Salute 3 Dicembre 2024 09:40

Alzheimer, attenzione al grasso viscerale: “Fa aumentare le proteine anomale nel cervello associate alla malattia”

Gli esperti hanno studiato la patologia dell'Alzheimer già durante la mezza età, ovvero tra i 40 e i 50 anni, quando la patologia è nelle sue fasi iniziali, quindi ancora asintomatica: "Interventi potenziali come la perdita di peso e la riduzione del grasso viscerale - spiega l’autrice dello studio Mahsa Dolatshahi -risultano più efficaci per prevenire o ritardarne l'insorgenza"
Alzheimer, attenzione al grasso viscerale: “Fa aumentare le proteine anomale nel cervello associate alla malattia”

Si allunga la lista dei danni che il grasso viscerale corporeo, ovvero quello che si accumula in profondità, ad esempio a livello addominale, provoca alla nostra salute. Non solo un rischio maggiore di diabete di tipo 2, ipertensione o problemi cardiaci, ma anche Alzheimer. La presenza di grasso viscerale, infatti, è stata associata ad un aumento nel cervello di quelle proteine anomale (beta-amiloide), considerate segni distintivi della malattia di Alzheimer fino a 20 anni prima che compaiano i primi sintomi della demenza. A rivelarlo è uno studio presentato al meeting annuale della Radiological Society of North America (RSNA). I ricercatori hanno sottolineato che le modifiche dello stile di vita mirate a ridurre questo grasso, che circonda gli organi e che è stato associato anche al rischio cardiovascolare, potrebbero influenzare lo sviluppo della malattia di Alzheimer.

Il legame tra fattori modificabili legati allo stile di vita

Gli esperti hanno studiato la patologia dell’Alzheimer già durante la mezza età, ovvero tra i 40 e i 50 anni, quando la patologia è nelle sue fasi iniziali, quindi ancora asintomatica: “Interventi potenziali come la perdita di peso e la riduzione del grasso viscerale – spiega l’autrice dello studio Mahsa Dolatshahi della Washington University School of Medicine a St. Louis, Missouri – risultano più efficaci per prevenire o ritardarne l’insorgenza”. I ricercatori si sono concentrati sul legame tra fattori modificabili legati allo stile di vita, come l’obesità, la distribuzione del grasso corporeo e aspetti metabolici, e la patologia dell’Alzheimer. Hanno partecipato 80 individui cognitivamente normali di mezza età (età media: 49,4 anni, di cui il 62,5% donne). Circa il 57,5% dei partecipanti era obeso.

I risultati dello studio

I  partecipanti sono stati sottoposti a tomografia a emissione di positroni (PET) cerebrale, risonanza magnetica del corpo, valutazioni metaboliche (livelli di glucosio e insulina) e misura del colesterolo. Con la risonanza dell’addome gli esperti hanno misurato il volume del grasso sottocutaneo (sotto la pelle) e del grasso viscerale (che circonda gli organi). Segni di Alzheimer nel cervello sono stati misurati tramite tomografia, principalmente per vedere il livello di accumulo delle placche di amiloide e ai grovigli di proteina tau nel cervello. I risultati hanno rivelato che alti livelli di grasso viscerale si associano a un aumento dell’amiloide: il grasso viscerale è responsabile del 77% dell’effetto del sovrappeso sull’accumulo di amiloide.

La patologia

La malattia di Alzheimer causa un progressivo deterioramento cognitivo ed è caratterizzata dai depositi di beta-amiloide e dai grovigli neurofibrillari nella corteccia cerebrale e nella sostanza grigia sottocorticale. La diagnosi è clinica: gli esami di laboratorio e di imaging vengono solitamente eseguiti per cercare reperti specifici che suggeriscano la malattia di Alzheimer e per identificare altre cause trattabili di demenza. I trattamenti che oggi abbiamo a disposizione sono di supporto: possono migliorare la qualità di vita, ma non condurre a guarigione. La maggior parte dei casi di malattia di Alzheimer ha un esordio tardivo (dopo i 65 anni) e l’eziologia è sconosciuta, anche se una percentuale che varia da 5 al 15% può essere considerata  ‘familiare’. La metà di questi pazienti presenta una malattia ad esordio precoce (prima dei 65 anni) ed è solitamente associabile a specifiche mutazioni genetiche.

 

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