Contributi e Opinioni 17 Novembre 2020 17:54

Covid-19, Comitato Cure Domiciliari chiede confronto con il governo: «Prendere in considerazione esperienze sul campo»

Il Comitato, fondato nei giorni scorsi dagli avvocati Erich Grimaldi del foro di Napoli e Valentina Piraino del foro di Roma, ha visto l’adesione di illustri medici come l’oncologo Luigi Cavanna e il dottor Andrea Mangiagalli di Milano

Combattere il Covid-19 a domicilio, tempestivamente, tutelare il diritto alle cure senza alcuna limitazione anche attraverso l’implementazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) in ogni regione, in numero adeguato alle esigenze territoriali. È questo l’obiettivo del ‘Comitato Cura Domiciliare Covid’, fondato nei giorni scorsi dagli avvocati Erich Grimaldi del foro di Napoli e Valentina Piraino del foro di Roma, composto da cittadini e medici e dotato di un Consiglio Medico Scientifico tra cui figurano il prof. Serafino Fazio, ex professore associato di medicina interna dell’Università Federico II di Napoli, il dott. Fabrizio Salvucci (cardiologo) di Pavia, il prof Sergio Grimaldi (primario di Chirurgia Generale e Laparoscopia) Napoli, il dottor Andrea Mangiagalli (medico di famiglia) di Milano e il dottor Riccardo Szusmki (medico di famiglia) di Santa Lucia di Piave (Treviso).  

Il comitato è stata la naturale evoluzione dell’apertura, nel marzo del 2020, di due gruppi nati su Facebook per iniziativa dell’avvocato Grimaldi: #esercitobianco e #terapiadomiciliarecovid19inogniregione, al quale hanno aderito fino ad ora circa 35mila persone tra medici e cittadini in cerca di supporto, confronto e aiuto per affrontare l’epidemia.

Centinaia di medici di ogni regione hanno così iniziato a dialogare con quelli di altre, condividendo importanti scelte terapeutiche che, in assenza di direttive regionali che si adeguassero ai protocolli AIFA del 17 marzo 2020, permettessero l’utilizzo di farmaci, comunque, in modalità off label.

Fin dal principio ai gruppi hanno aderito il prof. Luigi Cavanna di Piacenza, noto per la sua campagna di sostegno domiciliare a centinaia di pazienti, il prof. Luigi Garavelli di Novara, il prof. Claudio Puoti di Roma, nonché il dott. Andrea Mangiagalli di Milano, in rappresentanza dei 150 “Medici in prima linea” della Lombardia, il dott. Riccardo Szumski di Santa Lucia di Piave (Treviso), a cui si è aggiunto il dottor Salvatore Spagnolo (cardiochirurgo), responsabile della cardiochirurgia dell’Iclas di Rapallo (Genova) e decine di altri professionisti di tutta Italia.

Su impulso dei medici, i due legali del comitato hanno impugnato una determina della regione Lazio, che ha limitato la libertà prescrittiva dei Medici di medicina generale, subordinando la prescrizione dei farmaci all’esito positivo del tampone, spesso tardivo o falso negativo, impedendo la possibilità di somministrare farmaci ai primi sintomi.

L’avv. Grimaldi, altresì, in data 30 aprile 2020, ha inviato, senza alcun riscontro, una diffida al Presidente del Consiglio, nonché al Ministero della Salute ed a tutte le regioni, affinché si perfezionasse un protocollo univoco nazionale per le cure tempestive domiciliari per il Covid.

Gli avvocati Grimaldi e Piraino, poi, nel mese di luglio 2020, hanno inviato, sempre a seguito delle valutazioni di circa 140 medici, un’istanza d’accesso agli atti ad AIFA, con riferimento al provvedimento del 26 maggio 2020 che ha sospeso la sperimentazione dell’uso dell’idrossiclorochina al di fuori degli studi clinici, depositando un ricorso al TAR Lazio, con relative istanze cautelari, per ottenere una riabilitazione di questo farmaco utilizzato durante la prima ondata e che, sulla base dei riscontri empirici ottenuti dai medici del territorio aderenti al gruppo, ha dato invece risultati positivi.

L’avv. Erich Grimaldi inoltre, per potenziare i confronti sulle cure con quelle in uso in altri Stati, ha contattato medici di Rio de Janeiro (Brasile) e finanche l’epidemiologo americano Harvey Risch.

Il gruppo Facebook #terapiadomiciliarecovid19, sostenuto da centinaia di medici di ogni regione, dopo aver aiutato tanti pazienti durante la prima ondata, nel corso della attuale seconda ondata, è divenuto un supporto fondamentale ai pazienti in difficoltà al fine di fornire consigli ad personam e stimoli al confronto con i medici di base di tutta Italia.

Il Comitato chiede un confronto aperto con il Governo, affinché le linee guida del tanto atteso protocollo domiciliare prendano in considerazione tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo, ad oggi rimaste inascoltate.

«Il nodo cruciale nel contrasto alle pandemie è il trattamento domiciliare precoce – dichiara l’avvocato Erich Grimaldi – questo ha il duplice scopo di evitare la progressione della malattia e il collasso degli ospedali, con la conseguente impossibilità di curare altre patologie, oggi sotto gli occhi di tutti».

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