PNRR 30 Marzo 2023 11:58

Pnrr: con PRP@CERIC nuova infrastruttura di ricerca per studiare agenti patogeni

Un’infrastruttura di ricerca altamente specializzata, unica in Europa, che integra strumentazioni e competenze in biologia, biochimica, fisica, bio-elettronica, bio-informatica e scienza dei dati per studiare agenti patogeni di origine umana, animale e vegetale e intervenire rapidamente per contrastare la diffusione di possibili nuovi focolai di malattie. Questo è l’obiettivo del progetto PRP@CERIC, finanziato con 41 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Pnrr: con PRP@CERIC nuova infrastruttura di ricerca per studiare agenti patogeni

Un’infrastruttura di ricerca altamente specializzata, unica in Europa, che integra strumentazioni e competenze in biologia, biochimica, fisica, bio-elettronica, bio-informatica e scienza dei dati per studiare agenti patogeni di origine umana, animale e vegetale e intervenire rapidamente per contrastare la diffusione di possibili nuovi focolai di malattie. Questo è l’obiettivo del progetto PRP@CERIC  (Pathogen Readiness Platform for CERIC-ERIC Upgrade), finanziato con 41 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nell’ambito della Missione 4 «Istruzione e Ricerca». Il progetto è coordinato dall’ente di ricerca Area Science Park in partenariato con il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Università di Salerno, l’Università di Napoli e l’Università del Salento.

Saranno potenziati i laboratori di realtà scientifiche italiane d’eccellenza

La nuova infrastruttura sarà disponibile per studi e analisi in modalità open access sia agli utenti accademici che a quelli industriali. In particolare, PRP@CERIC prevede la realizzazione di nuovi laboratori nonché l’aggiornamento di strumenti e servizi già esistenti. Saranno, infatti, potenziati i laboratori di Area Science Park, di Elettra Sincrotrone Trieste, del Cnr e dell’Icgeb, realtà scientifiche di eccellenza che collaborano alla realizzazione del progetto. La pandemia Covid-19 ha evidenziato la necessità di fare leva su princìpi scientifici solidi, sulla collaborazione interdisciplinare e internazionale, elementi fondamentali per ridurre l’impatto umano, sociale ed economico di possibili futuri rischi di epidemie.

PRP@CERIC farà luce sui meccanismi di interazione ospite-patogeno

Le infrastrutture di ricerca possono avere un ruolo chiave nella comprensione degli aspetti fondamentali di patogenicità e nello sviluppo efficace di strategie di prevenzione e cura. Strumenti, metodologie e tecnologie all’avanguardia su scale diverse e reciprocamente integrate (da singole molecole a interi organismi) hanno il potenziale per soddisfare i requisiti di sensibilità e selettività richiesti dallo studio di sistemi biologici complessi, contribuendo così fare nuova luce sui meccanismi di interazione ospite-patogeno. «Il progetto PRP@CERIC è stato sviluppato partendo dalle competenze in genomica e data science già presenti nell’ente di ricerca e integrandole a quelle del sistema Area Science Park», dichiara la presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo nel corso di un recente kick off meeting di lancio del progetto.

Un’infrastruttura unica in Europa al servizio della ricerca

«Mi referisco, per esempio, alla ricerca di eccellenza nel campo della virologia dell’Icgeb – dice Petrillo – come pure le capacità sperimentali della luce di sincrotrone di Elettra, centro di ricerca di rilevanza internazionale. Queste consolidate competenze scientifiche si completano con alcune specializzazioni presenti presso le università di Napoli, Salento e Salerno, partner con cui abbiamo già sviluppato progetti di rilevanza nazionale. L’integrazione di expertise differenti e la messa in rete di laboratori dislocati in diverse aree geografiche darà vita a un’infrastruttura unica in Europa che sarà al servizio del mondo della ricerca e dell’impresa, nazionale e internazionale».

PRP@CERIC prevede master e training per i ricercatori del futuro

Il progetto PRP@CERIC, che durerà 30 mesi, intende inoltre gestire tutti i dati di ricerca prodotti in maniera FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable), cioè i dati prodotti saranno trattati in modo da essere facilmente reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili, nell’ottica di una scienza aperta e collaborativa a livello internazionale. La sostenibilità si estenderà anche al modello dell’alta formazione, in quanto il progetto prevede la realizzazione di master per laureati e training per la futura generazione di ricercatori.

 

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di I.F.