Contributi e Opinioni 30 Aprile 2020 17:43

Un murale all’Ospedale Auxologico San Luca di Milano per ringraziare tutto il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid

Un murale del “graffitaro” Lapo Fatai nell’area dell’ospedale Auxologico San Luca di Milano per ringraziare tutto il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid. «L’emergenza Covid rimarrà nella memoria di tutti – dichiara Mario Colombo – Direttore Generale IRCCS Istituto Auxologico Italiano – e in particolare di noi lombardi e milanesi. Volevamo fissare nel tempo questo periodo, […]

Un murale del “graffitaro” Lapo Fatai nell’area dell’ospedale Auxologico San Luca di Milano per ringraziare tutto il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid.

«L’emergenza Covid rimarrà nella memoria di tutti – dichiara Mario Colombo – Direttore Generale IRCCS Istituto Auxologico Italiano – e in particolare di noi lombardi e milanesi. Volevamo fissare nel tempo questo periodo, i sentimenti che lo hanno pervaso, le tante immagini di sofferenza, ma anche qualche sorriso e soddisfazione di questi ultimi giorni che la pressione sugli ospedali sta diminuendo. L’Istituto Auxologico Italiano è una Fondazione, ente no profit, che per l’emergenza Covid ha interamente trasformato l’Ospedale San Luca in ospedale Covid e attivato nella sede di Auxologico Capitano una struttura riabilitativo per i pazienti Covid».

«Si è aperta tra la comunità del personale di Auxologico una bella discussione nella quale la parola “grazie” è stata sicuramente la più ricorrente – si legge in una nota dell’ospedale – . Da qui è nata l’idea del murales, su una parete da poco resasi disponibile adiacente al nostro Ospedale San Luca a seguito di alcune demolizioni, sulla circonvallazione di Milano, una via di transito percorso ogni giorno da migliaia di persone».

«Abbiamo condiviso l’idea con l’artista ormai famoso “graffitaro” Lapo Fatai che ha dato forma al nostro desiderio di ringraziare non solo il personale di Auxologico e di tutti gli altri ospedali italiani, ma anche la generosità dei lombardi e dei milanesi che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno a chi ha lavorato, in mezzo a mille difficoltà ed incertezze, per la salute della collettività. Il nostro grazie va ovviamente a Lapo Fatai, per averci aiutato a diffondere il nostro messaggio di gratitudine e di speranza per il futuro, e aver messo a disposizione la propria vocazione artistica gratuitamente. Anche il materiale che è stato utilizzato per il murales ed i mezzi tecnici sono stati generosamente donati dalla impresa Rimond».

«In questi ultimi giorni passando – spiega Gianfranco Parati – Direttore Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Neurologiche e Metaboliche, Ospedale S. Luca e Direttore Scientifico, IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Milanoda un reparto all’altro dell’Ospedale si incontrano più facilmente persone sorridenti, anche se stanche per queste difficili settimane di turni pesanti di lotta contro il coronavirus. Sorriso che nasce dalla grande soddisfazione di vedere finalmente pazienti meno gravi, che sempre meno necessitano di terapia intensiva. Di vedere più guariti, più persone che dopo aver lottato settimane, alla fine ce l’hanno fatta.  E guardando negli occhi di chi è ricoverato, occhi spesso lucidi per l’emozione,  si legge un “grazie” intenso».

«Aggiungo che mai come in questo periodo la ricerca medica è fondamentale e al servizio delle cure che offriamo ai pazienti, in questo caso colpiti da Covid-19. Tutto l’Auxologico si è attivato immediatamente e, in quanto Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, abbiamo la possibilità di mettere a punto nuove terapie di concerto con la comunità scientifica internazionale con la quale siamo costantemente in contatto. Un grazie che tutti vorremmo esprimere verso quanti hanno lottato e stanno ancora lottando contro questo virus tra le mura di un ospedale. Medici, infermieri, staff tecnico e amministrativo, addetti alle pulizie e alla cucina, addetti alla sicurezza. Tutti hanno dato il loro contributo con coraggio e generosità. Un grazie va anche a chi, pur in trincea nella lotta quotidiana contro il virus in corsia, non ha rinunciato a impegnarsi nella ricerca per comprendere i meccanismi con cui questa malattia ha colpito così tante persone, per trovare nuove terapie e per prevenire future ricadute e altri contagi. “Grazie” è quanto vuole esprimere questo murales. Con un sorriso».

La testimonianza del medico in prima linea: Dott. Gianni Perego – Responsabile Unità di terapia intensiva coronarica (Utic) – Auxologico San Luca, Responsabile Area Covid.

«È cominciata alla spicciolata. Il Pronto Soccorso raccoglieva casi sporadici. Pazienti ancora in buone condizioni generali, ma comunque i primi pazienti Covid, in una Milano che, fortunatamente non veniva travolta dalla marea. Le notizie che venivano dalla Bergamasca e dal Lodigiano erano drammatiche. Erano necessari posti di terapia intensiva: cosa potevamo fare noi, un ospedale super specializzato comunque non dotato di terapia intensiva? E così abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo. Tutto Covid: i reparti di cardiologia e neurologia sono stati trasformati  in reparti  dedicati alla cura dei nuovi malati. Un intero piano di degenza  si è trasformato in terapia subintensiva respiratoria: ogni letto dotato di presidi per la ventilazione non invasiva (per intenderci quella che non richiede l’intubazione del paziente). Ma il passo più grande è stato trasformare Unità Coronarica e Pronto Soccorso in un’unica terapia intensiva di 13 letti.  E l’ondata è arrivata. Tanti pazienti, spesso critici,  trattati dopo molti giorni di malattia, perché provenienti da zone dove l’esplosione dell’epidemia aveva improvvisamente saturato tutte le risorse sanitarie. Percepivamo il valore di quello che stavamo facendo. La necessità di un’impresa che ci portava lontano dal nostro lavoro “consueto”.

Tutto questo è stato possibile perché sono state messe  in campo risorse, dispositivi di protezione, apparecchiature e strutture. Ma soprattutto grazie alle persone. Infermieri che hanno accettato senza batter ciglio turni massacranti per fare fronte all’emergenza. Medici che hanno abbandonato le loro specialità per imparare a fare qualcosa di nuovo dai pochi che ne avevano esperienza. Personale che a vario titolo ci ha assistito in questa impresa consentendoci di sentirci sicuri e protetti anche in prima linea.

Sarebbe quasi offensivo da parte mia ringraziare tutti gli operatori sanitari e non sanitari che hanno partecipato a questa impresa. Ringraziamoci a vicenda, perché è stato lavoro di tutti, fatica di tutti. E adesso che i contagi calano, tiriamo un po’ il fiato e cerchiamo di ricostruire il nostro ospedale nella speranza che non sia necessario  ricominciare tutto da capo. Ma adesso siamo più preparati».

Articoli correlati
Medici di famiglia sull’orlo di una crisi di nervi… Stressati 9 su 10. Pesano Covid, burocrazia e Whatsapp
Il malessere dei medici di famiglia, tra carenza di colleghi, difficoltà a trovare sostituti e una burocrazia sempre più elevata, «è palpabile» e arriva a sfiorare il 90% di professionisti. Lo dicono i sindacati, gli esperti di sanità, gli analisti del settore. E lo dicono i pensionamenti anticipati che crescono
di V.A.
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
«Diritto alle cure a rischio senza personale», le richieste dei medici in piazza a Roma. E Schillaci convoca i sindacati
A Roma significativa adesione per la manifestazione dell’intersindacale medica convocata per denunciare le sempre più difficili condizioni di lavoro dei camici bianchi stretti tra turni massacranti e stipendi tra i più bassi d’Europa. Ben 8mila camici bianchi hanno lasciato il SSN tra il 2019 e il 2021
Agenas: in Italia infermieri e medici di base insufficienti
Nel rapporto di Agenas emergono le difficoltà del sistema tra i tagli imposti dal 2007 fino all'aumento delle risorse degli ultimi anni. L’Italia è al quart’ultimo posto tra i paesi OCSE per il numero di posti a disposizione negli atenei per la laurea in Infermieristica. Hanno un numero di posti più basso solo Messico, Colombia e Lussemburgo
Medicina generale, la denuncia di Fismu: «Riforma ancora in alto mare, manca atto di indirizzo»
Le proposte della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti alla vigilia della segreteria nazionale di sabato del sindacato
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sammy Basso, l’addio al più longevo malato di progeria

Sammy, morto a 28 anni, è il più longevo malato di progeria: chi nasce affetto da questa malattia ha di solito un'aspettativa di vita che non supera i vent'anni
Salute

Automedicazione: dall’Enterogermina al Daflon, ecco i prodotti più venduti in farmacia

I dati Pharma Data Factory (PDF): nell’ultimo anno mobile (agosto 2023-settembre 2024) il mercato dei farmaci per l’autocura è stabile (-1%), anche se con prezzi in lieve aumento (+...
Prevenzione

Medici di medicina generale, igienisti e pediatri assieme contro il virus respiratorio sincinziale

Il Board del Calendario per la Vita accoglie con soddisfazione la possibilità di offrire a carico del Ssn, come annunciato dalla Capo Dipartimento Prevenzione del Ministero, l'anticorpo monoclo...
Prevenzione

Aderenza terapeutica, dal Ministero un documento per sensibilizzare alla corretta assunzione dei farmaci

Il documento mira ad avviare un processo culturale di consapevolezza e di responsabilizzazione individuale e sociale. La mancata aderenza terapeutica può avere pesanti ricadute, peggioramento d...