Lavoro e Professioni 26 Maggio 2015 16:45

Un dramma chiamato responsabilità professionale

Intervista a Pierpaolo Vargiu, presidente Commissione Affari Sociali della Camera: «Un testo di legge che metta ordine a materia che crea problemi legati alla medicina difensiva attiva e passiva»
Un dramma chiamato responsabilità professionale

Troppe responsabilità e poche garanzie. Il medico italiano è sempre più vittima del caos assicurativo che regna sovrano in Italia oramai da troppi anni.

Di proposte di legge per regolamentare una  volta per tutte una materia così complessa ce ne sono tante. Alla commissione Affari Sociali della Camera si sta infatti lavorando alla messa a punto di un testo unico che raggruppi le diverse sensibilità. Sanità informazione ha chiesto a Pier Paolo Vargiu, presidente della Commissione, a che punto è lo stato dei lavori.

Onorevole Vargiu, è in preparazione un testo unico ovvero una legge quadro sulla Rc professionale, chiesta da più parti. E’ un momento importante in Commissione Affari Sociali…

«Io credo che il tema del rischio clinico e della responsabilità professionale sia un vero e proprio dramma che consuma una quantità di risorse immensa e che sta creando i problemi legati alla medicina difensiva – attiva e passiva – che ben conosciamo. E’ un argomento complesso ma credo che la Commissione stia lavorando bene: è quasi pronto il testo che esce dal comitato ristretto. Non mi aspetto che venga approvato in quattro e quattr’otto, tuttavia è certamente un passo importante e decisivo per arrivare ad un ragionamento comune su una questione che non può più essere rimandata».

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha sollecitato la legge quadro sottolineandone l’importanza. Tante le realtà coinvolte tra cui i medici ospedalieri: proprio Cimo di recente ha rimarcato quanto questo testo sia il benvenuto. L’auspicio è che possa trovare delle soluzioni definitive che accontentino tutti.

«Accontentare tutti sarà difficile, quel che è certo è che bisogna agire nell’interesse del paziente. Capisco che medici ed operatori sanitari siano più sensibili al problema, ma la soluzione che noi troviamo è fondamentalmente una risposta ai problemi del paziente. Ogni anno vengono sprecati dai 10 ai 12 miliardi di euro che non vengono utilizzati per la buona medicina. Quand’è così il danno è evidentemente del paziente. Di conseguenza il problema del rischio clinico e della Rc è fondamentalmente suo, del cittadino, e proprio per questo dobbiamo risolverlo in fretta».

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