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Prevenzione 24 Maggio 2024

Pavimento pelvico, Vaccari (FNOPO): “Prendersene cura dall’adolescenza per evitare danni irreversibili”

Il pavimento pelvico è un insieme un insieme di muscoli, fasce e legamenti che racchiudono la parte bassa dell’addome, fino agli organi sessuali che, durante la gravidanza, il parto o, semplicemente, con il passare degli anni possono perdere la loro naturale tonicità

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Sostiene il peso del feto durante la gravidanza e ne accompagna la fuoriuscita al momento del parto, regola i meccanismi della continenza urinaria, delle feci e dei gas, consente un’attività sessuale soddisfacente e contribuisce alla corretta postura ed al mantenimento dell’equilibrio. Si chiama pavimento pelvico ed è un insieme un insieme di muscoli, fasce e legamenti che racchiudono la parte bassa dell’addome, fino agli organi sessuali che, durante la gravidanza, il parto o, semplicemente,  con il passare degli anni possono perdere la loro naturale tonicità. “Il danneggiamento del pavimento pelvico è spesso inevitabile, ma un’attività preventiva può rallentarne la progressione e limitarne i danni. Tra le figure cardine per la riabilitazione del pavimento pelvico ci sono le Ostetriche/i, professionisti sanitari specializzati nella cura di questo essenziale muscolo attraverso una specifica formazione. Le nozioni base in materia di riabilitazione e prevenzione del pavimento pelvico sono già apprese durante il corso di laurea di primo livello in Ostetricia. I professionisti che, successivamente, intendono formarsi in questo ambito possono arricchire il proprio bagaglio formativo attraverso uno specifico master universitario”, spiega la Presidente della FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica, Silvia Vaccari.

Prenderne consapevolezza dall’adolescenza

È bene che le donne prendano consapevolezza dell’importanza del pavimento pelvico fin dall’adolescenza: “Un programma di prevenzione efficace dovrebbe essere offerto già a scuola a partire dalle medie inferiori, dove, le Ostetriche/i esperte in riabilitazione del pavimento pelvico dovrebbero tenere dei corsi di formazione. Nello specifico – aggiunge la Presidente Vaccari – attraverso un programma di educazione sessuale, ogni giovane donna potrebbe ottenere quegli strumenti necessari per conoscere la propria muscolatura e tutelarla nel tempo, evitando di giungere a danni irreversibili, come le incontinenze urinaria, fecale e di gas. Il pavimento pelvico, a lungo trascurato in passato, è fortunatamente sempre più attenzionato sia da parte degli specialisti, che delle stesse donne”. Se fino a qualche anno fa i pazienti che seguivano un percorso di riabilitazione del pavimento pelvico erano soprattutto anziani, oggi sempre più giovani, in particolare donne, riconoscono l’importanza di prendersi cura di questo muscolo.

I campanelli di allarme

Sono diversi i campanelli di allarme che dovrebbero indurre una donna ad una consulenza per valutare lo stato del proprio pavimento pelvico: incontinenza urinaria o fecale (anche nel post-partum), stitichezza, emorroidi, dolore pelvico. Devono prestare molta attenzione anche i pazienti che sono stati sottoposti a terapia oncologica, particolari interventi come la prostatectomia radicale o che soffrono di altre patologie legate in modo diretto alla sfera uro-genitale. La riabilitazione del pavimento pelvico è, di solito, un percorso che ha un inizio ed una fine, attraverso il quale si tenta di rendere il paziente il più autonomo possibile e consapevole del proprio corpo: “Insegniamo tutte le strategie che il singolo individuo, a seconda della patologia da cui è affetto – commenta l’esperta -, può mettere in atto per eliminare, o almeno limitare, la sua sintomatologia”.

La Perineal Card per la valutazione del rischio

“Oggi, grazie alla Perineal Card è possibile rilevare precocemente eventuali disfunzioni del pavimento pelvico. Utilizzando una specifica scala di valori ogni donna viene collocata in una fascia di rischio, in base a diversi fattori, ad ognuno dei quali è attribuito un punteggio. Si va dalla predisposizione familiare, a fattori uro-ginecologici (come la presenza di incontinenza urinaria, a gas o feci già prima della gravidanza e stipsi) e ostetrici (come feto superiore ai 4 chili, circonferenza cranica del neonato maggiore di 36 cm, lacerazioni ematomi e infezioni perineali, aumento ponderale della donna maggiore di 14 kg). Sommando i singoli valori si otterrà un punteggio totale corrispondente ad unna fascia di rischio da bassa, intermedia o elevata – aggiunge la Presidente della FNOPO. A seconda del risultato ottenuto la paziente sarà indirizzata a follow-up periodici o a percorsi riabilitativi a cui prendono parte, in base alla gravità della situazione, diverse figure: dai medici specialisti, come ginecologi e fisiatri, ai professionisti sanitari della riabilitazione, come ostetriche e fisioterapisti”, conclude la Presidente Vaccari.

 

 

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