Sanità 14 Gennaio 2022 10:30

In Spagna Omicron sarà trattata come un’influenza, almeno per i vaccinati

Un radiologo italiano a Barcellona conferma la volontà di Sanchez di rivedere il sistema di tracciamento e le modalità di emissione dei certificati di malattia da parte dei medici di base. Spaccatura tra le associazioni di categoria, mmg ritengono superflui test nei soggetti vaccinati, giovani con sintomi lievi e senza patologie pregresse
In Spagna Omicron sarà trattata come un’influenza, almeno per i vaccinati

La Spagna, superati i 100 mila contagi giornalieri, è intenzionata a cambiare visione della pandemia. Stop al conteggio dei positivi e nuove regole per la modalità di emissione dei certificati di malattia da parte dei medici di medicina generale. Omicron, dunque, potrebbe essere trattata come una comune influenza. La comunicazione, data due giorni fa ad una emittente privata dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e ripresa da tutta la stampa internazionale, sarà definita con ogni probabilità nei prossimi giorni dal Comitato tecnico scientifico, come confermano le parole di un medico italiano che da anni lavora come radiologo all’ospedale Germans Trias i Pujol di Barcellona, Alessandro Catanese.

«Il Presidente – ha detto – cerca di correre ai ripari per evitare che il grande flusso di pazienti verso i centri di assistenza primaria sul territorio per eseguire test antigenici e molecolari, o verso i medici di base per visite e richieste di certificati di malattia, paralizzino la sanità come è accaduto due anni fa, durante la prima ondata della pandemia, quando in ospedale si trattavano solo pazienti Covid, a scapito di tutte le altre malattie».

Medici di famiglia concordi con Sanchez

La decisione di Sanchez oltre a segnare un nuovo capitolo nella storia recente della pandemia sembra aver creato una spaccatura anche tra le associazioni di categoria. «I medici di famiglia in profonda sofferenza nel non riuscire a far fronte ad un numero così importante di pazienti che affollano gli studi quando potrebbero, per i sintomi lievi che denunciano, restare a casa in isolamento in attesa della guarigione, condividono l’idea di Sanchez di rivedere il meccanismo di tracciamento», puntualizza Catanese.

«Ritengono infatti – prosegue – che non sia realmente utile effettuare test antigenici e molecolari quando i soggetti sono giovani, presentano sintomi lievi e non hanno patologie pregresse. Dunque, sarebbe opportuno rivedere la conta dei contatti con la variante Omicron, anche perché mancano le risorse per fare un tracciamento di questa portata e per i soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale e non presentano patologie pregresse, si potrebbe evitare di realizzare il test molecolare di conferma. Oggi le regioni in Spagna adottano soluzioni differenti proprio in funzione delle risorse mediche ed ospedaliere, ad esempio qui in Catalunya, un soggetto che risulta positivo ad un test antigenico realizzato in farmacia ed è vaccinato, rimarrà in isolamento sette giorni e, allo scadere, se non presenta sintomi, anche senza la conferma di un test molecolare potrà automaticamente riprendere le normali attività lavorative».

 

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