Contributi e Opinioni 7 Giugno 2018 12:54

Vaccini: come promuovere genitori esitanti? I risultati del progetto “Valore in Prevenzione” della Fondazione Smith Kline

In Paesi come l’Italia, caratterizzata da coperture vaccinali complessivamente adeguate, ma con recenti gravi criticità relative al mantenimento stabile delle coperture e al coinvolgimento della popolazione, risulta importante: realizzare una strategia dell’offerta vaccinale complessiva, strutturata ed evidence-based; implementare in modo omogeneo sul territorio nazionale tale strategia, così da rendere subito disponibili i vaccini più innovativi; mantenere il focus sui gruppi vulnerabili e/o difficili da raggiungere (immigrati, gruppi svantaggiati dal punto di vista socio-economico); realizzare una sorveglianza specifica dei siti “super-spreading” (ad alto rischio contagio) come le scuole; attuare operazioni di contrasto proattivo del fenomeno “Small World”, ovvero della presenza di sacche di resistenza alla vaccinazione in grado di facilitare il propagarsi delle epidemie; favorire lo sviluppo dell’innovazione digitale per il supporto all’informatizzazione dell’anagrafe vaccinale (includendo l’aggiornamento delle schede individuali); orientare le scelte dei cittadini comunicando la scienza non più solo fornendo nudi dati della ricerca ma tenendo conto dei fattori emotivi che possono diventare un prezioso alleato o un terribile nemico, e a volte le due cose insieme, quando si comunica la scienza.

Sono questi i risultati del progetto “Valore in Prevenzione” promosso da Fondazione Smith Kline, in collaborazione con VIHTALI, spin off dell’Università Cattolica, CERGAS SDA Università Bocconi e il Center for Digital Health Humanities. Presentato oggi a Roma in occasione dell’evento “Value Based Prevention”, presso l’Associazione della Sala Stampa Estera in Italia.

I vaccini evocano spesso paure e dubbi. Tutti vogliono il meglio per i loro figli, sia chi vaccina che chi non lo fa: abbiamo in comune più di quanto ci divida. Per questo è nata Gemma. È la storia delle due vite parallele che una bambina nata oggi potrebbe avere in due mondi diversi. In uno, tutti si vaccinano; nell’altro la maggioranza inizia a rifiutare la vaccinazione.

La storia ci conduce a seguire Gemma in entrambi i mondi, per raccontare cosa significherebbe la fine dei vaccini, attraverso il microcosmo di una vita umana, semplice, riconoscibile, la vita di una persona che ama, soffre, ha sogni e paure. Il tutto per concentrarsi non su quanto sia sbagliato non vaccinare, ma su quanto sia giusto vaccinare. Su elementi positivi piuttosto che negativi, su speranza piuttosto che paura. È questo il cuore del nuovo sito web www.gemmaeivaccini.it nato nell’ambito di “Valore in Prevenzione – un Programma a supporto delle decisioni informate in ambito di programmazione, organizzazione, gestione e comunicazione delle politiche vaccinali in Italia”, uno dei progetti di maggiori dimensioni e complessità realizzato negli ultimi anni da Fondazione Smith Kline e presentato anche questo oggi, giovedì 7 giugno, a Roma.

 «Comunicare i vaccini è difficile, perché i vaccini sono un argomento emotivamente complesso – afferma Gilberto Corbellini presidente Fondazione Smith Kline; limitarsi a trasferire conoscenza scientifica, dati sull’argomento, non sempre aiuta questa comunicazione, anzi può contribuire alla chiusura e a un rifiuto irrazionale di prendere atto di queste informazioni».

 «I dati scientifici e le prove di efficacia sono fondamentali per promuovere la conoscenza ma, nel caso delle vaccinazioni, sembrano non sufficienti a convincere chi è esitante – afferma Andrea Silenzi, ricercatore di VIHTALI spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – per questo serve un’alleanza intelligente tra mondo della ricerca ed esperti della comunicazione».

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di V.A.
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