Salute 28 Aprile 2014 18:28

Nuove tecnologie e responsabilità: certificazione e fondi, per una sanità europea 

Intervista esclusiva all’on. Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo

Nuove tecnologie e responsabilità: certificazione e fondi, per una sanità europea 

Le nuove tecnologie possono essere un utilissimo strumento in mano ai medici per offrire servizi sempre più utili e tempestivi ai pazienti. Ma se tante sono le opportunità, non pochi sono i rischi legati all’effettiva efficacia di questi nuovi dispositivi.

Un esempio illuminante, in questo senso, sono le App mediche: il loro potenziale è enorme ma servono garanzie sull’effettiva utilità di alcune di loro, per evitare al paziente il rischio di incappare in applicazioni che possono rivelarsi inutili o, peggio ancora, dannose. In Europa questo tipo di controlli esiste già. Su questo tema abbiamo chiesto un parere all’on. Gianni Pittella, il quale oltre ad essere vicepresidente del Parlamento europeo, è anche medico. Chi meglio di lui può dunque essere consapevole di quali siano i rischi e le opportunità offerte dalle tecnologie applicate alla medicina.

On. Pittella, le nuove tecnologie possono aiutare il medico ma vanno controllate.

Sì, c’è bisogno di una certificazione di rango europeo. Una delle proposte che possiamo portare avanti, e per la quale mi impegnerò personalmente, è proprio un sistema di certificazione che abbia il timbro europeo, perché le tecnologie forniscono applicazioni utilissime in campo medico, e non solo. Bisogna fare attenzione, però, affinché queste nuove applicazioni portino il timbro e il marchio della certificazione europea.

..non più soltanto le imprese ma anche i medici potranno utilizzare fondi europei per la formazione..

Un tema legato alle nuove tecnologie è quello della formazione, necessaria ai medici per un aggiornamento costante.

Sì, per la prima volta l’Unione europea dà la possibilità ai professionisti, quindi anche ai medici, di beneficiare di fondi europei. Nella nuova programmazione 2014-2020 ci saranno bandi per professionisti, ciò significa che non più soltanto le imprese – che prima erano le uniche insieme agli enti pubblici a poter fare domande di finanziamento europeo – ma anche i medici potranno utilizzare fondi europei per la formazione. Questo è fondamentale, ed è un contributo che diamo alla crescita professionale di una componente importante come le professioni.

La possibilità di aggiornarsi a distanza sul web è un aiuto importante per le professioni in un mondo che va veloce.

Sicuramente: nella formazione è compresa anche la formazione a distanza. Dobbiamo superare la vecchia idea secondo cui la formazione si faceva soltanto in aula con la cattedra, il formatore, gli studenti: la formazione avviene anche a livello universitario a distanza. Ho avuto modo di fare lezioni con questa metodologia, e trovo che abbia lo stesso effetto positivo di quella tradizionale.

Altro tema caldo è quello della responsabilità professionale.

Sì, è uno dei punti più delicati della medicina odierna: può accadere che in determinate situazioni si venga a creare un’area di dubbio che costringe i camici bianchi a rispondere anche quando non hanno colpe. Per questo ho lanciato la proposta di varare una direttiva europea sul tema, in modo da definire chiaramente quali siano i paletti che stabiliscono dove c’è una responsabilità del medico e dove, invece, siamo nel campo del fisiologico, ovvero di ciò che può accadere al netto dello sforzo che il medico fa, coadiuvato dalle tecnologie, per tenere il paziente in vita in ogni modo possibile.

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