Salute 16 Gennaio 2025 15:23

Il figlio prediletto esiste: “Ecco l’identikit tracciato dagli scienziati”

I ricercatori hanno condotto una meta-analisi coinvolgendo 19.469 partecipanti con l'obiettivo di esaminare come l'ordine di nascita, il genere, il temperamento e i tratti della personalità fossero collegati al favoritismo genitoriale
Il figlio prediletto esiste: “Ecco l’identikit tracciato dagli scienziati”

“I figli non sono tutti uguali” e non si tratta di un modo di dire, ma di un’affermazione che ha delle fondamenta scientifiche. Anche se un genitore non lo ammetterà mai, o farà davvero fatica ad ammetterlo,  il “figlio preferito” esiste. A dimostrarlo è uno studio pubblicato dall’American Psychological Association sulla rivista ‘Psychological Bulletin‘. Gli autori hanno condotto una meta-analisi di 30 articoli pubblicati su riviste scientifiche con revisione paritaria, e dissertazioni/tesi, insieme a 14 database, che comprendono un totale di 19.469 partecipanti oggetto di studio, con l’obiettivo di esaminare come l’ordine di nascita, il genere, il temperamento e i tratti della personalità  – l’essere estroversi, gradevoli, aperti, coscienziosi o nevrotici – fossero collegati al favoritismo genitoriale. Ma gli scienziati sono andati anche oltre: sono riusciti a tracciare l’identikit del “figlio modello”, ovvero di colui o colei che tra i fratelli ha più speranze di essere il prediletto/a di mamma e papà.

Ecco cosa rende un figlio “prediletto”

Essere il primogenito o, al contrario, il più piccolo di casa non influenza affatto le preferenze dei genitori. Ciò che fa la differenza è il genere, le femmine hanno più possibilità dei fratelli, ed alcuni specifici tratti caratteriali, come l’essere coscienzioso, responsabile, gradevole. “Per decenni, i ricercatori hanno saputo che il trattamento differenziato da parte dei genitori può avere conseguenze durature per i bambini – spiega l’autore principale Alexander Jensen, professore associato alla Brigham Young University  -. Questo studio ci aiuta a capire quali bambini hanno maggiori probabilità di essere destinatari di favoritismi, che possono essere sia positivi che negativi”. Lo studio ha esaminato il legame tra le caratteristiche dei bambini e le differenze nel modo in cui i genitori li trattano, prendendo in considerazione potenziali moderatori quali l’età del bambino, il sesso dei genitori e i metodi di misurazione. Quello che è emerso è che i genitori possono mostrare favoritismi in molti modi, tra cui la maniera in cui interagiscono con i figli, quanti soldi spendono per loro e quanto controllo esercitano, illustrano i ricercatori. In totale, hanno esaminato cinque domini: trattamento generale, interazioni positive, interazioni negative, allocazione delle risorse e controllo.

Cosa influenza la relazione genitore-figlio

L’ipotesi di partenza degli studiosi era che le madri avrebbero favorito le figlie femmine e i padri i figli maschi. Tuttavia, l’analisi ha portato a scoprire che sia le madri che i padri erano più propensi a favorire le figlie femmine. Fra i tratti della personalità valutati, i bambini coscienziosi, ovvero responsabili e organizzati, sembravano ricevere anche un trattamento più favorevole. Ciò suggerisce che i genitori potrebbero trovare questi bambini più facili da gestire e potrebbero rispondere in modo più positivo. Jensen si è detto sorpreso dal fatto che l’estroversione non è risultata associata al favoritismo. “Gli americani sembrano apprezzare particolarmente le persone estroverse, ma all’interno delle famiglie questo potrebbe avere meno importanza”, afferma. Per quanto riguarda l’ordine di nascita, secondo Jensen, i genitori erano più propensi a dare maggiore autonomia ai fratelli maggiori, forse perché più maturi. I ricercatori hanno anche esaminato se le relazioni genitore-figlio fossero influenzate da altri fattori, come l’età del bambino, il sesso del genitore o il modo in cui veniva misurato il favoritismo. Hanno scoperto che questi fattori potrebbero svolgere un ruolo, ma sarebbe minimo, evidenziando la complessità del favoritismo genitoriale. Per Jensen, i fratelli che ricevono un trattamento meno favorevole tendono ad avere una salute mentale più scadente e relazioni familiari più tese.

Il monito: “Trattare tutti i figli in modo equo”

“Comprendere queste sfumature può dunque aiutare genitori e medici a riconoscere modelli familiari potenzialmente dannosi – sottolinea l’esperto -. È fondamentale garantire che tutti i bambini si sentano amati e supportati”. L’auspicio dei ricercatori è che queste scoperte incoraggino i genitori a essere più consapevoli dei loro eventuali pregiudizi e a impegnarsi a trattare tutti i figli in modo equo. Va evidenziato, precisa Jensen, che è una ricerca correlazionale, “quindi non ci dice perché i genitori favoriscono determinati bambini. Tuttavia, evidenzia potenziali aree in cui mamme e papà potrebbero dover essere più consapevoli delle loro interazioni coi figli”. Quindi, conclude l’autore, “la prossima volta che vi chiedete se vostro fratello è il figlio d’oro, ricordate che probabilmente c’è molto di più ‘dietro le quinte’ che una semplice preferenza per il più grande o il più piccolo. Potrebbe riguardare la responsabilità, il temperamento o semplicemente quanto sia facile o difficile avere a che fare con voi”.

 

 

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