Contributi e Opinioni 6 Aprile 2022 14:40

«C’è molta strada da fare sulla percezione della disabilità», Comellini (Anvur)

Anvur invita a migliorare la percezione della disabilità nelle università e nella società in generale
di Redazione
«C’è molta strada da fare sulla percezione della disabilità», Comellini (Anvur)

«Dobbiamo leggere quanto avvenuto durante la Notte degli Oscar come un evento che purtroppo racconta quanto lavoro ci sia da fare sulla strada della piena integrazione delle persone con disabilità nella vita di tutti i giorni e anche nelle Università». A parlare è Francesco Comellini, membro della commissione dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (Anvur) sulla disabilità, che ha appena concluso un approfondito lavoro di ricerca su questo argomento. Disabilità, inclusione, opportunità e accessibilità ai servizi costituiscono infatti temi centrali della rilevazione Anvur «Disabilità, DSA e accesso alla Formazione universitaria».

Un rapporto sui servizi nelle università per gli studenti disabili

Lanciato nel 2019, il rapporto mira a realizzare un’indagine sui servizi in supporto alle attività di studio e all’inclusione nella vita universitaria per gli studenti con disabilità e con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), allo scopo di approfondire la comprensione delle tematiche legate alle condizioni di disabilità degli studenti e facilitare la loro piena integrazione. I risultati dello studio saranno pubblicati a breve e verranno ampliati anche al comparto Afam e ai corpi docenti ed amministrativi dell’intero sistema universitario nazionale.

C’è tanta strada da fare per migliorare la percezione della disabilità

«Lo scopo di questo lavoro – continua Comellini – è quello di fornire strumenti utili alla valutazione dei servizi offerti ai soggetti con disabilità, per favorire l’integrazione sociale, culturale, economica ed occupazionale e realizzare le azioni positive che favoriscano la crescita culturale in ogni ambito, specialmente nel settore della formazione dei giovani. Diversità e disabilità non devono essere elementi di discriminazione». Tornando alla Notte degli Oscar, in particolare al gesto estremo di Will Smith, «questo episodio pone l’accento sulle diversità evidenti e sulle condizioni della persona che non possono essere oggetto di ‘satira’. Il fatto non dovrebbe però essere letto solo in una chiave soggettiva, come mancanza o meno di comprensione e rispetto dell’altro, quanto piuttosto in una visione sistemica, delle dinamiche sociali rispetto la diversità e la disabilità. Questa considerazione evidenzia come la strada da percorrere verso l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità, sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2006, sia ancora piuttosto lunga».

Uricchio, presidente Anvur: «Occorre maggiore sensibilità verso la disabilità»

«Credo – commenta Antonio Felice Uricchio, presidente Anvur – che sia importante sottolineare anche l’importanza del rispetto della dignità della persona con disabilità in quanto soggetto fragile, ancora poco praticata persino in contesti di rilevanza internazionale come la Notte degli Oscar, dove invece sarebbe richiesta una maggiore sensibilità». Osserva Adriano Scaletta, anche lui membro della commissione Anvur sulla disabilità: «Penso che il limite della satira, dell’ironia e dell’autoironia debba essere determinato in maniera soggettiva. Ci sono molte persone che scherzano tranquillamente sulla propria disabilità, mentre altri si sentono a disagio. Trovo rispettoso lasciare al diretto interessato la possibilità e la scelta di scherzare o meno sulla propria condizione, perché nessuno ha il diritto di giudicare o le condizioni psico-fisiche di un’altra persona».

Anvur: «Dal nostro report una fotografia per migliorare i servizi per i disabili nelle università»

«Nel gesto e nelle parole di Will Smith si legge anche un atto di machismo, con l’uomo che si erge a paladino della fanciulla offesa, un messaggio sbagliato in generale, ma sicuramente fuori luogo in un contesto come la Notte degli Oscar, che invece promuove l’inclusione», dice Scaletta. «Il nostro rapporto – conclude Scaletta – restituisce una fotografia statistica delle possibilità di accesso ai servizi per gli studenti con disabilità del mondo universitario. Ci sono ancora molti interrogativi a cui rispondere, ma contiamo di ampliare i dati raccolti, in modo da ottenere un quadro più chiaro delle condizioni e della percezione degli alunni disabili nelle accademie e negli istituti italiani».

 

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