Salute 5 Giugno 2023 08:14

Progetto giovani: l’inno alla vita dei pazienti adolescenti dell’Istituto Nazionale dei Tumori

Ideato da Andrea Ferrari, medico oncologo, “Progetto giovani” è un laboratorio artistico di idee con cui i ragazzi cercano di affrontare al meglio le cure. Con “I was only sixteen” cantata da Tony Hadley raccontano in musica la malattia

Progetto giovani: l’inno alla vita dei pazienti adolescenti dell’Istituto Nazionale dei Tumori

Con “I was only sixteen” tornano a raccontare la malattia i ragazzi di Progetto giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Uno spazio  multifunzionale e un laboratorio artistico di idee che ancora una volta, dopo il successo di “Palle di Natale”, ha prodotto una ballata poetica grazie alla collaborazione di Faso, bassista del gruppo Elio e le storie tese e cantata in inglese da Tony Hadley star pop internazionale e frontman degli Spandau Ballet. Un inno alla vita che i ragazzi di Progetto giovani hanno realizzato mettendo in musica le parole dei giovani pazienti o ex pazienti, come Marta.

Progetto giovani: in musica le emozioni dei pazienti adolescenti

«Siamo partiti da un podcast “Tratto da una storia vera” nel 2021 – dice la giovane che oggi ha 20 anni e frequenta l’università – per raccontare le emozioni che ci hanno attraversato nel lungo percorso di cura. Un “viaggio” che ognuno di noi ha affrontato e che, grazie a Progetto giovani, è diventato anche un momento di condivisione e di amicizia. Perché solo con chi sta affrontando lo stesso percorso si può parlare di tutto, compresa la malattia. Con i genitori non sempre si può perché soffrono, gli amici invece non capiscono cosa vuol dire essere malato e dover affrontare le cure».

La storia di Marta «grazie a Progetto giovani voglio diventare psicologa»

Marta aveva solo 13 anni quando ha dovuto fare i conti con la malattia; ha fatto un percorso di cure, è guarita, oggi studia per diventare psicologa e fa ancora parte di Progetto giovani. «Per me è stato fondamentale soprattutto dopo la guarigione – spiega la ragazza – perché è difficile affrontare ciò che si è passato, ricordarselo tutti i giorni e guardare oltre. Quindi confrontarsi con altre persone che sono riuscite ad andare avanti nella propria vita è un grande esempio. Io voglio diventare psicologa proprio per aiutare i giovani che devono affrontare la malattia; per questo dal 2020 non manco mai un appuntamento con Progetto giovani, prima da remoto, oggi in presenza».

Novecento ragazzi tra i 15 e i 19 anni si ammalano di tumore ogni anno

In Italia sono circa 900 i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che ogni anno si ammalano di tumore, di questi l’80 percento ha buona probabilità di guarigione.  «Gli adolescenti malati sono in una terra di mezzo, non sono più bambini e neppure adulti per questo rischiano di arrivare con difficoltà ai centri di riferimento, di non essere arruolati nei protocolli clinici e di non ricevere le migliori terapie –  sottolinea Andrea Ferrari, medico oncologo responsabile del Day Hospital e dell’ambulatorio Pediatrico dell’Istituto Nazionale dei Tumori e ideatore di Progetto Giovani -. Lo spazio è nato proprio con l’intento di superare questi ostacoli».

Il medico: «Progetto giovani ci ha fatto conoscere i bisogni dei ragazzi e come curarli»

Ad obiettivo raggiunto, Progetto giovani è diventato nel tempo molto di più. «Abbiamo pensato di dargli una doppia identità: di occuparci di aspetti medici, ma anche della vita dei ragazzi – aggiunge Ferrari -, perciò, è diventato qualcosa di più grande. Partendo da degli spazi e dei progetti, abbiamo scoperto il loro meraviglioso mondo. Una finestra che negli anni ci ha permesso di realizzare progetti molto colorati, ma soprattutto ci ha fatto conoscere i loro bisogni e come curarli».

Un’iniziativa dell’Associazione Bianca Garavaglia

Progetto giovani, coordinato dal dottor Andrea Ferrari, rientra nelle iniziative dell’Associazione Bianca Garavaglia da 35 anni impegnata per regalare un sorriso ai bambini e agli adolescenti oncologici. Un’attenzione speciale è rivolta agli adolescenti in cura presso l’Istituto Nazionale dei Tumori. Sono ammessi nel reparto dei bambini in modo da garantire loro una presa in carico globale tipica dell’oncologia pediatrica. Il paziente e la famiglia, ma anche gli amici e i fidanzati vengono seguiti da un team multidisciplinare di oncologi, psicologi, assistenti sociali, esperti di fertilità ed esperti di make-up.  Per garantire una migliore quotidianità poi  sono stati realizzati degli spazi multifunzionali con poltrone, TV, strumenti musicali, libri e riviste; una stanza con diverse postazioni computer dove leggere, chattare e studiare e una palestra con personal trainer e fisioterapista.

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...
Advocacy e Associazioni

XVIII Giornata europea dei diritti del malato. Contro la desertificazione sanitaria serve un’alleanza tra professionisti, cittadini e istituzioni

La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali , la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferich...