Salute 15 Marzo 2022 15:23

L’altro fronte del conflitto: per i medici russi la guerra non esiste e il Covid non ha causato molti morti

Liudmila è un medico reumatologo che lavora presso il policlinico di Medgorodok, il più grande centro della regione. Racconta di un paese che ha vinto senza grosse perdite la battaglia contro il virus e le uniche conseguenze dell’operazione speciale nella vicina Ucraina saranno rallentamenti nella ricerca e carenza di farmaci che saranno sostituiti da generici di produzione russa

L’altro fronte del conflitto: per i medici russi la guerra non esiste e il Covid non ha causato molti morti

Per Liudmila e i suoi colleghi medici e infermieri che vivono e lavorano in Russia la guerra non esiste e il Covid è un problema superato. Calma e fiducia nei confronti di un governo che «sta facendo un’operazione speciale» nella vicina Ucraina emergono dalle parole di Liudmila Grebenkina, reumatologa di Togliattigrad.  Grazie all’interprete Tatiana Burobina, Presidente del Comitato di Togliatti della Società Dante Alighieri di Roma e dell’Istituto di Cultura Italiana della Regione del Volga, la dottoressa che lavora presso il policlinico statale di Medgorodok – il più grande centro sanitario della regione – ha accettato di raccontare cosa accade oggi in Russia.

Prima il Covid, oggi la guerra. Come state affrontando la duplice emergenza?

«Il Covid non ha causato alcuna restrizione alle attività terapeutiche e di ricerca – spiega Liudmila – mentre ha generato un aumento di lavoro per medici di base, pediatri e ospedalieri a causa dell’alto flusso di pazienti Covid. Personalmente non lavoro nell’area Covid, consulto solo i pazienti di reumatologia; quindi, il mio lavoro è stato ed è meno pesante».

Il virus fa ancora paura?

«La situazione dell’infezione da Coronavirus attualmente non è preoccupante tanto è vero che quasi tutte le restrizioni sono state eliminate».

Ma il Covid cosa ha lasciato nella popolazione del suo paese?

«Il tasso di mortalità da Covid in Russia non era alto, la vaccinazione in corso ha ridotto significativamente il rischio e la mortalità. Sia le limitazioni da Covid all’inizio della pandemia che i postumi dell’infezione hanno portato a disturbi emotivi. I neurologi e gli psicologi sono consultati più frequentemente per attacchi di panico, cali di umore, disturbi del sonno e depressione».

In Italia turni massacranti, condizioni di stress e rischi di ammalarsi sono alcuni degli effetti psicologici generati sui medici italiani. Nulla di tutto questo è accaduto ai suoi colleghi?

«Gli ospedali russi hanno abbastanza medici e infermieri, lavorano su turni di otto ore. L’amministrazione dell’ospedale organizza tre pasti al giorno per il personale. Medici e infermieri hanno uno stipendio molto più alto della media. Tutti hanno ricevuto una formazione adeguata nel trattamento del Сovid-19 e la fornitura di farmaci è buona. C’è certamente un rischio di infezione da Covid e la maggior parte dei medici ha preso il virus, ma questa situazione non provoca reazioni di stress. Inoltre, tutto il personale ospedaliero infettato da Covid riceve pagamenti aggiuntivi».

Dopo la pandemia, la guerra in Ucraina. Da medico come sta vivendo questa nuova tensione?

«Per quanto riguarda l’operazione speciale in Ucraina, è certamente allarmante».

Sul piano psicologico la gente come affronta una guerra post Pandemia contro i vicini di casa?

«Non posso rispondere attualmente».

Com’è oggi la situazione degli ospedali in Russia?

«Il sistema sanitario e gli ospedali non hanno avuto difficoltà e hanno lavorato come al solito».

Che conseguenze avrà questa guerra sulla vostra sanità e sulla vostra categoria?

«Dopo l’operazione speciale ucraina non ci saranno conseguenze per l’assistenza sanitaria della Federazione Russa. È molto probabile che negli ultimi tempi ci sia una sostituzione attiva di prodotti farmaceutici con equivalenti nazionali. Ci sarà anche una riduzione dei progetti internazionali di scienza medica».

Per mesi la Russia, nella narrazione mondiale, è stato il paese con il più alto tasso di mortalità per il Covid-19, eppure il vissuto di questo medico racconta un’altra verità e anche la guerra contro i cugini Ucraini è “solo” una operazione speciale. All’insegna del va e andrà tutto bene, salutiamo Liudmila, nella speranza che questo ottimismo rispecchi la realtà e che davvero, tra poco, si possa dire “andrà tutto bene”.

 

 

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