Voci della Sanità 10 Agosto 2018 09:45

Smi-Lazio, aggressioni medici: «Serve reporting tempestivo degli episodi di violenza da parte delle aziende»

Sono in continua escalation le segnalazioni di aggressioni verbali o fisiche nei confronti dei medici in servizio nelle strutture sanitarie pubbliche del Lazio. E i numeri parlano chiaro: secondo l’Inail lo scorso anno, nel Lazio, sono stati 150 i casi di aggressione a medici, infermieri e operatori socio-sanitari. Senza contare gli eventi di intimidazione, minacce […]

Sono in continua escalation le segnalazioni di aggressioni verbali o fisiche nei confronti dei medici in servizio nelle strutture sanitarie pubbliche del Lazio.
E i numeri parlano chiaro: secondo l’Inail lo scorso anno, nel Lazio, sono stati 150 i casi di aggressione a medici, infermieri e operatori socio-sanitari. Senza contare gli eventi di intimidazione, minacce e molestie senza conseguenze fisiche.
La delegazione sindacale Smi-Lazio ritiene certamente positiva l’istituzione di un nuovo Osservatorio ministeriale come sistema di monitoraggio. Ma servono, in primis, provvedimenti urgenti per arginare il problema.
Secondo Gian Marco Polselli, segretario regionale Smi-Lazio, nel ribadire la necessità di una vigorosa presa di posizione che contrasti efficacemente tali fenomeni, è necessario che le Aziende sanitarie «mettano in atto ogni procedura legale e giudiziaria nei confronti dei soggetti responsabili di tali azioni». Ma non solo. Il Segretario regionale Smi-Lazio sottolinea la necessità di una diffusione capillare, in tutti i servizi, dipartimenti aziendali e ospedalieri, delle procedure «per il reporting tempestivo degli episodi medesimi. I professionisti coinvolti devono poter essere certi che alle segnalazioni degli episodi di aggressione, faccia seguito un’azione diretta delle Aziende sanitarie verso i responsabili, con diffide personali ed ogni altra iniziativa utile», dichiara infine Gian Marco Polselli.
Il Sindacato Medici Italiani del Lazio chiede, inoltre, di conoscere «lo stato delle procedure messe in atto nelle Aziende, a seguito delle comunicazioni formali ricevute in tal senso», aggiunge Cristina Patrizi, responsabile area convenzionata Smi-Lazio, che conclude: «Siamo assolutamente disponibili a collaborare nella individuazione di strategie e percorsi finalizzati ad arginare il grave fenomeno».

Articoli correlati
Tumori neuroendocrini, il Lazio al top nelle cure con radioligandi, nuovo farmaco che raddoppia la sopravvivenza
Con 4 centri attivi nell’erogazione della terapia con radioligandi (RLT) su 34 nazionali, il Lazio è tra le regioni con il maggior numero di ospedali in grado di offrire una terapia oncologica innovativa che sta rivoluzionando la cura del cancro a partire da una neoplasia rara, come sono i tumori neuroendocrini
di V.A.
Medici di famiglia sull’orlo di una crisi di nervi… Stressati 9 su 10. Pesano Covid, burocrazia e Whatsapp
Il malessere dei medici di famiglia, tra carenza di colleghi, difficoltà a trovare sostituti e una burocrazia sempre più elevata, «è palpabile» e arriva a sfiorare il 90% di professionisti. Lo dicono i sindacati, gli esperti di sanità, gli analisti del settore. E lo dicono i pensionamenti anticipati che crescono
di V.A.
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
«Diritto alle cure a rischio senza personale», le richieste dei medici in piazza a Roma. E Schillaci convoca i sindacati
A Roma significativa adesione per la manifestazione dell’intersindacale medica convocata per denunciare le sempre più difficili condizioni di lavoro dei camici bianchi stretti tra turni massacranti e stipendi tra i più bassi d’Europa. Ben 8mila camici bianchi hanno lasciato il SSN tra il 2019 e il 2021
Agenas: in Italia infermieri e medici di base insufficienti
Nel rapporto di Agenas emergono le difficoltà del sistema tra i tagli imposti dal 2007 fino all'aumento delle risorse degli ultimi anni. L’Italia è al quart’ultimo posto tra i paesi OCSE per il numero di posti a disposizione negli atenei per la laurea in Infermieristica. Hanno un numero di posti più basso solo Messico, Colombia e Lussemburgo
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...