La curiosità fa bene a tutte le età. Non solo stimola il neurosviluppo dei più piccoli, ma aiuta a mantenere attivo il cervello in terza età, tanto da essere un vero e proprio scudo contro l’Alzheimer. Secondo uno studio pubblicato su PLOS One e condotto all’Università di Los Angeles da Alan Castel, gli anziani che mantengono la curiosità e l’interesse per cose nuove potrebbero addirittura prevenire la malattia. Al contrario, coloro che mostrano una curiosità smorzata e disinteresse verso l’apprendimento di cose nuove possono essere a rischio di demenza.
“La curiosità è un costrutto che è stato studiato da psicologi e filosofi per secoli. È un’influenza motivante che ci spinge a partecipare agli hobby, a perseguire l’istruzione e a viaggiare per sperimentare cose nuove. La curiosità è ampiamente definita come il desiderio di imparare, sperimentare o esplorare nuove informazioni o ambienti – scrivono gli autori nell’introduzione della ricerca – . Al di là dei contesti educativi, la curiosità è un predittore delle prestazioni lavorative e dell’apprendimento sul lavoro. Pertanto, la curiosità può motivare l’apprendimento e il perseguimento degli obiettivi in una varietà di contesti”.
Per condurre la loro analisi, i ricercatori hanno valutato sia la curiosità ‘di stato’, che quella ‘di tratto’. La prima è quella sensazione momentanea di curiosità che le persone provano quando vengono interrogate su argomenti specifici. Questa si distingue da quella ‘di tratto’ che, invece, costituisce, come suggerisce la parola stessa, un ‘tratto della personalità’. Alcune persone, ad esempio, potrebbero non essere molto curiose per natura, accontentandosi di accettare le cose senza indagare oltre (curiosità di tratto), ma hanno un’appassionata sete di conoscenza su argomenti o hobby specifici (curiosità di stato).
Tutte le persone possiedono vari gradi di curiosità di tratto e di stato. Per distinguere i due tipi di curiosità, i ricercatori hanno reclutato un ampio campione di partecipanti di età compresa tra i 20 e gli 84 anni, con un’età media di 44. Ognuno ha compilato un questionario online volto a valutare il grado di curiosità generale, ovvero la curiosità di tratto. Poi, per testare la curiosità di stato, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di indovinare le risposte a domande difficili e banali che la maggior parte delle persone difficilmente conosceva già, come ad esempio “Qual è stato il primo Paese a dare alle donne il diritto di voto?”. I ricercatori hanno chiesto alle persone di indovinare una risposta, poi hanno domandato ai partecipanti quanto fossero interessati a conoscere la risposta corretta prima di mostrarla loro. In generale, la curiosità di tratto diminuisce nel corso della vita adulta. Secondo gli autori “tenere vivo questo tipo di interesse farebbe da scudo alla demenza, ma – concludono – servono nuove ricerche per confermarlo”.
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