Salute 27 Febbraio 2023 16:22

Calcoli renali: attenzione a spinaci e liquirizia…

Articolo a cura del dott. Matteo Simioni, Infermiere

di Matteo Simioni, Infermiere
Calcoli renali: attenzione a spinaci e liquirizia…

Possono essere causa di dolori improvvisi e molto acuti e hanno un’incidenza stimata in Italia di circa 100.000 nuovi casi all’anno, colpiscono circa il 10% e 5% della popolazione maschile e femminile, maggiormente la fascia 30-50 anni2. Parliamo di calcoli renali. In generale la loro formazione può dipendere da fattori geografici, climatici, etnici, dietetici e genetici e tende ad essere ricorrente nella maggior parte delle persone che li hanno già sviluppati una volta3.

Calcoli renali: cosa sono

L’apparato urinario è costituito da una serie di organi e strutture:

  • reni, funzione di filtrazione e mantenimento equilibrio idro-elettrolitico;
  • ureteri, condotti che consentono il passaggio dell’urina dai reni alla vescica;
  • vescica, organo cavo in cui si raccoglie l’urina;
  • uretra, condotto che collega la vescica all’esterno del corpo.

I calcoli renali, definiti “nefrolitiasi” o “litiasi renale”, sono dei sassolini costituiti da elementi normalmente presenti nelle urine, i sali urinari. Quando queste sostanze diventano troppo concentrate, poiché precipitano e formano dei cristalli, si accumulano in struttura solida, i calcoli appunto: possono rimanere all’interno del rene, oppure spostarsi attraverso uretere, vescica, uretra. Se le dimensioni lo permettono, di possono essere eliminati all’esterno del corpo con l’urina, altrimenti diverranno sintomatici.

Fattori di rischio

La formazione dei calcoli renali è multifattoriale:

  • familiarità, ovvero persone in famiglia che ne abbiano sofferto (o ne soffrano tuttora);
  • recidiva;
  • genere maschile;
  • ridotto apporto di liquidi giornaliero (favorisce precipitazione dei sali);
  • dieta ricca di proteine, sodio, zuccheri, e povera di fibre, calcio;
  • obesità;
  • ipertensione arteriosa;
  • malattie infiammatorie intestinali e/o chirurgia di bypass gastrico;
  • l’utilizzo frequente di farmaci quali aspirina, antiacidi, diuretici, e alcuni tra antibiotici, antiretrovirali e antiepilettici;
  • patologie: iperattività ghiandole paratiroidi, inefficace riassorbimento della cistina (amminoacido), renali (p.e. acidosi renale tubulare).

Segni e sintomi

I calcoli spesso sono asintomatici, specie se di piccole dimensioni, e si manifestano quando imboccano le vie urinarie inferiori, ostacolando parzialmente/totalmente la fuoriuscita d’urina. Quando compare, la sintomatologia può essere molto varia:

  • dolore acuto, trafittivo, improvviso, al fianco o dietro la schiena, o irradiato a quest’ultima e all’inguine: si parla quindi di colica renale;
  • irrequietezza-agitazione;
  • sudorazione profusa;
  • nausea e/o vomito;
  • stimolo ad urinare o eliminazione di poche gocce ripetutamente (stranguria);
  • dolore durante la minzione (disuria);
  • presenza di sangue nelle urine (ematuria) a causa del traumatismo subito dalla parete delle vie urinarie durante il passaggio del calcolo;
  • accumulo e ristagno di urina, con proliferazione batterica e infezione, associata a febbre, brividi, stanchezza, urine torbide e/o maleodoranti se ostruzione totale.

Diagnosi e trattamento

Per arrivare a diagnosticare la presenza di calcoli renali, in genere ci si avvale di:

  • visita e raccolta informazioni (p.e. storia recidive), segno di Giordano positivo;
  • esami ematici (p.e. funzionalità renale, emocromo, indici infiammatori);
  • esame urine chimico-fisico o delle 24 ore;
  • ecografia;
  • TAC, previa valutazione medica;
  • analisi calcolo espulso per comprenderne le cause.

Il sintomo che più spaventa, il dolore, va trattato con sollecitudine al fine di garantire il comfort, in genere con la somministrazione antalgici: antinfiammatori non steroidei (detti FANS, p.e. ibuprofene, ecc.) o oppioidi (p.e. morfina cloridrato o tramadolo, ecc.). In caso di recidiva è auspicabile scegliere in prima battuta la terapia più efficace già sperimentata.

In caso di nausea e/o vomito sarà necessaria la somministrazione di farmaci specifici detti antiemetici (p.e. metoclopramide), mentre se in associazione è diagnosticata un’infezione delle vie urinarie verrà prescritta una terapia antibiotica.

Contestualmente o dopo aver trattato i sintomi occorre procedere all’eliminazione del calcolo se non ancora espulso:

  • idratazione endovenosa e farmaci rilassanti la mucosa deli ureteri (p.e. tamsulosina);
  • onde d’urto extracorporee che frammentano i calcoli, poi eliminati con le urine (litotripsia);
  • ureteroscopia: rimozione meccanica con una sonda;
  • accesso mini-invasivo, per calcoli ≥ 2 cm (nefrolitotomia percutanea);
  • chirurgia aperta.

La scelta del tipo di cura è decisa dal medico in funzione delle dimensioni e della localizzazione del calcolo, e delle condizioni della persona che ne soffre. Alcuni trattamenti possono necessitare o esitare in un ricovero ospedaliero.

Prevenzione

Per prevenire la formazione e/o la recidiva di calcoli renali e/o coliche è importante conoscere la causa scatenante e di cosa sono costituiti. Inoltre, esistono prove a sostegno del rischio di danno renale cronico cui possono portare ripetute calcolosi renali7.

Delle strategie generali di prevenzione sono:

  • assumere liquidi (con pH neutro): circa 2-3 litri/giorno, rispettando i ritmi circadiani; tra questi anche i succhi di frutta, il cui effetto metabolico è determinato principalmente dal loro contenuto di citrato alcalino; sono sconsigliati succhi di pomodoro, pompelmo e mirtillo (pomodoro = ricco di sodio; pompelmo e mirtillo = ricchi di ossalato), soda;
  • tè e caffè non aumentano il rischio di comparsa e/o di recidiva;
  • diuresi giornaliera pari a circa 2-2,5 litri e monitorare la qualità delle urine (più sono scure e più sono concentrate), tenendo presente che alcuni cibi e/o bevande possono alterarne il colore (p.e. rape rosse); mantenere il peso specifico dell’urina < 1,010 litri/giorno;
  • dieta ricca di vegetali e fibre, ponendo attenzione all’introito di calcio (1-1,2 g/giorno), sale (4-5 g/giorno) e proteine animali (0,8-1,0 g/kg/giorno), evitando l’assunzione eccessiva di integratori vitaminici
  • ridurre i cibi contenenti ossalato quali e. spinaci, amaranto, fagioli, sesamo, crusca, liquirizia etc.;
  • tenere uno stile di vita sano attento al mantenimento/raggiungimento di un valore di BMI normopeso, svolgimento di adeguata attività sportiva, bilanciando l’eccessiva perdita di liquidi.

 

 

 

Articolo a cura del dott. Matteo Simioni, Infermiere

 

 

 

 

 

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