Con l’arrivo dell’estate non è solo la pelle a rischiare di ‘scottarsi’. A bruciare è anche lo stomaco: ne sa qualcosa un italiano su quattro che, già alle prese con i fastidiosi sintomi del reflusso gastroesofageo tutto l’anno, li patisce ancora di più quando le temperature diventano più alte. Per fortuna, oggi, accanto ai classici consigli di buona condotta alimentare, la medicina offre anche soluzioni chirurgiche sempre più precise, meno invasive e più efficaci. È quanto emerso oggi a Napoli, in occasione del secondo congresso “Hot Topics in Functional Digestive Surgery Meeting”, promosso dall’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli e dalla Società Italiana Unitaria di Colon-Proctologia (SIUCP), un appuntamento dedicato alle patologie funzionali dell’apparato digerente.
Disidratazione, pasti irregolari, cibi freddi o piccanti, digestione rallentata dal caldo. La lista dei nemici estivi dello stomaco è lunga, e spesso sottovalutata. “Durante l’estate peggiorano le abitudini e peggiorano i sintomi – spiega Adolfo Renzi, responsabile dell’Unità Operativa delle Malattie Funzionali dell’Esofago e del Colon-Retto dell’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli –. L’aumento delle temperature provoca una maggiore perdita di liquidi e sali minerali, alterando la funzione gastrica e aumentando l’acidità”. Il reflusso gastroesofageo, infatti, non è solo un fastidio momentaneo, ma può cronicizzarsi, influenzando pesantemente la qualità della vita. “A risentirne è la giunzione esofago-gastrica, che non funziona più come dovrebbe. In alcuni casi si associa anche un’ernia iatale, che aggrava ulteriormente la situazione”, aggiunge.
Per chi non trova beneficio con le terapie farmacologiche, la chirurgia rappresenta oggi una frontiera sempre più accessibile, personalizzata e risolutiva. “Le opzioni sono diverse e vanno dalla più tradizionale Fundoplicatio secondo Nissen, al posizionamento dello sfintere esofageo magnetico, fino alle tecnologie più recenti come il Reflux Stop, un piccolo dispositivo in silicone che agisce senza comprimere lo sfintere”, spiega Renzi. Si tratta di interventi eseguiti in laparoscopia, quindi mininvasivi, con tempi di recupero brevi e con risultati promettenti. Ma – avverte l’esperto – il successo passa sempre da una diagnosi accurata, che parte da esami come la gastroscopia, la pH-metria e la manometria esofagea.
Ma non tutto passa dalla sala operatoria. In molti casi, è lo stile di vita a fare la differenza. “Abbiamo stilato un decalogo semplice ma efficace – racconta Renzi – per aiutare i pazienti a gestire meglio i sintomi, soprattutto in estate”. I consigli? Mantenere un peso adeguato, evitare i cibi “proibiti” (fritti, spezie, cioccolato, alcol, agrumi), privilegiare pasti leggeri e frequenti, non sdraiarsi subito dopo mangiato, bere acqua a sufficienza e indossare abiti comodi. Tra le raccomandazioni anche quella di non abusare dei farmaci antiacido e di rivolgersi al medico in caso di sintomi persistenti. Perché il reflusso, se sottovalutato, può evolvere e compromettere non solo le vacanze, ma anche la salute a lungo termine.
Il congresso napoletano ha riunito specialisti da tutta Italia con l’obiettivo di discutere proprio i casi complessi, le indicazioni chirurgiche più appropriate e le innovazioni in campo digestivo. “Queste patologie – conclude Renzi – sono spesso sottostimate, eppure rappresentano una delle cause principali di malessere cronico. La sfida è offrire a ciascun paziente una risposta mirata, equilibrata, personalizzata. In questo la chirurgia, se ben indicata, può fare la differenza”.
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