Salute 17 Luglio 2025 12:46

Ipertensione resistente ai trattamenti: dati positivi per baxdrostat dallo studio BaxHTN

Lo studio di Fase III BaxHTN mostra che baxdrostat riduce in modo significativo la pressione arteriosa in pazienti con ipertensione non controllata. Il farmaco, sviluppato da AstraZeneca, agisce con un nuovo meccanismo d’azione mirato all’aldosterone
Ipertensione resistente ai trattamenti: dati positivi per baxdrostat dallo studio BaxHTN

Nel mondo 1,3 miliardi di persone convivono con l’ipertensione, una patologia che, quando non controllata, può aumentare il rischio di infarto, ictus, scompenso cardiaco e malattia renale. Solo negli Stati Uniti circa il 50% dei pazienti ipertesi, nonostante ripetute terapie, non riesce a mantenere sotto controllo la propria pressione arteriosa.

Dallo studio di Fase III BaxHTN arrivano buone notizie per questi pazienti: la small molecule baxdrostat – nei dosaggi a 2 mg e 1 mg – ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante della pressione arteriosa sistolica media a riposo, rispetto al placebo, a 12 settimane di trattamento.

Lo studio ha inoltre raggiunto con successo tutti gli endpoint secondari. I pazienti con ipertensione non controllata o resistente al trattamento hanno ricevuto baxdrostat o placebo in aggiunta alla terapia standard. Baxdrostat è risultato generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza favorevole.

“Molte persone continuano a sperimentare difficoltà nel controllare la propria pressione arteriosa, anche quando assumono più farmaci -afferma Bryan Williams, Chair of Medicine presso l’University College London – I risultati molto promettenti dello studio di Fase III BaxHTN dimostrano che baxdrostat, somministrato una volta al giorno in aggiunta alla terapia standard, può ridurre in modo significativo la pressione sistolica, offrendo un potenziale nuovo approccio terapeutico per il controllo dell’ipertensione, il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.”

“Siamo molto soddisfatti dei risultati dello studio di Fase III BaxHTN, che hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante della pressione arteriosa sistolica – sottolinea Sharon Barr, Executive Vice President, BioPharmaceuticals R&D di AstraZeneca – Questi dati rappresentano una solida evidenza del potenziale di baxdrostat nel rispondere a un bisogno clinico insoddisfatto agendo sulla disregolazione dell’aldosterone e introducendo un meccanismo innovativo in un ambito che non ha visto innovazioni terapeutiche significative negli ultimi vent’anni.”

Lo studio BaxHTN
BaxHTN è uno studio di Fase III, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e a gruppi paralleli, disegnato per valutare la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia di baxdrostat in pazienti con ipertensione non controllata in trattamento con due differenti farmaci antipertensivi e in pazienti con ipertensione resistente trattati con tre o più differenti farmaci antipertensivi, uno dei quali rappresentato da un diuretico.

I dati dello studio saranno condivisi con le autorità regolatorie a livello globale e presentati in una late-breaking session al Congresso della European Society of Cardiology (ESC) , che si terrà a Madrid dal 29 agosto al 1 settembre 2025.

Come agisce Baxdrostat
Baxdrostat è un potenziale first-in-class, un inibitore altamente selettivo dell’aldosterone sintasi (ASI), che agisce sull’ormone responsabile dell’elevata pressione arteriosa e dell’aumento del rischio cardiovascolare e renale. Attualmente è oggetto di studio in trial clinici in monoterapia per il trattamento dell’ipertensione arteriosa e dell’aldosteronismo primario e, in combinazione con dapagliflozin, per la malattia renale cronica e la prevenzione dello scompenso cardiaco in pazienti ipertesi ad alto rischio.

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