Voci della Sanità 19 Novembre 2019 14:17

Farmaceutica, Fab 13 chiedono stabilità delle regole. Rapporto Nomisma: export medicinali in crescita nel 2019

Le 13 aziende di medio grandi dimensioni a capitale italiano (Fab13), aderenti a Farmindustria ogni anno investono in Italia 1 miliardo di euro

Farmaceutica, Fab 13 chiedono stabilità delle regole. Rapporto Nomisma: export medicinali in crescita nel 2019

Al Senato della Repubblica si è svolto il convegno “Il ruolo sociale dell’industria farmaceutica italiana. Ricerca scientifica, innovazione, sviluppo e occupazione”, promosso dalle 13 aziende di medio grandi dimensioni a capitale italiano (Fab13), aderenti a Farmindustria (Dompè, Menarini, Molteni, Zambon, Abiogen Pharma, Angelini, Recordati, Chiesi, Italfarmaco, Mediolanum, I.B.N Savio, Kedrion e AlfaSigma). Le Fab13 ogni anno investono in Italia 1 miliardo di euro. Le Fab13 non chiedono aiuti di Stato, ma solo la stabilità delle regole al fine di mantenere in Italia la produzione e continuare a garantire occupazione e sviluppo come fatto fino ad oggi. Dai lavori è emersa l’importanza del ruolo sociale dell’industria farmaceutica italiana quale vero e proprio volano per la crescita del nostro Paese e dell’Europa.

Nel corso dell’evento è stato presentato l’aggiornamento a ottobre 2019 del Rapporto Nomisma “Industria 2030. La farmaceutica italiana e i suoi campioni alla sfida del nuovo paradigma manifatturiero”, dal quale risulta che l’Italia è tra i primi produttori di farmaci dell’Unione Europea insieme alla Germania, con oltre 31 miliardi di euro.

RAPPORTO NOMISMA: ITALIA PRIMO PRODUTTORE IN UE DI FARMACI

Numeri rilevanti riguardano anche le esportazioni di medicinali, che nel 2018 hanno toccato i 25,9 miliardi di euro (+4,7% rispetto al 2017). La prospettiva per il 2019 è positiva, come confermano i dati del primo semestre, che indicano un aumento da 12,6 dello stesso periodo del 2018 a 16,1 miliardi. La farmaceutica è uno degli asset più importanti nell’economia italiana e presidia molto bene i mercati internazionaliAll’interno di questo settore si distinguono per aumento del volume di affari, redditività, volontà e capacità di investimento le 13 imprese di medio grandi dimensioni a capitale italiano, Fab13.

FATTURATO IN CRESCITA PER LE FAB13, CON 43MILA ADDETTI

ricavi aggregati delle Fab13 continuano nel trend di crescita evidenziato negli ultimi dieci anni e arrivano a circa 11,6 miliardi nel 2018 (+4% sul 2017). È il fatturato estero a trainare l’incremento complessivo del giro d’affari, con più 6,2% rispetto all’annualità precedente e rappresentativo del 68,6% delle vendite.

Sono 43mila gli addetticresciuti a livello globale di quasi 1.400 unità in un anno (+3,3%)L’espansione ha riguardato principalmente le sedi estere delle Fab13, laddove all’interno dei confini nazionali i livelli di occupazione sono rimasti pressoché stabili (-0,6%), dopo anni di graduale consolidamento: la componente italiana impiegata nelle attività si attesta al 35,2% del totale nel 2018. L’Italia continua a rappresentare la scelta localizzativa prioritaria delle Fab13 per quanto riguarda le attività a maggior valore aggiunto, la base da cui prendono avvio i processi decisionali e la spinta all’innovazione (headquarter e ricerca).

LEGGI ANCHE: RICERCA, DI FRANCESCO (GRUPPO CHIESI): «SVILUPPO FARMACI RICHIEDE 12-15 ANNI, SERVONO REGOLE CERTE NEL TEMPO»

INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO

La volontà di proseguire in un progresso a lungo termine è testimoniata dall’aumento degli investimenti in attività di Ricerca e Sviluppo. Nel 2018 la cifra complessivamente stanziata dalle Fab13 ha superato il miliardo di euro, facendo registrare un incremento del 10,8% rispetto al 2017.

Le Fab 13 hanno quindi investito l’8,7% dei ricavi in Ricerca e Sviluppo nel 2018.

IL RUOLO SOCIALE DELLE FAB 13 NELL’ECONOMIA

I numeri degli investimenti, dell’occupazione, della produzione, dell’export che le Fab13 hanno realizzato negli ultimi anni, evidenziano il ruolo di traino sociale che hanno avuto sull’economia nazionale, in controtendenza rispetto alle dinamiche degli altri comparti manifatturieri.

La farmaceutica è un’industria da sempre all’avanguardia sia nell’innovazione, sia nella capacità di trasformare conoscenza scientifica di eccellenza in nuovi prodotti. Diventa così rilevante collaborare con le Università e disporre di programmi formativi per inserire laureati in discipline scientifiche nelle imprese.

«Se dovessimo assegnare due colori al settore farmaceutico, sarebbero il verde ed il rosa», ha spiegato Lucia Aleotti, azionista e membro del CdA del Gruppo Menarini. «Verde per gli investimenti che facciamo per garantire l’altissima compatibilità ambientale dei nostri siti produttivi, rosa per la forte presenza femminile, pari al 42% di 67mila addetti. Continuiamo ad investire e a creare occupazione in Italia, e al Governo chiediamo solo stabilità. Ogni volta che le autorità intervengono sui prezzi dei nostri farmaci, infatti, i nostri equilibri industriali vengono stravolti, e con essi la nostra capacità di investire e dare lavoro».

«La farmaceutica si conferma uno degli asset più importanti per l’economia del nostro Paese e in tal senso, la filosofia del Gruppo Chiesi è quella di promuovere un’offerta farmacologica più sostenibile a livello sociale e ambientale. Per questo siamo orgogliosi di aver ottenuto la certificazione B Corp» ha dichiarato Alberto Chiesi, Presidente del Gruppo Case Farmaceutiche Italiane.

«Il settore farmaceutico rappresenta per il nostro Paese un valore industriale e sociale di assoluta eccellenza. Con una composizione unica in Europa, bilanciata tra un 60% di aziende a capitale internazionale e un 40% di quelle a capitale nazionale. Grazie a questa forte presenza “tricolore” si è creato un ambiente favorevole per attrarre investimenti importanti delle imprese multinazionali. I risultati non mancano. L’Italia infatti è leader Ue per produzione, trainata da un forte export, insieme alla Germania.  Il valore sociale consiste nel contributo crescente alla ricchezza nazionale, nella produzione continua di occupazione di elevata qualità, nella gestione non solo collettiva ma anche personalizzata dei rapporti di lavoro, concorrendo al benessere di tutti i nostri collaboratori e delle loro famiglie, nella assoluta attenzione all’equilibrio ambientale e ovviamente nel determinante concorso allo stato di salute e all’aspettativa di vita delle italiane e degli italiani». Lo ha detto Enrica Giorgetti, Direttore Generale di Farmindustria.

Sandra Zampa, Sottosegretaria alla Salute, ha sottolineato «l’importanza del ruolo sociale del comparto farmaceutico italiano, in cui il rapporto tra imprese e istituzioni è fondamentale. Il sistema regolatorio, infatti, è molto complesso e per questo è necessario allinearsi il più possibile con i Paesi virtuosi, in un contesto di reciproca fiducia e collaborazione».

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