Lavoro e Professioni 17 Novembre 2020 13:52

Educatori professionali, Riposati: «Aumentare i posti nelle università e creare nuove specializzazioni»

Il presidente del CdA nazionale: «La pandemia ha aggravato le criticità già esistenti, è arrivato il momento di risolverle. L’offerta territoriale è inadeguata alle richieste di assistenza dei cittadini»

di Isabella Faggiano

«Scarsa presenza sul territorio e formazione inadeguata sia per posti disponibili ogni anno, sia per le tipologie di specializzazione offerte: sono le criticità emerse a seguito della pandemia da Covid-19 che, seppur già presenti in passato, oggi è necessario e urgente risolvere». È Renato Riposati, presidente del CdA nazionale degli educatori professionali, ad offrire un’analisi dello stato dell’arte delle condizioni in cui opera la categoria che rappresenta, a nove mesi dall’esplosione della pandemia che, per la sua gravità, ha messo a dura prova la gestione dell’intero Sistema Sanitario Nazionale.

«SERVONO PIU’ EDUCATORI PROFESSIONALI»

«Il numero di educatori professionali attualmente abilitati – continua Riposati – non è sufficiente a soddisfare tutte le esigenze di assistenza nei vari ambiti di competenza, dagli anziani, ai disabili, ai minori, fino alla salute mentale. Per questo motivo chiediamo, già da tempo, un ampliamento dell’offerta formativa. Il nostro corso di laurea è attualmente a numero chiuso ed ogni anno è garantito l’accesso ai 740 studenti che raggiungeranno il punteggio più alto al test d’ingresso. Secondo le nostre stime, precedenti alla pandemia da Covid-19, i posti disponibili dovrebbero essere almeno 900. È molto probabile che questa richiesta subirà un nuovo incremento a seguito delle prossime analisi che andranno a valutare la situazione in epoca Covid».

«L’OFFERTA FORMATIVA NON È EQUAMENTE DISTRIBUITA TRA LE VARIE REGIONI»

Non tutte le università d’Italia offrono un corso di laurea in educazione professionale: «Addirittura c’è chi è costretto ad andar fuori dalla propria regione di residenza, come accade in Sicilia dove questo indirizzo non è presente in nessuna università dell’isola. In altre realtà, come Calabria, Sardegna o Liguria, l’offerta, se disponibile, è discontinua, rinnovata a bienni o trienni alterni», racconta il presidente del CdA nazionale degli educatori professionali.

«ISTITUIRE NUOVE SPECIALIZZAZIONI»

Alcune professioni sanitarie hanno più volte avanzato l’ipotesi di voler prolungare il proprio corso di laurea da tre a quattro o cinque anni. Per gli educatori, invece, un triennio di formazione di base è sufficiente. «È l’offerta di formazione specialistica a dover essere incrementata – dice l’educatore professionale -. Durante il corso di laurea è previsto un tirocinio di circa 1.500 ore distribuite nel triennio, che permette agli studenti di affiancare i professionisti di un servizio, lavorando anche in equipe interdisciplinari per apprendere la collaborazione con altre figure professionali. Ma successivamente, per migliorare ulteriormente le proprie competenze, avrebbero bisogno di poter accedere a delle magistrali specializzanti. Ad oggi, l’unica specializzazione disponibile per gli educatori professionali è nell’ambito del management, un percorso post laurea che consente l’accesso ai ruoli dirigenziali all’interno dei sistemi sanitari, settore in cui le possibilità di carriera sono davvero scarse. Quello che, invece, sarebbe necessario offrire sono le specializzazioni nei distretti dove gli educatori professionali operano più di frequente: minori, anziani, handicap, salute mentale».

«LA TELE RIABILITAZIONE DA SOLA NON BASTA: PROMUOVERE L’ASSISTENZA DOMICILIARE»

Diversificazione delle specializzazioni e aumento dei professionisti formati ogni anno potrebbero essere le prime due soluzioni utili ad aumentare e migliore l’offerta territoriale: «Durante la pandemia, gli educatori, salvo che nei contesti residenziali dove i servizi non sono stati mai interrotti, hanno cercato di dare seguito alla propria assistenza attraverso la tele riabilitazione – dice Riposati -. Più rari gli interventi a domicilio che, potendo contare su un numero maggiore di professionisti, avrebbe meglio garantito la continuità e l’efficacia dell’assistenza. Soprattutto – conclude il presidente del CdA nazionale degli educatori professionali – tra le fasce più fragili della popolazione che senza il sostegno in presenza dei professionisti sanitari potrebbero peggiorare la loro condizione di isolamento».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Giornata malattie rare, l’approccio multiprofessionale della FNO TSRM PSTRP a sostegno dei pazienti
Tra le varie iniziative in cantiere sul tema delle malattie rare la FNO TSRM PSTRP ha in programma per il prossimo 29 giugno un evento formativo in occasione della Giornata mondiale della Sclerodermia
Professioni Sanitarie, Ordine TSRM PSTRP di Milano lancia corso per costruire la dirigenza del futuro
L'Ordine di Milano ha inaugurato un corso sul management delle professioni sanitarie. «Capacità di osservazione, curiosità e spirito di iniziativa sono le fondamenta su cui costruire la Dirigenza del futuro» ha spiegato il presidente Diego Catania
Ordine TSRM PSTRP Roma, gli obiettivi della Lista “Sinergia”
Al centro del progetto «una rappresentanza politica delle professioni sul territorio, tale da costituire una presenza attiva e costante in tutti i contesti comunali». Le elezioni si svolgeranno il 16, 17, 18 e 19 dicembre
Simulazione in formazione, ecco come la realtà virtuale prepara i farmacisti ad affrontare le sfide reali
Dalla “clean room” alla ricerca clinica, fino a capitolati di gara e interazione con il paziente, Zanon (SIFO): «La figura del farmacista è poliedrica e, per questo, anche la sua formazione, compresa quella post laurea, deve essere altrettanto variegata. L’utilizzo della simulazione ha segnato un punto di svolta importante nei processi formativi»
Scadenza triennio formativo, gli Ordini richiamano gli iscritti con informativa personalizzata
Il contenuto della lettera inviata agli iscritti all'Ordine dei medici di Siena. Del Gaudio (Opi Foggia): «Evitare rischio mancata copertura assicurativa». D’Avino (FIMP): «Il Cogeaps ha agito secondo la normativa, che gli iscritti conoscono». Antonazzo (Opi Lecce): «Solo il 28% degli iscritti certificabile»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

In Italia quasi 1,5 milioni di italiani con demenza. Nel mondo nessuna diagnosi per il 75%

In occasione del XIII Mese Mondiale di settembre Federazione Alzheimer Italia e Alzheimer’s Disease International lanciano un appello per aumentare la consapevolezza sulla demenza e combattere l...
Salute

Automedicazione: dall’Enterogermina al Daflon, ecco i prodotti più venduti in farmacia

I dati Pharma Data Factory (PDF): nell’ultimo anno mobile (agosto 2023-settembre 2024) il mercato dei farmaci per l’autocura è stabile (-1%), anche se con prezzi in lieve aumento (+...
Prevenzione

Medici di medicina generale, igienisti e pediatri assieme contro il virus respiratorio sincinziale

Il Board del Calendario per la Vita accoglie con soddisfazione la possibilità di offrire a carico del Ssn, come annunciato dalla Capo Dipartimento Prevenzione del Ministero, l'anticorpo monoclo...