Salute 9 Giugno 2025 16:41

Gemelle siamesi, al Gaslini intervento multidisciplinare di 12 ore con oltre 50 operatori

Le piccole, unite nella regione toracica e addominale, condividendo il fegato e parte del pericardio, sono arrivate a Genova grazie all’intervento dell’associazione 'Una Voce per Padre Pio'
di I.F.
Gemelle siamesi, al Gaslini intervento multidisciplinare di 12 ore con oltre 50 operatori

All’Istituto Giannina Gaslini di Genova è stato eseguito un intervento di separazione di due gemelle siamesi toraco-onfalopaghe, provenienti dal Burkina Faso, nate nel dicembre 2024. Le bambine erano unite nella regione toracica e addominale, condividendo il fegato e parte del pericardio. L’operazione, durata oltre 12 ore, ha coinvolto più di 50 professionisti tra medici, infermieri, tecnici e operatori sociosanitari. I gemelli siamesi, come sottolineato dalla stessa struttura ospedaliera –  rappresentano una condizione rarissima, con un’incidenza stimata tra 1 su 50mila e 1 su 200.

La storia

Le piccole sono arrivate a Genova il 20 maggio scorso, grazie all’intervento dell’associazione ‘Una Voce per Padre Pio’, nell’ambito di un programma umanitario sanitario attivato in collaborazione con il Gaslini. Il progetto è stato sostenuto anche dalla Regione Liguria e dall’associazione Patrons of the World’s Children Hospitals, in base alla normativa nazionale per l’assistenza ad alta specializzazione destinata a pazienti stranieri in condizioni di fragilità. “Il Gaslini ha preso in carico le bambine a partire dal trasporto da Malpensa a Genova – spiega Raffaele Spiazzi, direttore sanitario dell’Irccs -. Dopo una fase di studio multidisciplinare, simulazioni cliniche e pianificazione logistica, l’intervento si è svolto il 6 giugno. La qualità delle reti di collaborazione e delle competenze interne ha permesso di affrontare un’operazione così complessa in un ambiente costruito su misura per i bambini”.

L’operazione

L’intervento ha previsto la separazione progressiva di torace, pericardio, addome e fegato. “Era l’unico organo in comune – precisa Girolamo Mattioli, direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche e della UOC di Chirurgia pediatrica del Gaslini -. La prima fase si è svolta in una sala operatoria comune. Dopo la separazione, le bambine sono state trasferite in due diverse sale per completare l’intervento. “Fondamentale il contributo di Michele Torre per la chirurgia toracica e di Guido Michielon, direttore della Cardiochirurgia, coadiuvato dal cardiochirurgo Francesco Santoro”, aggiunge Mattioli. Andrea Moscatelli, direttore del Dipartimento di Emergenza, Anestesia e Terapia intensiva neonatale e pediatrica, evidenzia, invece, la complessità della gestione anestesiologica e intensivistica: “Le criticità principali hanno riguardato il controllo delle vie aeree e la gestione cardio-respiratoria dei due organismi uniti, con necessità di un monitoraggio continuo e differenziato. Le bambine hanno superato bene l’intervento e sono seguite costantemente in Terapia intensiva”.

Il team di specialisti in sala operatoria

La separazione del fegato è stata eseguita da Enzo Andorno, direttore della Chirurgia dei trapianti di fegato dell’ospedale San Martino, e Daniele Alberti degli Spedali Civili di Brescia. Alla ricostruzione della parete addominale e toracica ha contribuito Giuseppe Perniciaro, direttore della Chirurgia plastica e del Centro grandi ustionati dell’ospedale Villa Scassi. Il supporto della diagnostica radiologica è stato definito “fondamentale”. Le équipe di Beatrice Damasio (Radiologia), Andrea Rossi (Neuroradiologia) e Francesco Pasetti (Angiografia) hanno garantito immagini ad alta precisione che hanno permesso di pianificare nel dettaglio l’intervento. Il percorso è stato possibile anche grazie a un intervento neurochirurgico eseguito nei mesi precedenti su una delle due bambine per una forma grave di idrocefalo. “Solo in seguito al miglioramento delle condizioni generali si è potuta effettuare la separazione”, sottolinea Mattioli. Al momento, le bambine si trovano in condizioni cliniche stabili e il loro percorso di cura continua in Terapia intensiva. “Sono seguite con monitoraggio, supporto nutrizionale, prevenzione delle infezioni e pianificazione della ricostruzione definitiva”, riferisce Spiazzi.

La collaborazione con il Burkina Faso

L’operazione ha visto la presenza anche di un chirurgo e due anestesiste provenienti dal Centro ospedaliero universitario Tengandogo di Ouagadougou, in Burkina Faso, per garantire la continuità assistenziale. “Fondamentale per la riuscita dell’intervento è stato il contributo dell’associazione Una Voce per Padre Pio e dei Patrons of the World’s Children Hospitals”, commenta Giuseppe Spiga, direttore dell’UOC Governo clinico. Enzo Palumbo, presidente di Una Voce per Padre Pio, ricorda l’impegno dell’associazione nel seguire tutte le fasi del caso. “Vederle oggi separate e in condizioni stabili è una gioia che ripaga ogni sforzo”. Fabrizio Arengi Bentivoglio, presidente dei Patrons, ha parlato di “alleanza globale per la salute dei bambini”.

Un successo clinico

Il caso è stato definito “un successo clinico” dal direttore generale del Gaslini, Renato Botti: “Ciò che più mi ha colpito è il valore umano dimostrato dai nostri professionisti: spirito di squadra e coesione che hanno permesso all’ospedale di continuare a lavorare senza interruzioni”, dice.
“Il Gaslini è un’eccellenza della nostra sanità – aggiunge dichiarato Massimo Nicolò, assessore alla Sanità della Regione Liguria -. Un intervento che conferma l’efficacia della rete pubblica anche nei casi più complessi”.
“L’impegno dell’Istituto va oltre i confini nazionali – commenta Edoardo Garrone, presidente del Gaslini -grazie a una rete di collaborazioni internazionali che ci consente di offrire cure e competenze ovunque ci sia un bambino da assistere”.

 

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