Salute 28 Maggio 2025 11:48

Tumori femminili, il riscaldamento globale ne aumenta il rischio. Lo studio

Secondo una ricerca pubblicata su Frontiers in Public Health, a rischio soprattutto le popolazioni di Medio Oriente e Nord Africa
Tumori femminili, il riscaldamento globale ne aumenta il rischio. Lo studio

L’elenco delle conseguenze per la salute umana del riscaldamento globale sembra non avere fine. Anche l’aumento delle patologie oncologiche femminili sembrerebbe, infatti, legato anche al cambiamento climatico. L’allarme emerge da uno studio pubblicato su Frontiers in Public Health, firmato da un team internazionale coordinato dalla ricercatrice Wafa Abuelkheir Mataria dell’American University del Cairo. L’indagine scientifica ha messo in luce una possibile correlazione tra l’aumento delle temperature ambientali e un incremento della prevalenza e mortalità di tumori femminili in 17 Paesi del Medio Oriente e Nord Africa.

Sotto la lente seno, ovaie, utero e cervice uterina

Lo studio si è concentrato in particolare su tumori a seno, ovaie, utero e cervice uterina, neoplasie tra le più comuni nelle donne, con un impatto devastante sulla qualità e l’aspettativa di vita. Ebbene, per ogni grado Celsius in più registrato tra il 1998 e il 2019, è stato osservato un aumento di 173-280 nuovi casi ogni 100mila donne, e 171-332 decessi nella stessa fascia di popolazione. Le neoplasie ovariche sono quelle che mostrano la crescita più marcata, mentre il tumore al seno registra l’incremento più contenuto. Ma anche un piccolo aumento, ribadiscono gli autori, se ripetuto e distribuito nel tempo, può avere effetti cumulativi devastanti.

Il clima moltiplica le vulnerabilità

I rischi insiti nel riscaldamento globale non finiscono qui. Gli scienziati evidenziano come questo aumenti anche l’esposizione a tossine ambientali cancerogene, comprometta la qualità dell’aria e la sicurezza alimentare, mettendo sotto pressione le infrastrutture sanitarie, soprattutto in contesti già fragili. Tutto questo si traduce in ritardi nella diagnosi, difficoltà nell’accesso alle cure, e maggiore mortalità per malattie che, se intercettate in tempo, potrebbero essere trattate. “L’aumento delle temperature – spiega Sungsoo Chun, coautore dello studio – agisce probabilmente attraverso molteplici vie: dall’esposizione a cancerogeni ambientali, all’interruzione dell’erogazione dell’assistenza sanitaria, fino a effetti diretti sui processi biologici cellulari.” Un cocktail pericoloso che potrebbe, nel tempo, rendere più frequenti e più letali i tumori femminili.

Le disuguaglianze uccidono

Il rischio, tuttavia, non è il medesimo in tutto il globo. Le donne, soprattutto quelle emarginate o residenti in aree ad alta vulnerabilità climatica, pagano il prezzo più alto. “Le donne sono fisiologicamente più vulnerabili ai rischi legati al clima, soprattutto in gravidanza – puntualizza Chun-. Ma lo sono anche per ragioni sociali: minore accesso all’assistenza sanitaria, screening carenti, barriere economiche e culturali”. Nel dettaglio, sei Paesi dell’area analizzata (Qatar, Bahrein, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Siria) hanno mostrato aumenti statisticamente significativi sia nella prevalenza, che nella mortalità. In Qatar, ad esempio, per ogni grado in più, i casi di tumore al seno sono aumentati di 560 per 100mila donne. In Bahrein, di 330. Ma anche qui le differenze potrebbero riflettere fattori non catturati dai ricercatori, come l’urbanizzazione, l’accesso a cure di qualità, o livelli differenti di inquinamento atmosferico.

La rotta da seguire 

“Non possiamo ancora parlare di causalità diretta – avverte Mataria -. Abbiamo cercato di controllare variabili come il PIL pro capite, ma restano molti fattori non misurabili”. Tuttavia, le correlazioni emerse sono robuste e ripetute in contesti diversi, tanto da suggerire la necessità di ulteriori ricerche. E, soprattutto, di una nuova impostazione delle politiche sanitarie. “Questo lavoro dimostra l’urgenza di integrare la dimensione climatica nella pianificazione della salute pubblica – ribadisce Chun – . Serve rafforzare i programmi di screening oncologico, costruire sistemi sanitari più resilienti alle crisi ambientali, e ridurre l’esposizione ai cancerogeni ambientali. Se non affrontiamo queste vulnerabilità sistemiche, il cambiamento climatico continuerà a rendere il cancro una minaccia ancora più grave. Non possiamo più permetterci di trattare ambiente e salute come ambiti separati – conclude Chun -. Il corpo delle donne ci sta dicendo qualcosa. Sta a noi, ora, ascoltarlo”.

 

 

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