Salute 6 Ottobre 2015 16:35

Ecco quando lo stress dei medici per il super lavoro crea danni irreversibili

Intervista alla dottoressa Martelli dello Sportello disadattamento europeo
Ecco quando lo stress dei medici per il super lavoro crea danni irreversibili

Il fenomeno del burnout per i professionisti della sanità è ormai una realtà sempre più frequente. La mole di lavoro, i turni massacranti e le enormi responsabilità che ne derivano, possono condurre il medico ad un punto di non ritorno.

Questo ha un impatto non solo sociale e psicologico ma anche economico, organizzativo e di gestione per le aziende sanitarie. Insieme alla dottoressa Monica Martelli dello Sportello disadattamento europeo (SDE) Sanità informazione ha cercato di approfondirne le cause, e le conseguenze.

«Innanzitutto, per riconoscere il burnout c’è bisogno di una diagnosi differenziale, tra l’operatore sanitario che è, appunto, in burnout, l’operatore sanitario che è in sindrome da disadattamento, e l’operatore sanitario che è in mobbing – spiega la dottoressa -. Apparentemente i sintomi – fisici, psichici e sociali – possono essere simili. Tuttavia, il burnout incide in quanto non è stress, ma una vera e propria sindrome di esaurimento che deriva da un tale impegno del medico, e da un tale impiego delle sue risorse che a un certo punto questi, semplicemente, crolla, e diventa, di conseguenza, meno efficiente come professionista. Questo incide moltissimo sui costi perché il medico continua a lavorare ma in modo meno produttivo. Nell’ambito delle grosse strutture ospedaliere – continua Martelli – è quindi molto importante effettuare la diagnosi differenziale tra questi disturbi».

Ma come si fa a riconoscere il burnout o i soggetti che ne sono a rischio?
«Sicuramente il burnout è collegato a personalità particolari del medico, alla sua empatia, al suo “voler esserci” e alla partecipazione alla vita di reparto. Il problema è che queste personalità, dedicandosi totalmente, non hanno la capacità di proteggersi. e a volte non sa neanche riconoscere il burnout. In questo senso è importante che l’operatore sanitario capisca da solo a che punto è il suo fisico e le sua capacità. Gli psicologi del lavoro qualche volta ci arrivano, ma in ritardo, sottovalutando gli eventi sentinella e determinate situazioni spesso collegate a turni massacranti, ore straordinarie aggiuntive, situazioni di mancati ricambi o mancata organizzazione, che può essere sia di tipo personale, sia del reparto, sia della struttura ospedaliera stessa».

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