Crescono i casi di morbillo in Italia e l’Istituto Superiore di Sanità lancia una nuova allerta. Dall’inizio del 2025 sono 334 le infezioni segnalate, con un’impennata nel mese di maggio: 65 casi, quasi il doppio rispetto ai 37 registrati in aprile. Il dato emerge dall’ultimo bollettino “Morbillo & Rosolia News” a cura della sorveglianza epidemiologica nazionale dell’Iss. Un trend che preoccupa, spiegano gli esperti, soprattutto in vista dell’estate e dell’aumento degli spostamenti: il 20% delle infezioni segnalate tra gennaio e maggio è stato infatti associato a viaggi internazionali. Una percentuale in crescita, se confrontata con quella del periodo precedente (18%).
A colpire è il dato sullo stato vaccinale dei pazienti: su 313 casi di cui si conosce lo status, ben 275 (quasi il 90%) risultano non vaccinati. Un dato che conferma, ancora una volta, quanto il morbillo resti una minaccia seria soprattutto per chi non è protetto dal vaccino. E se è vero che l’infezione può colpire a ogni età, è altrettanto vero che quasi l’80% dei casi registrati nel 2025 riguarda persone di età pari o superiore ai 15 anni. Per la maggior parte, anche in questo caso, si tratta di soggetti non vaccinati o che hanno ricevuto una sola dose.
Il morbillo non è una malattia banale. In oltre un terzo dei casi (108 pazienti), è stata riportata almeno una complicanza. Le più frequenti? Epatite, aumento delle transaminasi, polmonite. Ma non sono mancate anche cheratocongiuntivite, diarrea, insufficienza respiratoria, stomatite, otite, convulsioni, laringotracheobronchite e trombocitopenia. Tre i casi di encefalite riportati tra gennaio e maggio: due adulti e un preadolescente, tutti non vaccinati. Un numero contenuto, ma sufficiente per ricordare quanto le conseguenze del morbillo possano essere gravi.
Preoccupano anche i dati relativi ai più piccoli. In termini di incidenza, la fascia d’età più colpita resta quella sotto i cinque anni. Un’età particolarmente delicata, spiegano gli esperti, per la vulnerabilità alle complicanze sia a breve che a lungo termine. E tra i casi segnalati, compaiono anche lattanti, troppo piccoli per aver ricevuto la prima dose del vaccino MPR, raccomandata a partire dai 12 mesi. In questi casi, la loro protezione dipende dalla copertura vaccinale dell’intera popolazione. Ecco perché il concetto di “immunità di comunità” non è solo teoria, ma un principio chiave di sanità pubblica.
e In vista delle vacanze estive, l’Iss invita alla prudenza: “Verificate il vostro stato vaccinale prima di mettervi in viaggio, soprattutto all’estero. Non aspettate il primo sintomo: la prevenzione comincia dalla consapevolezza”. Gli esperti ribadiscono che il vaccino MPR “è sicuro, efficace e gratuito. E protegge anche chi ci sta accanto, in particolare i soggetti più fragili e i bambini troppo piccoli per essere vaccinati”.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato