Lavoro e Professioni 10 Giugno 2021 17:21

Medico condannato a pagare 25mila euro di provvisionale. L’Azienda lo lascia solo

Dopo una condanna in sede penale di primo grado, un camice bianco ha chiesto sostegno alla direzione sanitaria, che gliel’ha negato: «Quel che è successo a me potrebbe succedere a tutti i medici dipendenti di una struttura sanitaria»

Medico condannato a pagare 25mila euro di provvisionale. L’Azienda lo lascia solo

Cosa significa lavorare per 20 anni in una struttura sanitaria pubblica e, di fronte ad una condanna penale in primo grado (immediatamente impugnata) e ad una provvisionale di circa 25mila euro (che in alcuni casi può pure superare quota 100mila), essere lasciati da soli? Cosa significa essere sicuri di avere l’azienda dalla propria parte, pronta a “proteggere” il suo dipendente (e semmai rivalersi su di lui per danno erariale qualora la Corte dei Conti dovesse accogliere l’eventuale domanda), e invece ritrovarsi ad essere trattato come un libero professionista, che lavora in proprio? Lo sa bene il dottor N., coinvolto cinque anni fa in un processo penale (insieme ad altri colleghi) per il decesso di una paziente e, per l’appunto, condannato in primo grado. La sentenza, dunque, non è definitiva e il medico ha fatto ricorso contro la decisione del giudice.

La vicenda

Il dottor N. è un anestesista rianimatore che si è ritrovato a trattare una paziente che aveva avuto delle complicazioni in un altro reparto. Nel giro di poco più di una settimana la donna è purtroppo deceduta. I parenti stretti hanno dato mandato ai loro avvocati per chiedere il risarcimento e questi si sono organizzati in maniera tale da effettuare un attacco su due fronti. In che modo? Separando le posizioni degli eredi/parenti.

Da un lato alcuni di loro si sono costituiti parte civile nel procedimento penale contro i medici. Gli altri, sempre imparentati con la defunta, hanno promosso una causa civile contro la struttura. Perché questo? Perché il procedimento risarcitorio non c’è nella causa penale a meno che i soggetti danneggiati non si costituiscano parte civile e formulino una richiesta di risarcimento. In un certo senso, dunque, il procedimento civile si innesta nel procedimento penale. Per cui il giudice penale, oltre a valutare i profili di responsabilità, assume anche le vesti “civilistiche” per valutare il risarcimento del danno da riconoscere ai danneggiati costituiti parti civili. Se gli avvocati dei parenti/eredi della persona defunta si muovono in questo modo è possibile iniziare e mandare avanti in contemporanea sia il processo civile che quello penale. In caso contrario, il procedimento civile viene sospeso o dichiarato inammissibile perché è già pendente la richiesta risarcitoria nel penale.

I legali degli eredi hanno quindi deciso di agire su due fronti, separandosi per l’appunto e chiamando in causa penalmente i dipendenti della struttura e civilmente la struttura stessa. Così i due procedimenti potevano andare avanti in contemporanea e uno indipendentemente dall’altro.

L’Azienda lascia solo il dipendente

Così arriva la condanna nel penale dei medici coinvolti e, grazie alla costituzione di parte civile, c’è anche il riconoscimento della provvisionale. «In quell’occasione – spiega il dottor N. – ci siamo ritrovati in una di quelle situazioni in cui saltano tutti i protocolli e le linee guida e poi, al momento della Ctu, viene rinfacciato al medico di non aver seguito pedissequamente le indicazioni».

Con questo peso sulle spalle, il dottor N. chiede all’azienda se provvederà a pagare la provvisionale al posto suo. D’altra parte, lui lavora per loro, non è un libero professionista. L’assicurazione che copre la struttura dovrebbe tutelare anche i suoi dipendenti. «Mi è stato risposto che era una questione mia, che la struttura non aveva niente a che fare con quel procedimento, e che non avrebbero pagato nulla. Avrei dovuto farlo io», spiega il dottor N. a Sanità Informazione. «È una cosa che mi ha amareggiato molto perché sono stato trattato come un libero professionista, un privato. Ma a saperlo, mi sarei tutelato come fanno tutti i privati, con una polizza assicurativa che mi garantiva anche in situazioni come questa. Mi aspettavo che l’azienda stesse dalla mia parte, dalla parte di un suo dipendente, ma non è stato così. Ma gli obblighi assicurativi dell’azienda nei confronti del dipendente, previsti dalla legge Gelli e dal contratto – si chiede –, dove sono finiti?».

In effetti l’azienda, seppur comportandosi in modo formalmente corretto, avrebbe tranquillamente potuto provvedere al pagamento della provvisionale (che altro non è che un anticipo del risarcimento) e, in caso di condanna definitiva del medico, provare a rivalersi su di lui per il potenziale danno all’erario. Ha invece scelto di prendere le distanze, lasciandolo sostanzialmente solo con i suoi problemi. «Ma un’azienda senza dipendenti, senza personale che effettua materialmente visite e interventi, non sta su. Non funziona, non esiste. Sarebbe dunque anche suo interesse proteggerli», dice il dottor N., che conclude: «Quando tutto va bene, dipendente e azienda vanno avanti tranquillamente l’uno al fianco dell’altra. Quando qualcosa va storto, l’azienda può sfilarsi. È successo a me, ma a quante decine di migliaia di colleghi che lavorano nelle strutture potrebbe accadere?».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Danni da vaccinazione anti-Covid, novità in materia di indennizzo
La vaccinazione è un trattamento sanitario (art. 32 Cost.) che, secondo la Corte Costituzionale, ha una duplice finalità: “individuale” in quanto mira a proteggere la persona che si sottopone alla vaccinazione e “collettiva” poiché mira a proteggere gli altri dal rischio di diffusione del contagio
Sulla responsabilità penale del pediatra
Una recente sentenza si è espressa sulla responsabilità penale del pediatra: non trattenere il minore per accertamenti è omicidio colposo
di Riccardo Cantini, intermediario assicurativo (Iscrizione RUI di IVASS: E000570258)
“La sanità digitale come strumento di prevenzione del rischio clinico”: esperti a confronto al Santo Spirito
Nel convegno promosso dall'Asl Roma 1 si parlerà di e-health e di tutte le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) necessarie per far funzionare il sistema sanitario in sicurezza e qualità, riducendo i rischi collegati ai processi sempre più complessi ed interprofessionali.
La responsabilità del medico specialista
Ci occupiamo di un caso di responsabilità del medico specialista. Per la Cassazione questi non può considerarsi un mero esecutore
di Riccardo Cantini, intermediario assicurativo (Iscrizione RUI di IVASS: E000570258)
Violazione del segreto professionale del medico
Violazione del segreto professionale del medico. Cosa si rischia e come viene gestito dalle coperture assicurative di RC professionale
di Riccardo Cantini, intermediario assicurativo (Iscrizione RUI di IVASS: E000570258)
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Amiloidosi cardiaca, l’ho scoperta così! (Live dalle ore 15.00)

L’amiloidosi cardiaca è una patologia rara e complessa, caratterizzata dall’accumulo di proteine amiloidi nel cuore, che conduce a una progressiva disfunzione cardiaca. In ques...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Advocacy e Associazioni

Nasce l’Intergruppo Parlamentare “Innovazione Sanitaria e Tutela del Paziente”

L’Intergruppo punta in particolare a sviluppare strategie di programmazione sanitaria che integrino tecnologie avanzate, quali l’intelligenza artificiale e dispositivi medici innovativi, e...
Advocacy e Associazioni

HIV, è ancora emergenza: “Scarsa informazione, pochi test e tanto stigma”

Medici, Associazioni e Istituzioni, a pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’Aids, tornano a parlare di HIV per ridefinire l’agenda delle priorità. Presentato “HIV. Le ...