Salute 19 Giugno 2023 14:51

Vitiligine. In Italia colpite circa 330 mila persone. 500 milioni di euro all’anno il costo sociale per le cure

I pazienti con vitiligine sono più propensi a sviluppare disagi di tipo psicologico: +32% incidenza depressione, +72% ansia. Circa 1 persona su 6 affetta da vitiligine presenta anche una o più malattie autoimmuni significative. I dati presentati in occasione della Giornata Mondiale della Vitiligine che si terrà il prossimo 25 giugno

di Redazione Sics
Vitiligine. In Italia colpite circa 330 mila persone. 500 milioni di euro all’anno il costo sociale per le cure

La vitiligine colpisce circa 330 mila persone e impatta pesantemente sulla vita delle persone che ne sono affette. I pazienti con vitiligine sono infatti più propensi a sviluppare disagi di tipo psicologico: +32% incidenza depressione, +72% ansia. Circa 1 persona su 6 presenta anche una o più malattie autoimmuni significative. Importanti poi il costo sociale per le cure: 500 milioni di euro all’anno.

Questi alcuni dati stata di una ricerca sulla diffusione della vitiligine in Italia realizzata dalla società di consulenza strategica Kearney e presentata oggi a Milano nel corso dell’evento “Vitiligine, l’importanza della consapevolezza” promosso da Incyte.

Scopo della ricerca, creare una maggiore consapevolezza su cosa comporti questa malattia e sull’impatto che ha sulla vita quotidiana delle persone.

Impatto sulla Mental Health La vitiligine influenza molti aspetti della vita quotidiana, che vanno oltre i sintomi cutanei. Questo impatto si traduce in un’incidenza dei sintomi dell’ansia che risulta il 72% più diffusa in chi soffre di vitiligine rispetto al resto della popolazione e nella frequenza dei sintomi legati alla depressione, più alti del 32%.

Situazioni che si traducono in maggiori investimenti in cure e ricorso a specialisti: il ricorso a percorsi di terapia è 20 volte più frequente nella popolazione affetta da vitiligine rispetto al resto della popolazione. L’impatto psicologico è particolarmente determinante nelle donne e negli adolescenti.

Predisposizione a malattie autoimmuni

Dallo studio di Kearney emerge inoltre una maggiore predisposizione di chi soffre di vitiligine a sviluppare malattie autoimmuni associate, che arrivano ad essere fino a 5 volte più frequenti rispetto alla popolazione non affetta da questa patologia.

Il 15,3% dei pazienti con vitiligine presenta infatti una o più condizioni autoimmuni, in particolar modo: l’artrite reumatoide ha una frequenza maggiore del 100% rispetto a chi non ha la vitiligine; i linfomi hanno un’incidenza maggiore di quattro volte; il lupus 5 volte maggiore. La malattia autoimmune più frequente, presente in più di un caso su dieci di chi soffre di vitiligine, è l’ipotiroidismo, che ha un’incidenza maggiore su questo segmento della popolazione di circa il 75% rispetto alla media nazionale.

Il costo economico della malattia 

Lo studio di Kearney stima i costi dell’impatto sociale della Vitiligine in circa 500 milioni di euro all’anno. Di questi, il 16% sono per il trattamento della malattia in sé, il 23% per la cura delle malattie autoimmuni più frequentemente associate, il 31% dedicato alla propria Mental Health, il 12% a prodotti non farmaceutici (costi legati principalmente all’uso di tecniche di camouflage e protezione solare), il 18% relativo ai costi sociali indiretti (costo del tempo dedicato al trattamento della vitiligine e di ciò che essa comporta).

Di questi costi solo il 18% viene assorbito da Sistema Sanitario Nazionale: ben il 55% è a carico dei pazienti e dei caregiver, mentre il restante 27% è carico di altri stakeholders, come ad esempio i datori di lavoro.

“Le malattie della pelle risultano talvolta trascurate a livello politico-istituzionale, nonostante il loro impatto significativo sulla vita di milioni di persone. Questa scarsa consapevolezza si riflette in una mancanza di risorse dedicate alla ricerca e alla prevenzione delle patologie cutanee. Tuttavia, la dermatologia si sta affermando come una scienza sempre più matura, portando a un cambio di paradigma nel rapporto tra medico e paziente” afferma Giuseppe Argenziano, Presidente SIDeMaST

“I dermatologi stanno assumendo un ruolo sempre più attivo nel coinvolgere i pazienti nella gestione delle loro condizioni cutanee. Il dialogo medico-paziente si basa sempre più su una partnership informata, in cui i pazienti vengono coinvolti nelle decisioni riguardanti il trattamento e la cura della propria pelle. Questo approccio favorisce una maggiore aderenza alle terapie prescritte e un miglioramento complessivo della salute della pelle” continua Francesco Cusano, Presidente ADOI

“La vitiligine è stata sino ad oggi orfana di trattamenti efficaci. Tuttavia, ultimamente si stanno rendendo disponibili terapie mirate che sembrano offrire nuove speranze per i pazienti. Queste terapie si basano su farmaci che, agendo in modo specifico sui processi che causano l’insorgere della vitiligine, consentono una re-pigmentazione della pelle” conclude Ugo Viora, Associazione Nazionale Gli Amici per la Pelle.

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