Sanità 9 Maggio 2025 12:34

Rette RSA, legali C&P: “La bocciatura dell’emendamento apre la stagione dei ricorsi”

La decisione parlamentare, accolta favorevolmente da associazioni e pazienti, evita un ulteriore aggravio economico per le famiglie già provate da costi mensili che possono superare i 3.000 euro
Rette RSA, legali C&P: “La bocciatura dell’emendamento apre la stagione dei ricorsi”

La recente bocciatura dell’emendamento che avrebbe modificato la compartecipazione alle spese delle rette per le RSA segna un punto di svolta nella tutela dei diritti dei pazienti affetti da Alzheimer e altre patologie neurodegenerative. La decisione parlamentare, accolta favorevolmente da associazioni e pazienti, evita un ulteriore aggravio economico per le famiglie già provate da costi mensili che possono superare i 3.000 euro. Il quadro giurisprudenziale – Questa svolta legislativa si inserisce in un contesto giurisprudenziale particolarmente favorevole. La Corte di Cassazione, con recenti ordinanze tra cui la n. 26943/2024, ha affermato che le prestazioni socio-assistenziali di rilievo sanitario devono essere interamente a carico del SSN, ogniqualvolta risultino necessarie a garantire il diritto alla salute. In tali casi, l’intera retta di degenza, comprese le attività socio-assistenziali, deve essere rimborsata. Il Consiglio di Stato (n. 3074/2025) ha ulteriormente rafforzato questa posizione, stabilendo che anche le assenze temporanee dalla struttura non interrompono il percorso terapeutico e non giustificano interruzioni della copertura pubblica. Di particolare rilevanza anche la sentenza del Tribunale di Grosseto (sn. 152/2025 del 25 marzo scorso) che ha dichiarato la copertura integrale delle spese di assistenza socio-sanitaria, con conseguente riconoscimento del rimborso per oltre 100 mila euro, più refusione delle spese di lite per 6500 euro.

La strada maestra dei ricorsi – Consulcesi & Partners sottolinea l’importanza di questa congiuntura normativa e giurisprudenziale, offrendo consulenza legale gratuita alle famiglie interessate a intraprendere azioni legali per il rimborso delle rette indebitamente pagate.​ “L’emendamento – afferma Bruno Borin, responsabile legale del network Consulcesi & Partners – avrebbe legalizzato un’ingiustizia, scaricando sulle famiglie il peso di cure che la legge e la giurisprudenza riconoscono come integralmente sanitarie. La sua bocciatura mantiene viva la possibilità di agire in giudizio. Ed è un’occasione da non perdere”. La giurisprudenza è chiara: quando l’assistenza prestata in RSA è connessa a un progetto terapeutico validato, il Servizio Sanitario Nazionale deve farsi carico dell’intero costo.  In assenza di una riforma legislativa giusta e rispettosa dei diritti, la strada maestra resta quella dei tribunali. E oggi chi si trova in situazioni analoghe – pazienti o familiari – può contare su un orientamento giurisprudenziale favorevole.

Come tutelarsi. Il suggerimento è rivolgersi ad un avvocato esperto della materia per farsi guidare e proteggere i propri diritti. Il supporto di un esperto può fare la differenza tra una lunga battaglia legale e una soluzione più rapida. La giurisprudenza oggi consente di chiedere ed ottenere il rimborso delle rette già versate e la rimodulazione delle future.

Saranno utili: documentazione medica (es. cartella clinica), fatture delle rette già pagate, ogni comunicazione ricevuta dalla RSA e/o dalla ASL per ricostruire la propria posizione. “Non è solo una questione economica, ma di civiltà giuridica e di equità sociale – conclude Bruno Borin -. La salute non si calcola a giorni né si misura a colpi di emendamenti. Si tutela. E noi siamo pronti a farlo, come sempre, insieme ai cittadini”.

 

 

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