Salute 18 Dicembre 2023 15:09

Morbillo, l’Italia resta fuori dall’emergenza. Gli esperti: “Non abbassare la guardia. Vaccinare tutti, anche gli adulti non immunizzati”

In un’intervista a Sanità informazione il professore Pierluigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università del Salento, il professore Massimo Andreoni, Direttore Scientifico della Simit e il professore Paolo Bonanni, Coordinatore Scientifico del “Calendario per la Vita”, analizzano l’emergenza morbillo in corso in Asia, invitando la popolazione italiana a non sottovalutare una patologia altamente contagiosa, che può indurre a gravi complicanze

Morbillo, l’Italia resta fuori dall’emergenza. Gli esperti: “Non abbassare la guardia. Vaccinare tutti, anche gli adulti non immunizzati”

In Italia, almeno per ora, non c’è alcuna emergenza morbillo. Se tra il mese di gennaio e il 5 dicembre 2023 in Europa e Asia centrale sono stati confermati 30.601 casi di morbillo, 29.692 in più rispetto ai 909 del 2022, in Italia, stando all’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, nei primi otto mesi di quest’anno sono stati segnalati 11 casi, di cui nove confermati in laboratorio e due ritenuti ‘possibili’. “Ma questo non significa poter abbassare la guardia – dice Pierluigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università del Salento -. Le coperture vaccinali, in Italia, così come avvenuto anche in altri Paesi, hanno subito un calo durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. I numeri italiani non sono certo paragonabili a quelli asiatici, ma ciò che sta accadendo in Asia dimostra come sia sufficiente far calare l’attenzione anche solo per qualche anno per lasciare la strada libera ad un virus come quello del morbillo che, assieme alla variante Omicron del Covid-19, è tra i più contagiosi attualmente in circolazione”,

Il 2017: l’anno dell’epidemia italiana

Per avere numeri decisamente più alti, anche in Italia, è sufficiente tornare indietro di soli sei anni: dal 1 Gennaio al 31 Dicembre del 2017 sono stati segnalati 4.991 casi di morbillo e quattro bambini hanno persona la vita (dati del Bollettino_morbillo_37-2018.pdf ). “Questi dati confermano che la mortalità legata al morbillo è di un decesso ogni mille casi – dice Massimo Andreoni, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università “Tor Vergata” di Roma e Direttore Scientifico della Simit, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali -. Di conseguenza, più alto sarà il numero di infezioni e maggiore sarà il rischio di ospedalizzazioni e di morti”, aggiunge l’infettivologo.

Una malattia del bambino e dell’adulto

Il morbillo è un problema di salute pubblica, che riguarda sia il bambino che l’adulto. “Questa patologia, un tempo considerata pediatrica, infatti, è oggi ritenuta sempre di più una malattia dell’età adolescenziale e adulta – spiega Paolo Bonanni, ordinario di Igiene all’Università di Firenze e componente del Gruppo di Lavoro “Vaccini” della Società Italiana di Igiene e Coordinatore Scientifico del “Calendario per la Vita” -. E contrarre il morbillo ‘da grandi’ non significa essere al riparo dalle complicanze”. Ma non è tutto: un adulto che non abbia un’immunità né naturale, né artificiale contro il morbillo (ovvero che non ha né contratto la malattia, né è stato vaccinato nel corso della vita) può mettere a rischio il resto della popolazione, in particolar modo i neonati. “Il calendario vaccinale, infatti,  – aggiunge Bonanni – prevede che la prima dose della vaccinazione antimorbillo venga inoculata al compimento del primo anno di vita. Di conseguenza, nei mesi precedenti il rischio di contrarre la patologia e di sviluppare eventuali complicanze è piuttosto alto, soprattutto ora che molte neo mamme, essendo prive di immunità (naturale o artificiale), non trasmettono gli anticorpi al proprio bambino”.

I sintomi del morbillo

Oltre alla tipica eruzione cutanea – simile a quella della rosolia o della scarlattina – il raffreddore e la febbre, il morbillo può presentare delle complicanze piuttosto gravi: “Questa patologia causa uno stato di immunodepressione che espone il bambino al rischio di contrarre altre patologie in concomitanza o alla slatentizzazione di alcuni virus, come ad esempio l’herpes simplex. Nel bambino piccolo la polmonite morbillosa è la complicanza più temibile. Più rara, ma altrettanto pericolosa è l’encefalite che può manifestarsi sia durante l’infezione che post-morbillo”, spiega Andreoni. La buona notizia è che tutte queste complicanze sono evitabili grazie al vaccino: “Chi è vaccinato, seppure dovesse contrarre la malattia, la manifesterà con sintomi lievi. Il vaccino è l’unica arma per evitare le complicanze, perché – sottolinea l’infettivologo – non abbiamo a disposizione farmaci in grado di agire efficacemente limitandone gli effetti”.

Le vaccinazioni in Italia durante la pandemia

In Italia le vaccinazioni sono state somministrate anche durante i periodi più critici della pandemia da Covid-19, “semmai – sottolinea il professore Lopalco – abbiamo assistito ad un rallentamento che ha allungato le liste di attesa, esattamente come accaduto per altre prestazioni sanitarie. Ora, anche in virtù dell’allarme asiatico, è importante che si recuperino tutte le vaccinazioni in arretrato, non lasciando nessun bambino ‘scoperto’”. E non solo. “Sarebbe necessario vaccinare anche gli adolescenti e gli adulti che ancora non hanno acquisito un’immunità, se necessario anche attraverso delle campagne ad hoc. È una necessità che sollevo personalmente da diversi anni e che ora – dice il professore Bonanni -, proprio in virtù dell’emergenza morbillo in corso in Asia, è quanto mai urgente assecondare”.

I casi di morbillo nel mondo

Attualmente, il tasso più alto di casi di morbillo è stato rilevato in Kazakistan con 69 casi per 100mila abitanti, per un totale di 13.254 casi (da gennaio al 5 dicembre 2023). Il Kirghizistan è al secondo posto per numero di casi di morbillo, con 58 casi ogni 100mila abitanti, pari a 3.811 casi. La Romania, che ha annunciato nelle scorse settimane un’epidemia nazionale di morbillo, ha un tasso di 9,6 casi per 100mila (1.855 casi). Circa 931mila bambini in Europa e Asia Centrale non hanno ricevuto interamente o parzialmente i vaccini di routine fra il 2019 e il 2021. Il tasso di vaccinazione della prima dose contro il morbillo è diminuito dal 96% nel 2019 al 93% nel 2022. Il calo della domanda di vaccini è stato alimentato, secondo quanto osservato dall’Unicef che ha diffuso i dati, dalla disinformazione e dalla sfiducia che sono peggiorate durante e dopo la pandemia da Covid-19, dall’interruzione dei servizi sanitari e dalla debolezza dei sistemi di assistenza sanitaria primaria. “La situazione in Asia di certo non si placherà nel giro di poche settimane. Per questo – conclude il professore Lopalco – sarà necessario che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef intervengano con delle campagne vaccinali ad hoc a sostegno dei sistemi sanitari che non hanno le risorse necessarie per far fronte all’emergenza in corso”.

 

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