Lavoro e Professioni 27 Maggio 2022 15:58

Per la Medicina Generale 900 borse in più. Anelli (Fnomceo): «Aiuta a svuotare imbuto formativo»

«Esprimiamo la nostra soddisfazione – commenta Filippo Anelli – per questo intervento. Dimostra un’attenzione da parte del Governo alle cure primarie e alla figura del Medico di Medicina Generale»
Per la Medicina Generale 900 borse in più. Anelli (Fnomceo): «Aiuta a svuotare imbuto formativo»

Sono finalmente realtà le 900 borse aggiuntive per la Medicina Generale, previste per il triennio 2021-2023 dal Ministro della Salute Roberto Speranza investendo i fondi del PNRR. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 maggio scorso il Decreto Ministeriale che assegna, con questo obiettivo, quasi 34 milioni di euro alle regioni e province autonome. A darne oggi notizia, con una comunicazione ai Presidenti, la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri.

«Esprimiamo la nostra soddisfazione – commenta il Presidente, Filippo Anelli – e ringraziamo il Ministro Speranza per questo intervento, da noi più volte auspicato e promosso, che aiuta a “svuotare” il cosiddetto imbuto formativo, dovuto al sovrannumero di medici laureati e abilitati rispetto ai posti nelle Scuole di specializzazione e al Corso per la Medicina Generale. E che dimostra un’attenzione da parte del Governo alle cure primarie e alla figura del Medico di Medicina Generale».

«Il Medico di Medicina Generale – aggiunge – è infatti il professionista al quale il Servizio sanitario nazionale affida il cittadino lungo tutta la sua vita, e che concretizza i principi di universalità, uguaglianza, equità, tramite la prossimità, la fiducia, la libera scelta. E il cittadino ricambia: in tutti i sondaggi, il gradimento verso il medico di famiglia raggiunge livelli altissimi, oltre l’80%».

«Ora – esorta Anelli – occorre fare quei passi in più che rendano attrattivi i percorsi di formazione prima, e poi quelli professionali. Occorre equiparare il titolo alle specializzazioni, e, di conseguenza, rendere uniformi le retribuzioni per i colleghi che scelgono una di queste due vie complementari e sinergiche: quella di prendere in carico l’individuo nel suo complesso, o quella di specializzarsi nella cura di un organo, un apparato, una patologia».

«Si deve poi sviluppare, sul territorio, un modello multiprofessionale – conclude – in cui il Medico di Medicina Generale lavori in team con altri professionisti. Quello che serve ora al paese è un processo di riforma vero, che badi più al contenuto che al contenitore, che sia condiviso con i professionisti e li veda lavorare insieme in strutture distribuite in maniera capillare sul territorio. Abbiamo bisogno di un atto di coraggio, di investimenti concreti e mirati che valorizzino il ruolo dei professionisti e avvicinino la sanità ai cittadini».

 

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