Lavoro e Professioni 6 Dicembre 2017 18:00

ECM, tra fiction e realtà: quando il medico si forma con film e serie tv

«L’OMS promuove il supporto audiovisivo per la formazione degli operatori sanitari», così Francesco Bartolozzi, Direttore Sanitario della Casa di Cura “Villa Margherita” di Roma, ai nostri microfoni

ECM, tra fiction e realtà: quando il medico si forma con film e serie tv

Può una fiction insegnare a fare il medico? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sì. O meglio: «Il supporto audiovisivo può aiutare gli operatori sanitari a comprendere determinate dinamiche perché si rivedono nell’operato degli attori». Così il Dottor Francesco Bartolozzi, Direttore Sanitario della Casa di Cura “Villa Margherita” di Roma, spiega ai nostri microfoni il motivo per cui, nel corso del 12° Forum Risk Management in Sanità, ha portato nel corso del suo intervento l’esempio di “E.R. – Medici in prima linea”, una delle serie televisive più seguite e amate della storia. Un concetto, quello della finzione a supporto della formazione del personale sanitario, che si è già concretizzato da diversi anni attraverso i Film Formazione, modalità di fruizione di corsi ECM tramite FAD (Formazione a Distanza) che continua a riscuotere grande successo.

Siamo partiti da E.R., la fiction per eccellenza sul mondo medico, per affrontare un tema molto serio, quello della formazione dei professionisti della sanità. In che modo questi due mondi possono dialogare?

«Una serie come E.R., che è appunto l’eccellenza dal punto di vista della sceneggiatura, della costruzione delle relazioni dei personaggi e anche dell’estremo realismo medico, aiuta tantissimo i camici bianchi nel formarsi, nel comprendere e quindi nell’ottenere risultati formativi».

Lei ha citato addirittura una delle puntate della serie…

«Sì, la puntata 20 della prima serie, in cui il dottor Greene, l’eroe per antonomasia di E.R., il medico bravo, quello scrupoloso, coscienzioso, attento, commette un grave errore: sbaglia una diagnosi su una paziente in gravidanza e questo costringe la paziente a tornare al pronto soccorso, per morirci poco dopo. Quindi un errore su una paziente che di base era sana che poteva essere gestita in maniera diversa. E proprio il fatto che quest’errore lo faccia il migliore, cioè il dottor Greene, aiuta a capire come gli errori facciano parte inevitabilmente di ogni attività umana, anche quella medica. E quindi bisogna costruire una rete di protezione intorno che aiuti l’operatore in prima linea a minimizzare il numero degli errori».

Il tema della formazione è centrale per tutti gli operatori sanitari. Tra l’altro siamo vicinissimi alla scadenza della proroga concessa per mettersi in regola con i crediti ECM e queste iniziative, queste nuove metodologie possono aiutare anche a rispettare l’obbligo.

«Assolutamente sì. Creano coinvolgimento e non rappresentano dunque la solita lezione d’aula in cui c’è una persona che parla e altri che sono costretti ad ascoltare. Si crea una relazione dinamica, che coinvolge lo studente e gli permette di apprendere di più. Questo è quel che penso io ma, ripeto, l’OMS è in prima fila nel sostenere che l’audiovisivo in queste tematiche aiuta tantissimo».

Questa diventa forse la nuova frontiera dell’aggiornamento ECM.

«Con ogni probabilità sì».

LEGGI ANCHE: ECM, LA PROPOSTA DELL’ESPERTA DI FORMAZIONE: «PAGHIAMO I MEDICI PER OGNI CREDITO ACQUISITO»

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