Salute 6 Luglio 2023 16:34

La Bicocca sforna i primi laureati in Medicine and Surgery: contatto con i pazienti già al secondo anno

Il corso di laurea interamente in inglese ha interessato l’Università Milano Bicocca e l’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo. I primi 197 laureati hanno sviluppato un precoce contatto con i pazienti e si sono cimentati in un metodo di apprendimento interattivo
La Bicocca sforna i primi laureati in Medicine and Surgery: contatto con i pazienti già al secondo anno

La medicina del futuro è già realtà. Con la conclusione del primo corso magistrale in Medicine and Surgery all’Università Milano Bicocca sono 197 i primi laureati con un doppio profilo di competenze. Infatti, senza dimenticare la relazione umana con il paziente, questi giovani medici hanno sviluppato un approccio del fare con una competenza costruita sul campo (simile al percorso formativo di altri Paesi europei) con l’ausilio di tecnologie sempre più sofisticate.

Una sfida nel campo della formazione per il corso magistrale in Medicine and Surgery

A rendere unico questo corso di laurea magistrale in Medicine and Surgery, che ha interessato l’Università Milano Bicocca e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è stata proprio l’unicità del percorso di formazione. Gli studenti, infatti, da subito hanno sviluppato un precoce contatto con i pazienti, (già al secondo anno) e si sono cimentati con un metodo di apprendimento interattivo in grado di sviluppare la capacità di risolvere situazioni critiche. Hanno poi coltivato una particolare attenzione alla prevenzione e alla medicina del territorio, pur con una forte vocazione internazionale resa possibile grazie alla lingua inglese utilizzata come lingua principale del corso e come porta d’accesso ad una carriera di ricerca.

Una vocazione internazionale confermata dai numeri

La vocazione internazionale del corso trova conferma nella nazionalità dei 197 studenti. Infatti, i futuri medici, ( 86 maschi e 111 femmine), sono per circa metà italiani (109), mentre 88 sono stranieri. Venti di loro provengono da Paesi dell’Unione Europea e 68 extra europei. I Paesi di provenienza in totale sono 28.

La tecnologia in primo piano grazie al progetto AnTHem

Un punto di forza della proposta formativa è rappresentato dalla tecnologia applicata alla sanità. Il tutto reso possibile dal progetto AnTHem finanziato per 123 milioni di euro con il piano complementare al PNRR e destinato ad iniziative di ricerca con nuove tecnologie in ambito sanitario e assistenziale. AnTHem, infatti, permette di realizzare dispositivi e strumenti digitali per la raccolta dati a supporto della  medicina di prossimità;  di sviluppare strumenti di monitoraggio e valutazione dei fattori ambientali, di stile di vita e patologici nelle popolazioni fragili e croniche e di implementare metodologie di terapia oncologica per quei tumori che non possono essere trattati con approcci convenzionali. L’ausilio della tecnologia permetterà quindi entro i prossimi quattro anni di colmare il divario esistente nell’assistenza sanitaria dei pazienti fragili e cronici con patologie orfane di terapie specifiche.

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