“Diagnosticare il cancro alla prostata con dei biomarcatori nelle urine è davvero vantaggioso. Si tratta di un esame non invasivo e indolore, e il campione può essere analizzato con metodi di routine nei laboratori clinici”, Mikael Benson, ricercatore del Karolinska Institutet svedese, commenta così i risultati dello studio che ha personalmente coordinato. La ricerca in questione, pubblicata sulla rivista Cancer Research, svela l’esistenza di nuovi biomarcatori, più precisi, in grado di condurre ad una diagnosi precoce e ad una prognosi migliore per gli uomini con cancro alla prostata. “Inoltre – aggiunge il Benson – il test può ridurre il numero di biopsie alla prostata non necessarie negli uomini sani”.
Si tratta, dunque, di un semplice esame delle urine, indolore, non invasivo ed eseguibile anche a casa, in grado di diagnosticare precocemente il cancro della prostata con elevatissima precisione, addirittura maggiore del test del sangue attualmente utilizzato. Una scoperta che apre alla possibilità di individuare il tumore già nelle fasi iniziali, migliorando l’esito delle cure per quella che è una delle cause di morte più comuni per gli uomini. Il risultato si deve alla combinazione di Intelligenza Artificiale e analisi genetica, che ha permesso di identificare nuove spie della malattia.
Analizzando l’attività dei geni in migliaia di cellule provenienti da tumori alla prostata, i ricercatori sono riusciti a realizzare dei modelli digitali di questo tumore, che sono stati poi studiati con algoritmi di Intelligenza Artificiale per individuare proteine utilizzabili come biomarcatori. Infine, le firme molecolari così trovate sono state cercate in campioni prelevati dai tumori, nel sangue e nelle urine di quasi 2mila pazienti. Alcuni dei biomarcatori presenti nelle urine si sono rivelati i più affidabili, non solo nel rivelare la presenza del cancro ma anche la sua gravità.
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