per tutti coloro che operano nella cura cardiovascolare”, spiega William Wijns, coordinatore del progetto per conto di We CARE, la rete internazionale che guida il consorzio. “Per questo lo abbiamo sviluppato e ora lo testiamo direttamente nei contesti clinici reali, insieme a medici, pazienti ed esperti di policy”, aggiunge. Durante il test, ogni ospedale coinvolto ha attivato un proprio “resilience team“, incaricato di utilizzare lo strumento con il supporto di linee guida operative e un questionario di feedback. Anche operatori sanitari esterni all’ambito acuto hanno il compito di fornire valutazioni specifiche, per estendere l’analisi a una prospettiva più ampia. Seguiranno interviste individuali e collettive per raccogliere dati qualitativi e indicazioni utili alla versione finale, prevista per il 2026.
“In un mondo esposto a shock sempre più frequenti – commenta Francesco Saia, presidente GISE, cardiologo interventista all’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico Sant’Orsola – dobbiamo chiederci se la rete ospedaliera è in grado di garantire continuità alle cure salvavita. RESIL-Card rappresenta un passo concreto per rispondere a questa domanda, con uno strumento che consente di misurare i punti deboli, ma anche di pianificare interventi strutturali”. Alfredo Marchese, presidente eletto GISE, responsabile cardiologia interventistica Ospedale S.Maria GVM di Bari, conclude: “Non possiamo permettere che la storia si ripeta. Il progetto vedrà il GISE particolarmente attivo nella diffusione a tutti i livelli del tool, e sarà un impegno che porterò avanti con il GISE con molta attenzione. Serve una cardiologia ospedaliera pronta a reggere l’urto, senza interruzioni. RESIL-Card non è solo un progetto: è una chiamata all’azione per mettere in sicurezza i percorsi salvavita”.
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