Prevenzione 17 Giugno 2025 11:37

Fertilità: 1 malattia andrologica su 10 può comprometterla, ma il 95% degli under 35 non fa controlli

Per contrastare l’emergenza denatalità in Italia, legata a un calo della fertilità sia maschile che femminile, la Società Italiana di Andrologia lancia il progetto “Il Rotary per la crescita della natalità: visita andrologica per 200.000 diciottenni”
Fertilità: 1 malattia andrologica su 10 può comprometterla, ma il 95% degli under 35 non fa controlli

In Italia 2 milioni i giovani fra i 16 e i 35 anni d’età hanno una malattia andrologica che, in 1 caso su 10, potrebbe compromettere la fertilità. Nonostante questo, meno del 5% dei giovani uomini si è sottoposto almeno una volta a una visita dall’andrologo, soprattutto da quando non c’è più la visita di leva, mettendo così a rischio le future probabilità di concepimento e alimentando l’emergenza denatalità. Per questo la Società Italiana di Andrologia (SIA), in collaborazione con Rotary Club Roma, con il coinvolgimento della SIRU (Società Italiana della Riproduzione Umana), e le istituzioni lancia il progetto “Il Rotary per la crescita della natalità: visita andrologica per 200.000 diciottenni”. L’iniziativa, che verrà presentata oggi pomeriggio in Campidoglio, in occasione del centenario del Rotary Club Roma, partirà da settembre 2025 inizialmente nelle scuole di quattro regioni campione (Lazio, Calabria, Campania, Trentino Alto Adige).

Il ruolo del declino della fertilità sul calo delle nascite

“Il progetto punta a contrastare il fenomeno della denatalità nel nostro paese, dovuta principalmente ad un declino della fertilità in entrambi i sessi, intercettando i giovani per far capire loro che devono e possono rivolgersi all’andrologo senza paura e che individuare una patologia oggi può aiutare a preservare la fertilità di domani”, spiega Alessandro Palmieri, presidente SIA e professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli. “Il fattore tempo è infatti fondamentale per evitare che patologie banali diventino irreversibili. Purtroppo – continua – molti pazienti con malattie congenite o acquisite dell’apparato riproduttivo e sessuale per vari motivi, dalla disinformazione alla timidezza e la scarsa confidenza, non si rivolgono all’andrologo e raramente ne parlano ai medici di medicina generale, finendo anche per sviluppare ansie e fobie di ogni tipo”.

Una visita gratuita per i 18enni residenti in 4 Regioni

L’iniziativa si rivolge dunque agli studenti che hanno compiuto 18 anni d’età, ai quali verrà offerta la possibilità di accedere a una visita gratuita in una delle strutture pubbliche individuate insieme alle 4 Regioni coinvolte. “L’incontro di oggi – dichiara Antonio Aversa, professore ordinario di Endocrinologia, Dipartimento Medicina Sperimentale e Clinica, Università di Catanzaro ‘Magna Graecia’ e dirigente medico di I Livello Azienda Ospedaliero Universitaria Renato Dulbecco di Catanzaro – contribuirà a facilitare il confronto diretto tra i soci del Rotary Club di Roma ed i professionisti del settore impegnati nella diagnosi e gestione delle patologie andrologiche. Il valore di questo progetto sta nella sua possibile attuazione in tutta Italia rappresenta un importante momento di condivisione e trasferimento del sapere ai nostri giovani”.

Superare la disinformazione che ostacola la prevenzione della fertilità

L’idea è quindi quella di contrastare la natalità con la conoscenza, l’informazione, la sensibilizzazione e la diagnosi precoce. “In sintonia con quanto emerso nel recente intervento del Governo che ha promosso gli Stati Generali della Prevenzione a Napoli, il nostro obiettivo è di partire dai giovani, già fin dai banchi di scuola”, dice Palmieri. “Per invertire la denatalità bisogna superare la disinformazione, la timidezza e la scarsa consapevolezza che oggi ostacolano la prevenzione. Questo progetto – prosegue – non è solo un intervento medico, ma un investimento sociale e culturale. Promuovendo la diagnosi precoce, l’informazione e la sensibilizzazione, si gettano le basi per una maggiore consapevolezza della salute riproduttiva maschile. L’auspicio è che questa iniziativa possa estendersi a livello nazionale, contribuendo a garantire un futuro più sano e fertile alle nuove generazioni di uomini italiani”.

 

 

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