Mondo 23 Marzo 2021 11:31

Camerun e Covid-19, vittime sottostimate. Calò (Dokita): «Non ci sono né DPI né tamponi»

La referente Progetti dell’associazione umanitaria: «Sosteniamo i minori disabili, che rappresentano il 23% della popolazione. Offriamo assistenza, cure mediche e istruzione ad oltre 5 mila disabili del Camerun ogni anno, bambini spesso rifiutati non solo dalla comunità, ma anche dalle loro stesse famiglie»

di Isabella Faggiano
Camerun e Covid-19, vittime sottostimate. Calò (Dokita): «Non ci sono né DPI né tamponi»

Essere un bambino disabile in Camerun significa essere emarginato: è difficile nutrirsi adeguatamente, curarsi, ricevere assistenza, frequentare la scuola. In passato, i piccoli affetti da disabilità venivano addirittura accusati di stregonerie e malefici. Eppure, per chi li ha conosciuti hanno tutt’altro aspetto che quello di stregoni: «Sono bambini forti e coraggiosi – racconta Cecilia Calò, che si è personalmente presa cura di loro attraverso l’associazione Dokita -. Non potrò mai dimenticare quella insaziabile voglia di superare se stessi e i limiti imposti dalla loro disabilità. L’allegria e i sorrisi rimarranno per sempre impressi nella mia memoria, così come quei momenti in cui varcavo il cancello d’ingresso e i bambini, urlanti di gioia, mi correvano incontro e mi cingevano in un fortissimo abbraccio di gruppo».

Il Covid-19 in Camerun

La disabilità in Camerun colpisce oltre il 23% delle persone di età compresa tra i 2 e i 9 anni, bambini diversamente abili spesso a causa di malattie infettive come la polio, la malaria, la lebbra e soprattutto il morbillo (con il 63% di incidenza). Dokita, oltre che in Camerun, opera in altri 12 paesi del mondo, prestando soccorso, ogni anno, a più di 25 mila persone. Un impegno che con l’esplosione della pandemia si è ulteriormente intensificato. «È difficile gestire la sanità ordinaria per mancanza di strutture, personale, medicinali e presidi – racconta Cecilia Calò -. Figuriamoci una situazione di emergenza come quella scatenata dal Covid-19. I più poveri, che rappresentano la gran parte della popolazione, non hanno la possibilità di accedere né ai dispositivi di protezione individuale, né ai tamponi. Per questo, contagiati e deceduti sono sottostimati: non ci sono gli strumenti che permettano di valutare l’entità della pandemia».

L’impegno di Dokita

Cecilia, 38 anni, viaggia regolarmente in Camerun dal 2012, prima come cooperante, poi come referente dell’ufficio Progetti. Durante le sue numerosi missioni ha prestato assistenza in tutti i centri  Dokita della repubblica dell’Africa equatoriale che, ogni anno, aiutano complessivamente oltre 5 mila persone con disabilità. «Sono tutti dedicati all’accoglienza, alla cura e al sostegno scolastico dei bimbi con disabilità – spiega l’esponente dell’organizzazione umanitaria -, dal Foyer de l’Esperance di Sangmelima, che sostiene giovani con disabilità motorie e intellettive, al Foyer Père Monti di Ebolowa, che dal 1984 si prende cura di minori con disabilità nelle funzioni della voce, uditive, visive e dell’apparato motorio, fino al Centro Prohandicam di Yaoundé che gestisce una delle poche scuole per bambini ciechi in Camerun. Sono presenti sia insegnanti di lingua braille e dei segni, a seconda delle disabilità, che professionisti in grado di insegnare un mestiere ad ogni bambino, cosicché da adulto possa essere accolto e non rifiutato dalla società».

Un viaggio tra sfide e grandi emozioni

Cecilia Calò è stata diverse volte in Camerun, ma ad ogni viaggio ha provato le stesse emozioni, come se fosse il primo. «Ho dovuto fare i conti con un senso di impotenza, con la consapevolezza che pur offrendo tanto a questi bambini, attraverso l’impegno di Dokita e dei suoi donatori istituzionali e privati, non sembrava mai essere abbastanza (fino al 28 marzo è attiva la campagna sms solidale “Tutti Uguali”: per aiutare i bambini disabili basta inviare un sms o fare una chiamata da rete fissa al numero solidale 45580)». Ma, poi, osservando nel tempo il valore aggiunto che il suo operato individuale ha portato nella vita di molti bambini, ha provato una enorme soddisfazione: «Senza Dokita avrebbero vissuto un’intera vita di emarginazione – ammette Cecilia -. Questi bambini sono spesso rifiutati non solo dalla comunità, ma anche dalle loro stesse famiglie. E quando il loro percorso con noi giunge al termine e diventi spettatore del loro ingresso in società, allora capisci che pur non risolvendo i problemi di tutti – conclude – rendi davvero migliore la vita di tanti».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Malaria in Africa: perché la maggior parte dei paesi non l’ha ancora sconfitta?
La malaria rimane una delle malattie parassitarie più devastanti che colpiscono gli esseri umani. Nel 2020 si sono registrati circa 241 milioni di casi e 672.000 decessi
di Stefano Piazza
Gli allarmi caduti nel vuoto e ora la Somalia rischia la più grande carestia della sua storia
In un recente report le Nazioni Unite prevedono che più di 300.000 persone in Somalia verranno colpite dalla carestia entro il mese di dicembre
di Stefano Piazza
Epidemia di Ebola, paura in Uganda
Torna la paura in Uganda: nell'ultimo mese, almeno 64 persone sono state infettate da una specie rara di virus Ebola, per la quale non sono disponibili vaccini o trattamenti e il primo bilancio parla di almeno 30 morti
di Stefano Piazza
La lunga battaglia contro la malaria, tra sfide vinte e ancora aperte
Da quando la sua eziologia è stata descritta per la prima volta più di 100 anni fa, la malaria è diventata una delle malattie infettive più conosciute al mondo. Tuttavia, nel 2019 ci sono stati ancora più di 620.000 decessi e circa 230 milioni di casi in tutto il mondo, quasi tutti nell'Africa subsahariana
di Stefano Piazza
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...