Lavoro e Professioni 15 Gennaio 2020 10:50

Francia, mille primari si dimettono per «salvare l’ospedale pubblico»

Tagli, turni massacranti e salari bassi i motivi della protesta

Una trentina di primari del Servizio sanitario pubblico francese hanno comunicato le dimissioni di oltre mille di loro colleghi in Francia dalla loro funzione amministrativa. Tutto ciò è avvenuto presso la Facoltà di Medicina di Pitié Salpêtrière, a Parigi. I motivi di un gesto così politicamente forte e senza precedenti sono diversi: dal troppo lavoro («Riteniamo che in 10 anni la produttività sia aumentata del 15% mentre la forza lavoro è aumentata solo del 2%», ha dichiarato uno dei dimissionari), agli stipendi («Quello degli infermieri in Francia è il 28esimo tra i paesi OCSE», spiega un altro), ma in generale tutti concordano su un «deterioramento vertiginoso e senza precedenti che mette a rischio i pazienti e gli operatori sanitari». Si parla di carichi di lavoro che vanno, a volte, dalle 60 alle 80 ore settimanali, il tutto nonostante la grave carenza di materiali e mezzi.

Insieme, i mille dimissionari chiedono un «aumento significativo dei salari» (di almeno 300 euro netti al mese) in modo da raggiungere i salari medi OCSE nel settore e un aumento della spesa sanitaria (mancherebbero circa 600 milioni di euro, oltre ai 200 milioni annunciati dal governo per la sanità pubblica solo poche settimane fa). È stata inoltre chiesta una revisione del metodo di finanziamento e della governance, nonché l’assunzione del personale necessario per migliorare la qualità dell’assistenza e, dunque, la sicurezza del paziente.

Ma in cosa consistono, in sostanza, queste dimissioni? Gli organizzatori spiegano che non avranno conseguenze sulla cura dei pazienti, i quali «non saranno ostaggio delle nostre azioni», spiegano. Anche la formazione degli operatori sanitari continuerà. I dimissionari avvertono tuttavia che d’ora in poi e per tutto il tempo in cui dureranno queste dimissioni (che potrebbero essere revocate in caso di un buon riscontro da parte del Governo) ogni medico sarà individualmente responsabile delle sue azioni e non ci sarà più alcun legame con l’amministrazione in merito alla gestione dei turni di lavoro. I pazienti dovranno dunque fare riferimento direttamente all’amministrazione e non più ai capi dipartimento. A questa mobilitazione dovrebbe seguire una manifestazione ad inizio febbraio e altre forme di protesta forte come questa.

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

 

Articoli correlati
Perché andare nelle Case della Comunità, se lo studio medico è sotto casa? Risponde Pina Onotri (SMI)
Il Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani, in un’intervista a Sanità Informazione ripercorre le principali criticità del PNNR. Le proposte: «Modificare la legge 502/92 e studiare un meccanismo flessibile di equivalenza scelta/ore, che permetta ai medici con un carico assistenziale inferiore al massimale di coprire un debito orario nelle case di comunità, retribuiti a quota oraria o capitaria»
«Può un infermiere nel 2022 morire di turni massacranti?»
Il nostro sindacato chiede a tutti gli infermieri italiani, in tutti gli ospedali e in tutte le strutture private, da Nord a Sud, di osservare un minuto di silenzio e di raccoglimento. Gli infermieri possono morire a causa dei turni massacranti? La scomparsa della collega Sara Sorge, deceduta in un incidente mortale, sembrerebbe accertato, dopo […]
di Antonio De Palma, presidente Nursing Up
Covid-19, Consulcesi: «Operatori sanitari allo stremo, tra turni massacranti e minacce da no vax»
Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi: «Da quando è scoppiata la quarta ondata siamo stati sommersi da segnalazioni da parte di operatori sanitari: doppi turni non retribuiti, pressioni e minacce da parte dei no vax. È inaccettabile e per questo il nostro servizio di consulenza legale gratuita a disposizione di tutti coloro che necessitano di supporto»
Turni massacranti, muore chirurgo dopo 12 ore di lavoro. Quici (Cimo-Fesmed): «Medici ostaggio degli ospedali»
«Non è il primo collega, purtroppo, e non sarà l’ultimo. I medici sono abbandonati dagli ospedali, non riescono ad avere un adeguato riposo e queste sono le tragiche conseguenze. Apriremo una vertenza sulle condizioni dei medici ospedalieri»
Migliaia di medici lasciano gli ospedali, nasce Osservatorio per la “Great Resignation” in sanità
Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi: «Si aggrava il problema dei turni massacranti e sempre più operatori sanitari si dimettono. A rischio il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale». Attivo numero verde per consulenze gratuite
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Sanità

GIMBE: Nonostante gli aumenti, il Fondo sanitario scende al 5,9% del PIL

Aggiunti alla sanità € 2,4 miliardi nel 2026 e € 2,65 miliardi nel 2027 e nel 2028. Nel 2028 il fondo sanitario arriverà a € 145 miliardi e secondo l'analisi indipendente ...
di Redazione
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Salute

Capelli bianchi: non solo un segno del tempo, ma un meccanismo di difesa contro il cancro

Secondo uno studio dell’Università di Tokyo i capelli bianchi rappresentano una risposta difensiva delle cellule staminali dei melanociti del bulbo pilifero a gravi danni al DNA
di Isabella Faggiano