Salute 25 Ottobre 2024 12:01

Depressione post-partum, Iss: “Cantare in coro può alleviarla”

Presentati i risultati dello studio 'Music and Motherhood' promosso dall'Ufficio regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità, al quale hanno partecipato tre Paesi, tra cui l'Italia con il coordinamento dell'Istituto superiore di sanità
Depressione post-partum, Iss: “Cantare in coro può alleviarla”

Cantare in coro aiuta a contrastare i sintomi della depressione post partum nelle neomamme. È questo il risultato a cui sono giunti i ricercatori dello studio ‘Music and Motherhood’, promosso dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, al quale hanno partecipato tre Paesi, tra cui l’Italia con il coordinamento dell’Istituto superiore di sanità. Per indagare sui benefici che il canto di gruppo può apportare alla ‘baby-blues’ è stato analizzato “un ciclo di 10 incontri di canto di gruppo settimanali, realizzato nei consultori familiari di 3 Asl a Torino, Roma e Padova”, spiega l’Iss. In questo modo si è dimostrato “il valore espressivo del canto, che ha aiutato le madri con sintomi di depressione post partum a migliorare il proprio stato emotivo, fornendo uno strumento di interazione con il bambino. Inoltre, il canto di gruppo ha mostrato di contribuire a de-medicalizzare il processo di cura, favorendo l’utilizzo di risorse non sanitarie presenti sul territorio”. I risultati sono stati pubblicati su ‘Frontiers in Medicine’.

Lo studio ha coinvolto i consultori familiari

L’Iss ha coordinato lo studio italiano che si è svolto nel 2022-2023 puntando sui consultori familiari. Sono loro, ricorda infatti l’Iss, che in molte regioni offrono lo screening per il riconoscimento precoce della depressione post partum e il colloquio psicologico clinico con finalità diagnostiche in caso di un sospetto disagio psicologico in gravidanza o in puerperio. Tuttavia, uno studio nazionale condotto sempre dall’Iss ha documentato nel 2019 che solo il 60% delle strutture ha le risorse di personale necessarie a offrire un trattamento alle donne con sintomi depressivi. “La ricerca – descrive l’Istituto – ha coinvolto i consultori di Asl Città di Torino, Aulss 6 Euganea e Asl Roma 2. In ciascuna azienda sanitaria è stato realizzato un intervento di canto di gruppo di 10 settimane, condotto da un insegnante di canto supportato da un professionista sanitario del consultorio familiare. In tutto hanno partecipato 23 neomamme con sintomi di depressione post partum”.

I benefici del canto per le neomamme

“Il canto – afferma Ilaria Lega, reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Iss – ha aiutato le neomamme ad esprimere i propri sentimenti, a trovare strategie per migliorare il proprio stato d’animo e l’interazione con il bambino. È stato possibile, inoltre, coinvolgere anche donne straniere con padronanza linguistica non sufficiente per essere avviate alla psicoterapia in italiano. L’attenzione alle esigenze delle madri e la co-presenza di un insegnante di canto e di un operatore sanitario sono stati tra i fattori chiave del successo del progetto nella sua declinazione italiana. A testimonianza di quanto emerso dalle analisi svolte dall’Iss, non ci sono stati rifiuti né abbandoni fra le donne avviate all’intervento e l’aderenza è stata molto elevata: il numero medio di incontri frequentati dalle mamme è stato di 9 su 10″.

Il progetto continua…

Si tratta della “prima esperienza italiana di implementazione multicentrica di un intervento di arte e salute con prove di efficacia”, rimarca l’Istituto superiore di sanità. “Alla luce del suo successo – riporta l’Iss sul suo proprio sito web  – nell’ambito del Bando ricerca indipendente Iss 2023 è stato finanziato un progetto pilota, attualmente in corso, volto a sviluppare la versione italiana dei materiali necessari alla realizzazione dell’intervento nel nostro Paese. Questi includono un manuale e un training rivolti a insegnanti di canto e professionisti sanitari coinvolti nell’implementazione, che nel progetto coordinato dall’Oms Europa erano stati resi disponibili in lingua inglese, rappresentando di fatto una barriera alla diffusione dell’intervento su larga scala. I materiali sviluppati saranno la base per realizzare ulteriori edizioni dell’intervento di canto di gruppo per neomamme con sintomi di depressione post partum nei consultori familiari interessati a sperimentare questa opzione terapeutica a partire dal primo trimestre del 2025″.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

PNLA e PNE: due strumenti diversi, un’unica bussola per una sanità tempestiva e di qualità

Nel dibattito pubblico sulla sanità, le sigle PNLA (Piattaforma Nazionale Liste d’Attesa) e PNE (Piano Nazionale Esiti) avranno un peso sempre maggiore. Gestite entrambe da AGENAS, rappre...
Advocacy e Associazioni

Health4Europe: la società civile europea alza la voce

Il documento propone anche un nuovo modello di governance inclusiva, con la partecipazione strutturata di rappresentanti della società civile e delle associazioni di pazienti alle decisioni pol...
Advocacy e Associazioni

Disabilità, il Decreto Tariffe lascia le persone senza carrozzina. FISH: “Così lo Stato abbandona i più fragili”

Dal 1° gennaio 2025 non è più garantita la sostituzione delle parti essenziali delle carrozzine elettriche e manuali. La denuncia di un cittadino in Veneto accende i riflettori su un...
Advocacy e Associazioni

Nasce la Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA): come orientarsi tra tempi, priorità e (domani) strutture sanitarie

E' online la prima versione della Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA) che permette a cittadini e associazioni di conoscere i tempi di attesa per visite ed esami, prestazioni urgenti in...
Lavoro e Professioni

Medici ex specializzandi, approvata la Legge di Delegazione Europea. Ora tavolo tecnico ricognitivo interministeriale su sentenza CGUE

In studio gli effetti della storica sentenza della CGUE che ha accolto il ricorso promosso da Consulcesi: “Confermata la battaglia per il diritto”