Salute 18 Giugno 2020 10:03

Una stella di metallo ferma nella trachea, salvato bimbo di 8 anni al Niguarda

Era bloccata lì da oltre 24 ore, ma il bimbo era seriamente asfittico. Alle due di notte il trasferimento e poi l'intervento
Una stella di metallo ferma nella trachea, salvato bimbo di 8 anni al Niguarda

Aveva una stellina di metallo del diametro di 1 centimetro e mezzo, ferma nella trachea e inalata da più di 24 ore. Un bambino di 8 anni è stato salvato grazie a un intervento d’urgenza all’ospedale Niguarda di Milano. Era arrivato nella notte con trasporto d’urgenza da un’altra struttura milanese, rischiava di soffocare.

«Il piccolo era gravemente asfittico nonostante la stellina fosse stata inalata da tempo, da circa un giorno – ha spiegato Massimo Torre, direttore della Chirurgia toracica – Non si poteva aspettare oltre, alle 2 della notte la sala operatoria e l’équipe erano pronti per la procedura di rimozione».

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L’intervento è stato eseguito attraverso un broncoscopio introdotto dalle vie aeree, del diametro di 6 millimetri. «Attraverso questo strumento si inserisce una particolare pinza miniaturizzata con cui si va ad estrarre l’oggetto inalato», ha illustrato Serena Conforti, responsabile della Chirurgia endoscopica del torace.

«Si tratta di un’operazione molto delicata – ha proseguito – che richiede un alto grado di specializzazione per evitare danni alle strutture. In questi casi il corpo era posizionato nella parte alta della trachea appena sotto le corde vocali. Per i bambini più piccoli invece si utilizzano broncoscopi con un diametro di 3-4 mm, cannule dello spessore di una penna con spazi di manovra ancora più limitati, e nei casi più difficili i tempi di intervento possono allungarsi arrivando a superare anche le 3 ore».

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Il Niguarda affronta circa 15 casi pediatrici di inalazione di corpi estranei all’anno, con età media sotto i 3 anni. Gli oggetti hanno origine biologica oppure meccanica, vanno dai semi fino alle noccioline, spille e parti di giochi. In questo senso, ha spiegato Torre, è essenziale la multi-disciplinarietà del team che si occupa dell’intervento. «Si predilige infatti l’estrazione attraverso la broncoscopia – ha proseguito – ma bisogna essere pronti in corso d’opera a intervenire con la chirurgia open nel caso la prima soluzione non fosse sufficiente. Ed è importante che il passaggio al piano B avvenga in tempi ristrettissimi. Allo stesso modo è importante essere supportati da rianimatori esperti sia durante l’intervento sia nel post operatorio se richiesto».

 

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