Salute 29 Settembre 2023 09:24

Malnutrizione in oncologia: aumenta il tasso di mortalità, i tempi degenza e triplica le complicanze

“Screening precoce e supporto nutrizionale del paziente: a che punto siamo?”: istituzioni, società scientifiche, clinici e associazioni pazienti a confronto per fare il punto sul tema della nutrizione clinica in Italia

Malnutrizione in oncologia: aumenta il tasso di mortalità, i tempi degenza e triplica le complicanze

Tre pazienti oncologici su 10 quando ricevono una diagnosi di tumore sono malnutriti. «Le percentuali superano il 40% in chi è affetto da alcune particolari forme di cancro, come quello del pancreas e del distretto testa», spiega il professore Paolo Pedrazzoli, direttore S.C. Oncologia, Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo di Pavia, tra i clinici che hanno preso parte al dibattito “Screening precoce e supporto nutrizionale del paziente: a che punto siamo?”. Per l’occasione, istituzioni, società scientifiche, specialisti e associazioni pazienti si sono incontrate nello scenario istituzionale della Sala Capitolare del Senato per confrontarsi sul tema della nutrizione clinica in Italia.

La malnutrizione compromette l’aderenza terapeutica

Per un paziente oncologico avere scarse riserve energetiche, proteiche e di altri elementi nutritivi dell’organismo significa dover fare i conti con un’altra malattia (la malnutrizione per difetto) nella malattia (il cancro). Il problema non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche quelli ad alto reddito, Italia compresa. «Per chi è malnutrito il percorso di cura sarà molto più difficoltoso: la malnutrizione compromette l’aderenza terapeutica, peggiora gli effetti collaterali delle cure oncologiche e rende il paziente oncologico, già fragile a causa della sua malattia, ancora più vulnerabile. Dunque – sottolinea Pedrazzoli -, è ormai chiaro che la nutrizione non rappresenta un elemento di cura secondario. Va considerato alla stessa stregua degli altri trattamenti a cui un paziente oncologico viene sottoposto».

Nutrizione clinica: una mission per chi governa

La malnutrizione nel paziente affetto da tumore ha moltissime ripercussioni negative: aumenta le complicanze, ritarda i tempi di dimissione, causa ricoveri ripetuti con un conseguente sovraccarico sulle casse del Sistema Sanitario Nazionale. «La nutrizione clinica deve rientrare nel percorso di cura delle patologie oncologiche perché una buona nutrizione incide positivamente sull’efficacia delle terapie, migliora la qualità di vita e ne aumenta anche l’aspettativa – spiega la senatrice Tilde Minasi della X Commissione Affari Sociali, Sanità, lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale e presidente  dell’Intergruppo “Oncologia: Prevenzione Ricerca e Innovazione”-. Mi impegnerò personalmente affinché già con la prossima legge di Bilancio si possa dare un primo segnale proprio in questa direzione. Intervenire sulla malnutrizione in oncologia non può che essere una mission per chi governa sia per garantire la tutela del diritto alla salute dei cittadini, che per ottimizzare le risorse a disposizione della Sanità pubblica».

Inserire i Supplementi Nutrizionali Orali nei LEA

Recenti studi scientifici, infatti, hanno evidenziato che la malnutrizione in oncologia aumenta di 2,6 volte il tasso di mortalità, triplica il tasso di complicanze e fa salire del 30% la durata della degenza rispetto ai pazienti con uno stato nutrizionale nella norma. Anche il Direttore Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute, Ugo Della Marta, ribadisce l’interesse e l’impegno delle Istituzioni su questi temi. «Il Ministero della Salute ha accolto la richiesta pervenuta dalle associazioni dei pazienti che chiedono l’inserimento nei LEA dei Supplementi Nutrizionali Orali (ONS). È ora al vaglio del Comitato Lea e siamo alle prime battute per l’istruttoria della Legge di Bilancio. La direzione generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione ha sostenuto questa richiesta a livello tecnico, ma è chiaro che ora sarà necessario trovare la compatibilità finanziaria e le risorse per l’effettivo inserimento nei LEA».

Il lavoro del TaSiN

Sul fronte dell’appropriatezza della presa in carico nutrizionale, invece, grazie all’operato del Tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale (TaSiN), «sarà licenziato a breve un documento che punta a rafforzare l’Accordo Stato-Regioni del 2017 volto ad omogeneizzare le prestazioni sanitarie erogate in materia a livello regionale. In altre parole – assicura Della Marta -, siamo a lavoro per garantire al più presto le soluzioni adeguate che migliorino la presa in carico dei pazienti oncologici nel nostro Paese, anche dal punto di vista nutrizionale, assicurando un’assistenza equa a tutti i malati oncologici». Come sottolineato dalla dottoressa Francesca Pasqui, dell’associazione Vivere senza Stomaco «ci sono delle Regioni in cui l’erogazione degli ONS in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale è già garantita, ma è necessario che non resti un privilegio di pochi. Così come – aggiunge – è altrettanto necessario che ogni Regione attivi un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) regionale dedicato al tumore dello stomaco – percorso finora disponibile solo in Piemonte, Veneto e Campania – che garantisca una presa in carico multidisciplinare del paziente, nutrizione inclusa».

Cresce l’attenzione per la nutrizione clinica

Ancora una volta si tratterebbe di un investimento che, a medio e lungo termine, garantirebbe un risparmio per la Sanità Pubblica: è stato stimato che una corretta integrazione nutrizionale possa portare un risparmio di costi a carico del SSN pari al 12,2%. Obiettivo sul quale anche il mondo scientifico sta puntando già da diversi anni: «La consapevolezza dell’importanza della nutrizione nei pazienti con tumore per tollerare meglio le cure sta via via aumentando – assicura il professor Maurizio Muscaritoli, presidente SINuC, la Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo –. Studi scientifici hanno mostrato che le prospettive di sopravvivenza per un paziente malnutrito affetto da un tumore in fase iniziale (non metastatica), sono le medesime di un paziente adeguatamente nutrito che, invece, riceve la diagnosi di cancro quando la malattia è già avanzata (in fase metastatica)».

L’importanza della corretta informazione

Società scientifiche, istituzioni e associazioni hanno evidenziato anche la necessità di sensibilizzare medici e professionisti sanitari sull’importanza di fornire informazioni corrette e chiare ai propri pazienti. «Tra i diritti che devono essere garantiti ai malati oncologici spicca il diritto alla corretta informazione, attraverso counseling nutrizionale, screening e monitoraggio dello stato nutrizionale – dice Laura Del Campo, Direttore della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) – . È fondamentale che i malati siano consapevoli dei propri diritti, attraverso strumenti informativi, validati dal punto di vista scientifico, ma chiari e semplici». Anche il Direttore Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-mataboliche ed Invecchiamento dell’ISS, Marco Silano è convinto che la formazione sulla nutrizione umana del personale medico sia «uno strumento importantissimo e su cui è necessario lavorare per poter offrire un’assistenza completa al paziente oncologico».

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