Depressione, ansia e disturbi alimentari sono molto più frequenti tra le donne che tra gli uomini, anche a causa dell’influenza di fattori sociali, biologici e psicologici, come i ruoli di genere, la violenza domestica e i cambiamenti ormonali. La vulnerabilità delle donne può aumentare in alcuni periodi della vita, soprattutto quelli caratterizzati da grandi cambiamenti come la maternità, tanto che è stata istituita una giornata di sensibilizzazione sul tema. Il primo mercoledì di maggio, che quest’anno cade il giorno 7, si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale Materna. L’evento si concentra sull’importanza della salute mentale durante la gravidanza e nel periodo post-partum. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico sui disturbi di salute mentale che le donne possono affrontare in questo periodo e promuovere l’accesso ai servizi di supporto. “La maternità ha subito profonde trasformazioni durante il corso della storia, passando da un dovere sociale e biologico imposto alle donne, ad una scelta più consapevole e personale – commenta Elio Lopresti, Tesoriere della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO)-. Oggi, essere madri si associa, spesso, alla ricerca di un delicato equilibrio tra realizzazione individuale, carriera, aspettative culturali e bisogni affettivi, in un contesto in cui il supporto sanitario e sociale è spesso frammentario e le pressioni esterne rimangono forti, sotto diverse forme”.
Un Report edito dall’organizzazione Save the children (Minello 2024) tratta del ruolo complicato delle madri in Italia e le descrive come “Equilibriste”: “Cercano di trovare un punto di incontro tra lavoro e responsabilità familiari poiché il paese non offre loro condizioni favorevoli, costringendole quindi a diventare in tutto e per tutto delle eroine in grado di mantenere un equilibrio tra vita professionale e cura dei figli, della famiglia e della casa – aggiunge l’Ostetrica/o – . Le continue pressioni a cui spesso le donne sono sottoposte, se vissute in solitudine e/o senza un adeguato supporto professionale, espongono le madri a un elevato rischio di stress cronico e disagio emotivo, rendendo ancora più urgente il riconoscimento e la tutela della salute materna mentale come parte integrante dei diritti alla salute. Nonostante ciò, ad oggi, la salute materna mentale è un tema sottovalutato e talvolta stigmatizzato. Ansia, depressione, disturbi dell’adattamento e stress post-traumatico sono solo alcune delle manifestazioni che possono insorgere durante la gravidanza o nel periodo postnatale, che possono incidere profondamente sul benessere e sulla qualità della vita della donna, della coppia e soprattutto nello sviluppo del legame madre-bambino”.
I fatti di cronaca sempre più numerosi ci danno lo spaccato del fenomeno e invitano a riflettere sulle priorità d’intervento e sugli investimenti strategici quali il potenziamento e l’innovazione delle organizzazioni dei servizi al benessere e salute della donna e della famiglia. “Il potenziamento dei servizi di prevenzione e di accompagnamento, in cui l’Ostetrica/o ha un ruolo privilegiato, diventa quindi non solo una questione di politica sanitaria, ma anche sociale e culturale”, spiega Lopresti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 10% delle donne soffre di disturbi mentali durante la gravidanza e il 13% nel periodo postnatale, con percentuali che arrivano fino al 20% nei Paesi a medio e basso reddito (WHO, 2022). In Italia, stime del Ministero della Salute e dati ISTAT evidenziano che circa il 12-15% delle neomamme sviluppa sintomi depressivi nel primo anno di vita del bambino, con un picco di incidenza tra le 6 e le 12 settimane dopo il parto (Ministero della Salute, 2017; ISTAT, 2020). La depressione post partum, in particolare, è ancora oggi poco diagnosticata e trattata, anche a causa della difficoltà delle donne nel riconoscere il proprio disagio e chiedere aiuto in un contesto culturale che idealizza la maternità e stigmatizza la sofferenza psicologica materna. “In questo scenario l’Ostetrica/o, da sempre figura cardine nell’ assistenza alla donna ed alla famiglia, può fare la differenza e svolgere un ruolo determinante, sia sul piano sanitario sia su quello sociale- aggiunge il Tesoriere della FNOPO -. La sua formazione ed il suo bagaglio formativo le consente oltre che di accompagnare la donna durante tutto l’arco riproduttivo, con un approccio integrato che unisce competenze cliniche, educative e relazionali, di individuare e riconoscere precocemente quelle note di disagio e fragilità emotiva. Offrendo supporto, ascolto e orientando verso percorsi integrati multidisciplinari e multiprofessionali, quando necessario. Anche per il ruolo privilegiato e le sue peculiarità professionali, che le permettono di stare a stretto contatto con le donne nel loro ambiente quotidiano, e proprio per questo può contribuire in modo decisivo alla prevenzione e alla promozione della salute mentale perinatale”.
Una delle pratiche più promettenti nella promozione della salute mentale materna è sicuramente rappresentata dall’home visiting, ovvero le visite domiciliari da parte di ostetriche/ci nel periodo postnatale. Paesi come Svezia, Norvegia e Paesi Bassi hanno dimostrato che sostenere la maternità con strumenti concreti, integrati e continuativi, riduce significativamente l’incidenza dei disturbi perinatali, migliora l’attaccamento madre-bambino e favorisce il benessere sociale a lungo termine. “Questo modello assistenziale, importato dai paesi del Nord Europa, si sta fortunatamente diffondendo anche in Italia grazie a sperimentazioni attivate in alcune Regioni (es. Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia). La speranza è che questo modello positivo possa essere attivato entro il 2026 in modo capillare su tutto il territorio italiano al fine di eliminare le disparità dell’offerta di salute tra il nord ed il sud Italia (Obiettivo del PNRR 2021). Attraverso l’home visiting, l’Ostetrica/o può valutare direttamente, nel contesto domestico, il benessere fisico ed emotivo della madre, favorire l’allattamento, sostenere le competenze genitoriali e rafforzare il legame madre-bambino. Inoltre, può svolgere un ruolo di raccordo con altri servizi sanitari e sociali, creando una rete efficace di sostegno e prevenzione”, commenta Lopresti.
Promuovere la salute mentale materna significa riconoscere alle donne il diritto a un’assistenza veramente completa, che non si limiti alla sfera biologica ma consideri anche quella emotiva e sociale. “L’Ostetrica/o, con il suo approccio olistico e relazionale, è una risorsa fondamentale per raggiungere questo obiettivo, garantendo una presa in carico precoce, rispettosa e continua. Nell’evitare che la maternità non diventi un fattore di vulnerabilità ma un’esperienza supportata e valorizzata, è fondamentale che le istituzioni sanitarie del nostro Paese promuovano una visione sistemica del percorso nascita, in cui la salute mentale materna sia riconosciuta come una priorità pubblica e non solo come condizioni isolate. È evidente che se si desidera raggiungere questo obiettivo, le istituzioni sanitarie e sociali devono investire in modo strutturale su questa professionista, rafforzandone la presenza nei territori, nei consultori e al domicilio delle donne. Solo così sarà possibile costruire un sistema che non lasci sole le madri nel momento più delicato della loro vita e che trasformi la maternità in un tempo di cura condivisa, consapevole e sostenuta”, conclude il Tesoriere della FNOPO.
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