Professioni Sanitarie 30 Marzo 2021 12:55

Chiropratici, in Italia nasce il comitato scientifico per la ricerca in campo sanitario

Wiliams (AIC): «Lotta all’abusivismo e istituzione di una laurea magistrale, come previsto dagli standards internazionali e dalla legge nazionale mai attuata, tra le priorità della nostra Associazione»

di Isabella Faggiano
Chiropratici, in Italia nasce il comitato scientifico per la ricerca in campo sanitario

Dimostrare, attraverso studi validati scientificamente l’efficacia dei trattamenti chiropratici, combattere l’abusivismo professionale e istituire un percorso di laurea magistrale in chiropratica sono tra i principali obiettivi dell’Aic, l’Associazione Italiana Chiropratici. In particolare, per promuovere la ricerca scientifica, l’Aic ha recentemente istituito il “Reaserch Committee”, un comitato scientifico composto da professori universitari ed esperti del mondo accademico internazionale.
«I benefici della chiropratica sono già ampiamente dimostrati a livello internazionale, specie negli Stati Uniti dove operano oltre 70mila professionisti e la letteratura scientifica produce ricerche di valenza internazionale – spiega Joseph Cannillo, a capo del neonato Comitato Scientifico di Ricerca -. Ora vogliamo che anche i chiropratici italiani possano contribuire alla promozione di informazioni corrette sui benefici effettivi della chiropratica».

Gli studi scientifici

Le prime quattro ricerche a cui si dedicherà il nuovo Comitato sono state già programmate. «Cominceremo con un monitoraggio dello stato di salute dei pazienti che si rivolgono alla chiropratica, attraverso specifici test compilati prima ed alla fine del trattamento chiropratico – spiega Cannillo -. Il secondo step si avvarrà della spettroscopia nel vicino infrarosso, (Functional Near-Infrared Spectroscopy, fNIRS), tecnica non-invasiva di neuroimaging funzionale che misura la saturazione dell’emoglobina (HbO2%) nel sistema vascolare cerebrale. Grazie a questo ulteriore monitoraggio sarà possibile evidenziare i cambiamenti dell’ossigenazione cerebrale attraverso l’intervento chiropratico».

Per la terza ricerca sarà utilizzata la spettroscopia di bioimpedenza (BIS), l’unica tecnologia non invasiva a basso costo in grado di misurare con precisione i volumi di acqua presenti nel corpo e i fluidi extracellulari e intracellulari di un paziente in un contesto clinico. «In questo modo – commenta il capo del Comitato Scientifico di Ricerca – sarà possibile valutare i benefici del trattamento di manipolazione spinale, incluso il rafforzamento muscolare. Infine, il quarto contributo, l’ultimo per ora programmato, analizzerà la relazione tra manipolazione chiropratica e Sistema Endocannibonide. Attraverso un’analisi del sangue – da effettuare prima e dopo la seduta – si verificherà la quantità di chitochine presenti, così da evidenziare l’eventuale miglioramento dello stato infiammatorio grazie all’aggiustamento chiropratico».

Chi può iscriversi all’Aic

Per il completamento di alcuni di questi studi sarà necessario il supporto di laboratori ed università. L’istituzione di un corso di laurea in chiropratica è, infatti, un altro dei principali traguardi che l’Aic intende raggiungere. «I dottori chiropratici che fanno parte della nostra Associazione – specifica il presidente John Williams – hanno conseguito una specifica laurea magistrale con almeno cinque anni di frequenza obbligatoria presso college e università riconosciuti a livello internazionale e in linea con i severi standard formativi stabiliti dal Council on Chiropractic Education».

La lotta all’abusivismo professionale

«Gli iscritti all’Aic – sottolinea il presidente dell’Associazione – sono attualmente 225, ma abbiamo notizia di altri 200 chiropratici presenti sul nostro territorio. Senza contare coloro che si dichiarano chiropratici ma non lo sono, esercitando la professione in modo abusivo. La lotta all’abusivismo – continua il presidente Aic -, in Italia, è affidata nei fatti esclusivamente alla serietà della nostra Associazione. Se professionisti non in linea con i titoli richiesti dagli standards internazionali chiedessero di esercitare in un Paese come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, l’Inghilterra o la Danimarca gli verrebbe negato il permesso, in quanto non laureati e quindi senza formazione adeguata in materia. Verrebbero ritenuti inadatti nel garantire la sicurezza del paziente. Inoltre, se cercassero comunque di esercitare come chiropratici, andrebbero incontro a severe sanzioni civili e penali, come l’abuso della professione».

In Italia urge istituire un corso di laurea magistrale

«Il vuoto normativo italiano è purtroppo complice nell’accomunare coloro che hanno ottenuto in molti casi false certificazioni e fantomatiche lauree da università online o non riconosciute, seppur segnalate in un’apposita lista nera del Ministero dell’Istruzione. In Italia, tuttora, non esiste un corso di laurea e, stando alla legge Lorenzin, dovrebbe esserne istituito uno di tipo triennale. Una prospettiva che ci allarma non poco: la nostra professione non può essere appresa in soli tre anni. In nessuna parte del mondo esiste una laurea triennale in chiropratica e l’Italia potrebbe stabilire un precedente che – conclude Williams – equivarrebbe ad una declassificazione della nostra professione».

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