Salute 16 Maggio 2025 16:17

Giornata del mal di testa, la terza malattia più comune a livello globale

Sin e Sisc promuovono una serie di iniziative su tutto il territorio nazionale. Padovani. (Sin): "Un disturbo invisibile che espone chi ne soffre al rischio di stigmatizzazione"
di I.F.
Giornata del mal di testa, la terza malattia più comune a livello globale

C’è chi ne soffre una volta ogni tanto e chi con il mal di testa quasi ci convive. Nonostante la loro elevata diffusione e il forte impatto che hanno sulla quotidianità di chi ne soffre, le cefalee sono ancora oggi spesso sottovalutate, o gestite in modo inadeguato. Per questo, il 18 maggio, in occasione della Giornata del mal di testa, la Società italiana di neurologia (Sin) e la Società italiana per lo studio delle cefalee (Sisc) promuovono una serie di iniziative su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è chiaro: aumentare la consapevolezza, migliorare l’accesso alle cure e dare voce a chi convive con questo dolore, capace di compromettere profondamente la qualità della vita.

Le cefalee primarie

Nel complesso panorama delle cefalee, un ruolo centrale è occupato da quelle primarie, forme che non derivano da altre patologie sottostanti – come traumi, infezioni o problemi vascolari – ma costituiscono esse stesse la malattia. Tra queste, l’emicrania si distingue per prevalenza e impatto. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, rappresenta la terza malattia più comune a livello globale e la seconda per grado di disabilità. Un dato allarmante, soprattutto se si considera che, ancora oggi, molti pazienti non ricevono una terapia adeguata. “L’emicrania rappresenta una patologia neurologica di rilievo – afferma Alessandro Padovani, presidente della Sin – con un impatto significativo sia sul piano individuale, che socioeconomico. Gli attacchi possono raggiungere un’intensità tale da compromettere le attività quotidiane per uno o più giorni, accompagnandosi frequentemente a sintomi neurovegetativi quali nausea, vomito, intolleranza a luce o rumore, che ne aumentano il grado di disabilità. Dal punto di vista sociale, il disturbo contribuisce a fenomeni come l’impossibilità di recarsi sul luogo di lavoro o a scuola, o a farlo in condizioni di efficienza notevolmente ridotta”.

Lo stigma

“Essendo un disturbo ‘invisibile’ agli esami strumentali e difficilmente comunicabile – continua Padovani – l’emicrania espone spesso chi ne soffre al rischio di stigmatizzazione. Le persone affette si sentono talvolta sminuite nella loro sofferenza, con conseguente tendenza a nascondere il problema e a ritardare l’accesso a percorsi terapeutici adeguati. La buona notizia, infatti, è che oggi sono migliorate le conoscenze scientifiche di questa patologia e sono disponibili farmaci innovativi, specifici e selettivi”. L’emicrania “non è solo un sintomo, ma una vera e propria malattia neurologica – spiega Marina De Tommaso, presidente della Sisc – che colpisce principalmente le donne nelle fasi centrali della vita, ma può interessare anche uomini, con forme croniche gravi e invalidanti”. “Per questo l’informazione è cruciale: molti pazienti intraprendono percorsi di autocura, utilizzando farmaci in modo improprio, e arrivano tardi alle terapie specifiche. È fondamentale rivolgersi al medico di medicina generale – aggiunge De Tommaso – perché è il primo interlocutore nel percorso di cura. Un accesso precoce ai centri specializzati consente di evitare la cronicizzazione e l’abuso di farmaci, migliorando l’efficacia delle nuove terapie”.

La Giornata 2025

Il visual scelto per la campagna di quest’anno rappresenta una testa femminile adornata di fiori, un’immagine che richiama la primavera, come stagione di rinascita. È un simbolo potente che vuole raccontare anche l’inizio di una nuova stagione nella gestione dell’emicrania, grazie ai progressi della ricerca. “Abbiamo voluto associare il concetto di primavera a questa giornata perché oggi, finalmente, abbiamo a disposizione farmaci innovativi e mirati – evidenzia De Tommaso – in particolare anticorpi monoclonali e terapie selettive che agiscono sul Cgrp – calcitonin gene-related peptide, il principale mediatore del dolore emicranico. È una vera e propria primavera della neurologia per quanto riguarda le cefalee, che ci consente di guardare con più fiducia al futuro”.
Le sezioni regionali della Sin e della Sisc hanno organizzato una serie di attività in tutta Italia: si tratta di iniziative off line, che vanno da accoglienza informativa in vari luoghi come ospedali, farmacie, librerie e on line come dirette sui canali social e la pubblicazione di un video informativo sui siti web delle Società Scientifiche. Quest’anno, inoltre, supporteranno la diffusione di questo materiale anche la Simg (Società italiana di medicina generale), l’Alce (Associazione cefalalgici) e Fondazione Onda ETS (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere). In Puglia, poi, l’attenzione si rivolge anche a contesti particolari.

Nelle carceri femminili

“Entreremo nelle carceri femminili – sottolinea De Tommaso – dove lo stress della detenzione può esacerbare i sintomi. L’emicrania non fa distinzioni e merita attenzione ovunque si manifesti”.
“È fondamentale che le nuove terapie per l’emicrania – fanno notare gli esperti – siano rese disponibili in tempi rapidi e somministrate nel momento più opportuno, attraverso un accesso programmato ai Centri cefalee, che sono i soli autorizzati alla prescrizione di questi farmaci innovativi. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale aumentare la consapevolezza tra i pazienti, affinché evitino il ricorso al ‘fai da te’, spesso basato su informazioni errate. È altrettanto cruciale il coinvolgimento attivo dei medici di medicina generale (Mmg), chiamati a gestire le fasi iniziali della patologia, in collaborazione con i neurologi ospedalieri e territoriali, per garantire un percorso di cura efficace e tempestivo”.

Investire sull’informazione ai cittadini

“La gestione dell’emicrania – rimarca Padovani – non può ricadere esclusivamente sugli specialisti, data l’elevata prevalenza del disturbo. Solo i pazienti che realmente necessitano della terapia avanzata dovrebbero essere indirizzati ai Centri cefalee, dove il trattamento si è dimostrato più efficace se avviato precocemente, prima che la malattia si cronicizzi o si complichi con l’abuso di farmaci. Troppo spesso ci troviamo di fronte a pazienti resistenti alla terapia proprio perché reduci da lunghi percorsi di auto-medicazione non adeguata”.
“Per contrastare questa tendenza, è prioritario investire sull’informazione rivolta alla popolazione e sulla formazione dei Mmg – conclude De Tommaso – in tal senso, la Simg sta sviluppando un progetto formativo dedicato ai medici delle Case di Comunità, affinché al loro interno operino professionisti con competenze specifiche nella gestione del dolore e della cefalea di primo livello. L’accesso alle terapie innovative, erogate esclusivamente su piano terapeutico presso i Centri specializzati, deve essere elettivo, appropriato e soprattutto facilitato”.

 

 

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