Sanità 4 Giugno 2025 17:35

Intelligenza artificiale, un documento per un uso corretto in Sanità

La Società Italiana di Telemedicina lancia il progetto per la regolamentazione della tecnologia in sanità, senza trascurarne i benefici. Divario digitale e inaridimento della mente tra i rischi possibili
di I.F.
Intelligenza artificiale, un documento per un uso corretto in Sanità

“Telemedicina oggi. Strumenti per il buon governo della Sanità pubblica”: è questo il titolo del documento firmato da di 65 società scientifiche accreditate al Ministero della Salute e guidate dalla Società Italiana di Telemedicina. Lo scopo è implementare, in modo efficiente, la tecnologia in sanità e regolarne lo sviluppo. “Grazie agli investimenti del PNRR, la telemedicina sta per entrare in maniera strutturale nell’assistenza sanitaria per un SSN che sia sempre più vicino alle esigenze dei cittadini – sottolinea Serena Battilomo, Direttrice Ufficio 3, Sistema informativo sanitario nazionale del Ministero della Salute -. In particolare, grazie alla Piattaforma nazionale di telemedicina che sta attuando Agenas, le prestazioni di telemedicina alimenteranno il Fascicolo sanitario elettronico e potranno usufruire dei servizi dell’Ecosistema Dati Sanitari (EDS), assicurando l’integrazione di tutte le prestazioni nell’EDS stesso anche per le finalità di governo, per la definizione delle tariffe di telemedicina e per la valutazione di Health Technology Assessment”.

IA tra potenzialità e rischi

L’Intelligenza Artificiale ha uno sviluppo impetuoso, con risvolti anche in medicina. A fronte di potenzialità straordinarie, con possibili risultati a livello diagnostico, prognostico e terapeutico in molteplici ambiti, vi è anche il rischio di un appiattimento dalle diverse sfaccettature. Da qui è nato l’allarme lanciato dalla SIT su quanto potrebbe accadere. “La disponibilità di questi strumenti tecnologici potrà approfondire il digital divide non solo tra giovani e anziani, ma anche all’interno di fasce anagrafiche e socioculturali con diverse competenze l’una dall’altra” sottolinea il Prof. Antonio Vittorino Gaddi, Presidente SIT.

I ‘Large Language Models’

“L’IA si presta inoltre a pericolose tentazioni – ricorda il Prof. Mario Ettore Giardini, Coordinatore della Commissione Intelligenza Artificiale della SIT – . Sappiamo bene come i ‘Large Language Models’,  quali ChatGPT, possano essere molto convincenti nel simulare il ragionamento umano. Come ben ci ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarà importantissimo prestare attenzione ad effettuarne un uso corretto, analizzando i rischi, e ricordando bene che l’IA non genera conoscenze, né comprende le ragioni o le implicazioni morali del proprio operato. Senza vigilanza, è quindi possibile farne un uso distorto o, peggio, affidare all’IA scelte che sono, in ultima analisi, nostra responsabilità”.

La necessità di un buon uso delle tecnologie in Sanità

Il sistema sanitario italiano è oggi chiamato ad affrontare sfide di portata inedita. L’invecchiamento progressivo della popolazione, la diffusione delle malattie croniche, le disuguaglianze territoriali e sociali nell’accesso alle cure, insieme alla crescente pressione economica sul SSN, richiedono risposte multidisciplinari e multi-attoriali integrate e collaborative. Per dare delle risposte a queste esigenze, il documento SIT propone una serie di proposte in tema di coinvolgimento della cittadinanza, formazione di personale sanitario e utenti, aspetti etici e sociali da rispettare. “Manca un testo definitivo sulle intelligenze artificiali, che attui un ‘AI- Act europeo – ricorda l’Avvocato Chiara Rabbito, presidente del Comitato Tecnico Scientifico della SIT e co-presidente del convegno -. Dobbiamo verificare se l’intero impianto giuridico nazionale e internazionale possa reggere e dare le risposte corrette ad una potente diffusione delle tecnologie AI e della telemedicina in Sanità”.

IA e telemedicina

“L’Intelligenza Artificiale e la Telemedicina hanno delle potenzialità straordinarie – aggiunge il Prof. Gaddi – ma esiste il rischio di non controllarle adeguatamente. Serve la ricerca e la coproduzione tra tutti gli esperti (clinici, ingegneri e giuristi). Tutti dovranno accettare un modo di lavorare basato su tre condizioni: a) metodo scientifico, b) etica, c) partire dal e tornare al paziente, o ancora meglio alla persona. Da questi presupposti è nato il patto concluso a Bologna. Questo documento contiene le basi fondamentali per poter attuare la coproduzione, ossia un’alleanza reale per una sanità con una tecnologia fruibile, senza effetti collaterali, ben regolamentata. Abbiamo creato la base per dei risultati molto consistenti. L’obiettivo è globale: il prossimo passo sarà una condivisione del progetto a livello europeo, creando delle vere e proprie filiere di telemedicina”.

 

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