Salute 12 Febbraio 2024 17:05

Tumori: l’attività fisica riduce il dolore nei sopravvissuti

Le persone che hanno avuto il cancro spesso sperimentano dolore continuo, ma un nuovo studio rivela che essere fisicamente attivi può aiutare a ridurne l’intensità. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato su Cancer, rivista dell’American Cancer Society

Tumori: l’attività fisica riduce il dolore nei sopravvissuti

Le persone che hanno avuto il cancro spesso sperimentano dolore continuo, ma un nuovo studio rivela che l’attività fisica può aiutare a ridurne l’intensità. Un gruppo di ricercatori, guidati da Erika Rees-Punia dell’American Cancer Society e da Christopher TV Swain dell’Università di Melbourne, in Australia, ha analizzato le informazioni relative a 51.439 adulti senza storia di cancro e 10.651 adulti con una diagnosi di cancro pregressa. I risultati sono stati pubblicati su Cancer, rivista dell’American Cancer Society.

Le linee guida raccomandano un’attività fisica regolare

Sebbene sia stato dimostrato che l’attività fisica riduce vari tipi di dolore, i suoi effetti sul dolore correlato al cancro non sono chiari. Per colmare questa lacuna i ricercatori hanno analizzato le informazioni relative a 51.439 adulti senza storia di cancro e 10.651 adulti con una diagnosi di cancro pregressa. Ai partecipanti è stato chiesto: “Come valuteresti il ​​tuo dolore in media”, con risposte che andavano da 0 (nessun dolore) a 10 (il peggior dolore immaginabile). Ai partecipanti è stato chiesto anche quale fosse la loro attività fisica abituale. Le linee guida statunitensi raccomandano da 150 minuti (2 ore e 30 minuti) a 300 minuti (5 ore) a settimana di attività aerobica a intensità moderata, o da 75 minuti (1 ora e 15 minuti) a 150 minuti (2 ore e 30 minuti) a settimana di attività aerobica a intensità vigorosa.

Tra i sopravvissuti al cancro l’attività fisica ha ridotto del 16% il dolore

Sulla base delle risposte dei partecipanti, i ricercatori hanno scoperto che, per gli individui che avevano avuto il cancro in passato e per quelli senza una storia di cancro, una maggiore attività fisica era collegata a una minore intensità del dolore. L’entità dell’associazione era simile per entrambi i gruppi di individui, indicando che l’esercizio può ridurre il dolore correlato al cancro proprio come fa per altri tipi di dolore studiati in passato. Tra i partecipanti con una diagnosi di cancro in passato, quelli che superavano le linee guida sull’attività fisica avevano il 16% in meno di probabilità di riportare dolore da moderato a grave rispetto a quelli che non riuscivano a soddisfare le linee guida sull’attività fisica.

L’esercizio fisico è un antidolorifico “naturale”

Inoltre, rispetto alle persone rimaste inattive, coloro che erano costantemente attivi o lo sono diventati in età adulta hanno riferito meno dolore. “Ad alcuni potrebbe sembrare controintuitivo, ma l’attività fisica è un’opzione efficace e non farmacologica per ridurre molti tipi di dolore”, sottolinea Rees-Punia. “Come suggerisce il nostro studio, questo può includere il dolore associato al cancro e ai suoi trattamenti”, conclude.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...