Sanità 25 Settembre 2024 18:58

Pronto soccorso, Balzanelli (Sis 118): “Il 75% dei casi potrebbe essere gestito altrove, urge agire”

Il presidente Sis 118. “La situazione di perenne sovraffollamento dei pronto soccorso richiede, con massima urgenza, che venga adottata una soluzione di ottimizzazione di flusso, e quindi di decongestionamento a due livelli: organizzativi e gestionali”

Pronto soccorso, Balzanelli (Sis 118): “Il 75% dei casi potrebbe essere gestito altrove, urge agire”

“La questione, grave ed irrisolta, del congestionamento ‘massivo’ dei pronto soccorso, riscontrata quotidianamente e da anni, richiede piena consapevolezza a tutti i livelli decisionali del fatto che a queste strutture si rivolgono, ad ogni ora del giorno e della notte, cittadini utenti che almeno nel 75% dei casi presentano problemi di salute che possono e devono essere gestiti altrove, più specificamente a livello della medicina del territorio”. Lo sottolinea Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis 118, annunciando che al tema sarà dedicato un congresso organizzato dalla Asl di Taranto il 17 e 18 ottobre, che permetterà di “partire dall’analisi delle attuali criticità per formulare proposte di nuovi modelli organizzativi di sistema integrato della medicina di emergenza-urgenza, a livello territoriale ed ospedaliero, con la medicina del territorio”.

I punti di primo intervento

La “situazione di perenne sovraffollamento dei pronto soccorso richiede, con massima urgenza, che venga adottata una soluzione di ottimizzazione di flusso, e quindi di decongestionamento, a due livelli, organizzativi e gestionali, posti, rispettivamente, a monte dei pronto soccorso e a valle di queste strutture”, dice Balzanelli. A monte “le nuove articolazioni strategiche della medicina del territorio stabilite dal Dm 77 possono avvalersi dell’attività dei Punti di primo intervento (Ppi) del Sistema di emergenza territoriale 118, come strutture intermedie strategiche sul territorio, postazioni di soccorso avanzato medico-infermieristiche in grado di gestire con un primo intervento, effettuato con immediatezza e caratterizzato da elevata appropriatezza delle prestazioni, qualunque situazione clinica acuta sia essa di emergenza, urgenza o acuzie minore”. In questa visione, i Punti di primo intervento 118 possono essere considerati, in aree lontane dagli ospedali, ma anche nelle aree urbane. In aggiunta, “presso le Case della salute o gli Ospedali di comunità, i Ppi potrebbero assicurare un immediato intervento di soccorso, in caso di emergenze o urgenze, per i pazienti che si trovino all’interno di queste strutture”.

L’esempio dei Ppi di Taranto

A conferma delle sue valutazioni, Balzanelli riporta i dati di alcune attività dei Punti di primo intervento della Asl di Taranto, nel periodo compreso tra il 2016 e 2023. Si sono registrati in totale 352.231 accessi, 14.099 pazienti, ossia il 3,76% di tutti gli accessi, sono stati trasferiti presso i pronto soccorso della provincia di Taranto. Ancora, 833 pazienti (0,24% di tutti gli accessi) sono stati ricoverati nelle unità operative ospedaliere del Moscati di Taranto; ben 337.299 pazienti, ossia il 96% di tutti gli accessi, sono stati visitati, trattati e rinviati al domicilio. Negli stessi Ppi sono stati gestiti, sempre nel periodo di riferimento 2016-2023, 141 codici rossi (4% di tutti gli accessi). Da dati citati, commenta Balzanelli, “si evince intanto una appropriata gestione iniziale di tutti i pazienti con acuzie. Non si è registrata alcuna condanna penale rispetto ai pazienti visitati, trattati e rinviati al domicilio; si è evidenziata un’azione di filtro, e quindi di concreto decongestionamento ,rispetto ai pronto soccorso provinciali”.

Le osservazioni brevi intensive

Per quanto riguarda invece le attività a valle dei pronto soccorso, “e più precisamente a valle delle Osservazioni brevi intensive, vi è da potenziare, in modo significativo, in ogni provincia, le unità operative di medicina di emergenza-urgenza, per la gestione appropriata dei pazienti instabili, in attesa della definizione delle condizioni cliniche che possano permettere il trasferimento ad altra unità operativa, ospedaliera o territoriale (per esempio ospedale di comunità), oppure, in alternativa, la dimissione al domicilio”. Per Balzanelli è oggi urgente “decidere sulla necessità di realizzare un modello organizzativo ‘sistemico’ in sanità che veda, finalmente, il sistema delle cure primarie funzionalmente integrato con il sistema dell’emergenza ed al contempo con il sistema ospedaliero, nel rispetto delle rispettive – peculiari e non sovrapponibili – competenze e autonomie gestionali, pienamente centrato sul bisogno assistenziale specifico della persona, in grado di assicurare, con percorsi strategici condivisi, una operatività veloce, efficace, efficiente ed appropriata per qualsiasi problema acuto di salute, sia esso inquadrabile quale emergenza, urgenza o acuzie minore”.

 

 

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