Salute 16 Novembre 2020 13:54

Covid in Italia già da settembre 2019? Lo dice uno studio, ma gli esperti chiedono prudenza

Uno studio dell’Istituto tumori di Milano farebbe risalire la presenza di Covid in Italia a settembre 2019. A dimostrarlo gli anticorpi di alcuni soggetti coinvolti, estratti con i test sierologici. Ma gli scienziati chiedono ulteriori conferme

Covid in Italia già da settembre 2019? Lo dice uno studio, ma gli esperti chiedono prudenza

Le ultime indicazioni lo davano in Italia già da dicembre 2019, ma ora uno studio sposterebbe la comparsa di Sars-CoV-2 nel nostro Paese già da settembre dello scorso anno. A ipotizzarlo è stato l’Istituto dei tumori di Milano in una ricerca pubblicata sul Tumori Journal, la propria testata, con la prima firma del direttore scientifico Giovanni Apolone.

Lo studio si basa sui rilevamenti, fatti in collaborazione con l’Università di Siena, sui 959 partecipanti agli screening preventivi per tumore al polmone tra settembre 2019 e marzo 2020. Il progetto si chiama “Smile” e si pone l’obiettivo di offrire a cittadini fumatori o ex fumatori la possibilità di sottoporsi ad analisi del sangue e Tac per monitorare il rischio di tumore.

I RISULTATI DELLO STUDIO 

Ai campioni di sangue raccolti dai candidati, asintomatici rispetto a Covid-19, è stato fatto il test sierologico per individuare gli anticorpi al virus. L’11,6% li aveva, di cui il 30% dalla seconda settimana di febbraio 2020 e il 14% già a settembre.

Sui 111 che mostravano di avere anticorpi, sei hanno mostrato di averne in dose tale da riuscire a neutralizzare il virus “vivo” in laboratorio. Se gli anticorpi di alcuni risalgono a settembre 2019, dunque, questi soggetti potrebbero essere entrati in contatto con il virus dalle due alle tre settimane prima, secondo il tempo di incubazione.

50% DI CHI HA GLI ANTICORPI È LOMBARDO

È interessante, inoltre, notare come il 53,2% di chi ha sviluppato anticorpi provenga dalla Lombardia, ma la restante percentuale sia sparsa in 13 regioni d’Italia. Se i risultati fossero confermati, si dimostrerebbe che il virus circolava in Italia molto prima del paziente 1 di Codogno. Quasi in contemporanea con l’aumento sospetto di ricoveri a Wuhan, nell’autunno 2019. Nonché con la data che si ipotizza essere quella più probabile per il passaggio animale-uomo (spillover) del nuovo coronavirus, individuato intorno ad ottobre 2019.

GALLI: «DIFFICILE SIA COSÌ VECCHIO»

È scettico sui risultati il professor Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano. Chiede «conferme reali» prima di esporsi. «È veramente difficile – ha detto – pensare che il virus sia così vecchio, anche perché allora non ci si spiega perché non ha creato focolai molto prima. È un virus esplosivo, quando arriva in ospedale fa decine di infezioni se non lo gestisci».

SU SCIENCE ANTICORPI DOPO UN RAFFREDDORE

Va valutato, inoltre, che i test sierologici – strumento usato per stabilire i limiti temporali nello studio – possono produrre falsi risultati. Senza dimenticare le recenti scoperte di uno studio pubblicato su Science e svolto dal Francis Crick Institute che puntava a spiegare la “naturale protezione” di alcuni contro il virus. Su 302 soggetti, è risultato che il 5,3% aveva anticorpi IgG per Covid-19 senza aver mai contratto il virus.

La soluzione degli scienziati è stata che erano stati generati da precedenti infezioni di “raffreddore comune”, che ha reagito in modo crociato con la proteina spike del Sars-CoV-2. Lo studio ha poi dimostrato che la percentuale si allargava ulteriormente in una coorte di bambini e ragazzini. Possibile spiegazione al forte effetto che Covid-19 ha sugli anziani e all’effettiva influenza dei coronavirus stagionali sull’immunità.

GUERRA: «VALUTARE ATTENDIBILITÀ»

È presto per una valutazione sicura, su questo il mondo scientifico sembra concordare. Anche Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, su Sky Tg24 ha detto di stare indagando. «Sono ricercatori e colleghi molto seri – ha specificato –. Ho visto e cercato di analizzare con i miei colleghi laboratoristi dell’Oms quale sia stata la procedura e quali i test. Oggi mi metterò in contatto con i colleghi e cercheremo di valutare insieme l’attendibilità dei risultati», ha concluso.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid: 3 o più dosi di vaccino in gravidanza aumentano la protezione dei neonati
Le donne in gravidanza che ricevono tre o più dosi di vaccino anti-Covid durante la gestazione presentano un livello di anticorpi specifici contro l’infezione nel cordone ombelicale di circa dieci volte più alto rispetto a quanto riscontrato nelle madri che hanno effettuato meno richiami. E questo offre una maggiore protezione ai nascituri. A dimostrarlo è uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Washington a Seattle
Covid: pericolo scampato? Non per i pazienti fragili: l’appello di AIP OdV
Le infezioni da Sars-CoV-2, così come le altre malattie virali, rimangono un elemento di allerta. In Italia, infatti, si contano ancora circa 30 morti al giorno per infezioni Sars-CoV-2, molti dei quali fanno parte dei cosiddetti «pazienti fragili» (sono 1 su 5 in Italia)
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Test anti-Covid made in Italy ci dirà quando fare il richiamo di vaccino
Sviluppato dall’IRCCS Candiolo di Torino in collaborazione con l’Italian Institute for Genomic Medicine (IIGM) e con il laboratorio Armenise-Harvard di Immunoregolazione, un test che servirà, su larga scala, a stabilire il livello e la durata di immunizzazione delle persone al virus Sars-CoV-2
Covid-19, test salivare 2 in 1: in due ore individua il virus e conta gli anticorpi
I suoi ideatori lo hanno definito «economico, accurato, preciso e ultra sensibile». Il prototipo potrebbe migliorare notevolmente la risposta globale alle future pandemie e fornire indicazioni sul tipo di trattamento che il paziente dovrebbe ricevere
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...
Advocacy e Associazioni

XVIII Giornata europea dei diritti del malato. Contro la desertificazione sanitaria serve un’alleanza tra professionisti, cittadini e istituzioni

La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali , la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferich...